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Returning from places I’ve never been di Michael Fliri

La Galleria Raffaella Cortese, nella serata di venerdì 28 marzo, ha ospitato la performance Returning from places I’ve never been di Michael Fliri,   artista cresciuto a Tubre, un paesino al limite dell’anonimato nell’Alto Adige, avulso da contatti esterni e da forme di comunicazione progressiste. Qui, giocando tra i boschi e inseguendo animali, cresce l’indole […]

Returning from places I've never been,   Michael Fliri,   Raffaella Cortese 2014,   Milano
Returning from places I’ve never been, Michael Fliri, Raffaella Cortese 2014, Milano

La Galleria Raffaella Cortese, nella serata di venerdì 28 marzo, ha ospitato la performance Returning from places I’ve never been di Michael Fliri,   artista cresciuto a Tubre, un paesino al limite dell’anonimato nell’Alto Adige, avulso da contatti esterni e da forme di comunicazione progressiste. Qui, giocando tra i boschi e inseguendo animali, cresce l’indole d’arte che è propria di Fliri e che lo porterà a poter essere definito come film maker e performer, travestendosi da pecora che si trasforma in maiale o in una gallina che cova il suo uovo o ancora in una scimmia che si aggira confusa per New York.

Ciò che subito ci investe mentre osserviamo un suo lavoro è quella sensazione di gioco amaro, di mascheramento fasullo o di bieca ironia che ci lascia dell’amaro in bocca. Lui stesso afferma che i suoi lavori permeano e di conseguenza mostrano i diversi livelli di tristezza e malinconia che sono propri della vita che lui affronta quotidianamente, facendo però di questi delle esperienze concrete e quasi materiche che hanno in sé un retroscena amatoriale in bilico tra l’attraente e il grottesco.

Nella performance Returning from places I’ve never been,  il tema dominante è la trasformazione: un mutamento fisionomico dell’artista, messo in scena da un make-up artist, che si snoda in un arco temporale di 90 minuti e si conclude con una completa diversificazione del volto di Fliri. Protesi dopo protesi, lo spettatore ha potuto vedere il volto cambiare, deformarsi, farsi irriconoscibile. L’epicentro dell’azione vuole essere una riflessione su un’identità sfuggente ed evasiva, che ci scivola tra le dita quando ormai siamo convinti di averla in pugno. Il discorso si rifà alla sua personale Getting Too Old To Die Young tenutasi alla Galleria Raffaelle Cortese nel 2008, al compiersi dei trent’anni di vita dell’artista e della consapevolezza di non essere più abbastanza giovane nemmeno per “morire giovane”.

Nella forma mostruosa che assume il volto di Fliri, strato dopo strato, pennellata di colore dopo pennellata e colla su colla, sembra proprio incarnarsi il declino fisiologico e naturale a cui va in contro l’essere umano in quanto tale, in quanto essere vivente-sfuggente.

Marco Arrigoni

Returning from places I've never been,   Michael Fliri,   Raffaella Cortese 2014,   Milano
Returning from places I’ve never been, Michael Fliri, Raffaella Cortese 2014, Milano
Returning from places I've never been,   Michael Fliri,   Raffaella Cortese 2014,   Milano
Returning from places I’ve never been, Michael Fliri, Raffaella Cortese 2014, Milano

 

Returning from places I've never been,   Michael Fliri,   Raffaella Cortese 2014,   Milano
Returning from places I’ve never been, Michael Fliri, Raffaella Cortese 2014, Milano
Returning from places I've never been,   Michael Fliri,   Raffaella Cortese 2014,   Milano
Returning from places I’ve never been, Michael Fliri, Raffaella Cortese 2014, Milano
Returning from places I've never been,   Michael Fliri,   Raffaella Cortese 2014,   Milano
Returning from places I’ve never been, Michael Fliri, Raffaella Cortese 2014, Milano
Returning from places I've never been,   Michael Fliri,   Raffaella Cortese 2014,   Milano
Returning from places I’ve never been, Michael Fliri, Raffaella Cortese 2014, Milano