Come quando fuori piove,   pietra minerale,   trasformatore,   pompa elettrica,   ferro,   plastica ecc.
 Tu non mi conosci  ,   Testa di cinghiale tassidermizzata,   cristallo di quarzo
  Licio 
 Déjà vu I e II  ,   Specchiere vintage,   ottone,   spugne,   semi,   coralli,   frutta candita ecc
  Particolare di Come Quando Fuori Piove
  Guabarbuda,   francobolli,   cornice di legna 
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David Casini mi racconta che ha vissuto due mesi in quello che è diventato in seguito lo Spazio Morris. Invitato a pensare un progetto,   non poteva che avere la sensazione di ‘un ritorno a casa’. Mi spiega che la mostra è nata raccogliendo e mettendo insieme oggetti,   materiali e pensieri .
Ha trasformato delle vecchie specchiere in schermi speculari dove le persone e lo spazio si muovono tra pezzi di cedro, spugne, tubi di ottone, semi, coralli e forme geometriche. Leggeri e fragili teatri dove le persone si aggiustano i capelli, si stupiscono, contemplano un mondo candito e surreale.
Ha trasformato delle vecchie specchiere in schermi speculari dove le persone e lo spazio si muovono tra pezzi di cedro, spugne, tubi di ottone, semi, coralli e forme geometriche. Leggeri e fragili teatri dove le persone si aggiustano i capelli, si stupiscono, contemplano un mondo candito e surreale.
Questa la prima stanza. Corridoio. Arrivo in cucina. Tubicini collegano un bollitore che ospita una grande pietra minerale. Ribollire di acque,   luce azzurra,   piastrelle,   alambicchi.. l’atmosfera nel piccolo ambiente è facilmente magica. Titolo dell’opere Come Quando Fuori Piove (???? ).
Eccomi giunta in quella che è la stanza forse più ostica e visionaria (nel senso che è piena di visioni di vacanze,   foto di marine,   ragazzi abbronzati,   posters ecc): la cameretta intoccabile. Alessandra Pedrotti – la padrona di casa – ha messo il veto di non toccare la pareti. David,   ubbidiente,   ha pensato di collocare su un tavolino di fortuna una raccolta di francobolli che evocassero il tema del viaggio: uccelli,   aerei,   treni,   mongolfiere ecc. 
Cerco l’oggetto forse più bizzarro di tutta la mostra: il cinghiale tassidermizzato pieno di cristalli di quarzo. Lo trovo nell’ultima stanza in fondo. Adagiato sul pavimento,   occhi vitrei,   morto. Nella stanza persone in contemplazione,   stupite e forse inorridite al tempo. Quasi non noto un foro sopra la mia testa,   tra il bagno e l’ultima stanza. David mi invita ad osservare. Ficco dentro un dito: Tana! (è il titolo del lavoro). L’artista ha notato questo buco nel muro e,   con un lavoro certosino,   ci ha collocato dentro delle pietre minerali,   sistemando per bene il bordo e la carta da parati intorno per far si che l’effetto fosse assolutamente mimetico. 
Ultima stanza,   ancora minerali,   questa volta fotografati. Virati e trasformati in una sorta di pitture astratte,   sembrano tutt’altro che pietre: mi ricordano la pittura informale,   ma anche i frottage di Max Ernst e le stampe di vecchie antologie di scienze…
Mostra perfettamente incorniciata. Tanto che contenitore e contenuto sembrano fatti l’uno per l’altro. Un pò come dire che le case (ovviamente) assomigliano a chi le abita.
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  David Casini,   Irene Guzman,   amica e David Casini – Miua e Nicola Gobbetto 
   Barbara Meneghel,   Marta Pierobon e Alessandra Pedrotti,   Gianfranco Taino,   Giorgio Guidi
  Andrea Balestrero,   Silvia Hell   e Federica Perazzoli,   Antonio Grulli











