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D’Apres Giorgio / Roma

 Casa- museo di Giorgio De Chirico  Benny Chirco, Cavalli in riva al mare, 2012 Giulio Frigo, Il discreto insistere di una testa all’interno di un campo visivo, 2012     Dan Rees, O Brother, 2012  Luca Vitone, Natura morta con Punt & Mes, 2012  Nicola Pecoraro, Untitled (23 Skidoo), 2006-2012   Nina Beier, Dead Drop, […]

 Casa- museo di Giorgio De Chirico
 Benny Chirco, Cavalli in riva al mare, 2012
Giulio Frigo, Il discreto insistere di una testa all’interno di un campo visivo, 2012
   
Dan Rees, O Brother, 2012
 Luca Vitone, Natura morta con Punt & Mes, 2012
 Nicola Pecoraro, Untitled (23 Skidoo), 2006-2012
  Nina Beier, Dead Drop, 2012
 Olaf Nicolai, Lettere dallo studiolo, 2012
Foto di Alberto Savino con foglie secche
  Luigi Ontani, SeniSeminodo, 2012
  Tobias Madison – Kaspar Müller, Hospitalily (Doorstopper), 2012


Luca Trevisani, Placet Experiri con Giorgio #1, 2012
 
Paul Armand Gette, La toilette de ka Nymphe, 2012
***
Era la prima volta che ci mettevo piede.  Mi avevano raccontato che era un luogo molto affascinante oltre che bellissimo. Senza contare che, l’illustre padrone di casa, Giorgio De Chirico, non si sbagliava di molto quando scrisse: “Dicono che Roma sia il centro del mondo e che piazza di Spagna sia il centro di Roma, io e mia moglie, quindi si abiterebbe nel centro del centro del mondo, quello che sarebbe il colmo in fatto di centrabilità ed il colmo in fatto di antieccentricità.”
Piazza di Spagna, giornata assolata. Prima di guardare dentro, guardo fuori e giù, per ammirare il ‘centro del centro’.
Sono qui grazie all’ambizioso progetto del curatore Luca Lo Pinto, che ha coinvolto una lunga lista di artisti – italiani e stranieri – per dialogare idealmente con il grande artista, con i suoi oggetti e la sua casa-museo. D’après Giorgio si propone di creare un secondo livello di lettura della Casa-museo per le persone che la visitano e di offrire un nuovo punto di vista su de Chirico, attraverso il dialogo instaurato con gli artisti contemporanei” – spiega Luca Lo Pinto – “Il titolo della mostra fa riferimento ai famosi ‘d’après’ dello stesso de Chirico ed è un modo di rendere omaggio a una figura cardine dell’avanguardia del Novecento, la cui influenza sulle nuove generazioni di artisti persiste ancora oggi. Nel contempo è l’occasione per far conoscere la Casa-museo a un pubblico sempre più ampio, attraverso una mostra pensata come una lunga storia, con le opere a fungere da capitoli, al fine di produrre una narrazione al tempo stesso dilatata e frenetica, didascalica e sfuggente, intima e concettuale”.
La mia visita è stata guidata dallo stesso curatore che mi ha raccontato brevemente come sono nate alcune opere, il loro punto di partenza od osservazione. Si inizia con l’opera di Luca Trevisani, Placet Experiri con Giorgio #1, al quadro ‘smontato’ con cavalli di Benny Chirco (anche lui presente all’opening, racconta che da ragazzino era rimasto impressionato da un quadro di De Chirico nel salotto dello zio), all’interessante ritratto che Giulio Frigo dedica al grande maestro, alle foglie secche incollate sulle finestre di Dan Rees (citano una fotografia di Alberto Savino che si trova al piano superiore). Continuiamo la visita con l’opera ‘divertente’ di Luca Vitone: in una piccola sala da pranzo, dove alle pareti ci sono per lo più nature morte, l’artista ligure ha inscenato una sorta di omaggio a De Chirico. L’installazione ‘Natuta morta con Punt & Mes’ consiste in una tavola preparata con tovaglia, posate, torta e panino (quelli che De Chierico era solito ordinare al baretto sotto casa) e, con il suo liquore preferito. Tutte le cose commestibili sono in realtà di plastica. In un angolo un’opera di Alek O. realizzata quando l’artista era ancora studente.

A seguire un poggiapiedi i Martino Gamper, un libro d’artista di Nicola Pecoraio ecc. ecc.
Al secondo piano, un’opera curiosa di Olaf Nicolai, ‘Lettera dallo studiolo’: una macchina da scrivere con fogli bianchi utilizzabili dai visitatori. Nella camera, sopra il letto matrimoniale, un capello leopardato in finta pelliccia di Nina Beier, ‘Dead Drop’.
Disseminati un po’ dovunque, dei fermaporte di Tobias Madison e Kaspar Müller.
La visita finisce nello studio di De Chirico che ospita una fotografia di Ontani, una piccola scultura di Raphäel Zarka, un disegno di Carola Bonfili e un’opera di Trevisani.

Consiglio vivamente una visita, senza fretta. Abbiamo tempo fino a gennaio 2013 per fissare un appuntamento.


Luca Lo Pinto, Luca Trevisani, Raphäel Zarka e Benny Chirco
Emanuele-Cerutti-Collezione-Maramotti-2024