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Il grigio come scena. Mario García Torres e la pittura come dispositivo | Galleria Franco Noero

García Torres non offre immagini da contemplare, ma superfici da interrogare: luoghi in cui la storia — personale e cosmica — si manifesta non come racconto compiuto, ma come sequenza frammentata, sempre sul punto di essere rimontata.
Installation view, Mario García Torres, _OILS_ Galleria Franco Noero, Torino, 2025, Ph. Sebastiano Pellion di Persano. Courtesy the Artist and Galleria Franco Noero

Testo di Stefania Margiacchi –

C’è qualcosa di deliberatamente trattenuto, quasi sospeso, nella nuova personale di Mario García Torres alla Galleria Franco Noero. Oils si presenta come un attraversamento silenzioso, dove la pittura — per la prima volta affrontata dall’artista in modo diretto e sistematico — rinuncia a qualsiasi seduzione cromatica per attestarsi su una tavolozza ridotta, dominata da toni di grigio, neri diluiti, bianchi opachi. È una scelta che non ha nulla di neutrale: il grigio diventa qui il luogo stesso della riflessione, una zona intermedia in cui l’immagine smette di promettere verità e inizia a interrogare le proprie condizioni di visibilità.
I dipinti nascono da fotografie e materiali d’archivio deliberatamente alterati in modo meccanico prima della loro trasposizione su tela. Questa mediazione non viene occultata, ma resa evidente attraverso quadrettature che attraversano le superfici come una traccia persistente del processo. Non si tratta di una griglia modernista nel senso storico del termine, ma di una struttura che rimanda ai dispositivi di riproduzione: alle scansioni, ai pixel, ai campi tonali dei toner. La pittura sembra trattenere la memoria di una stampa precedente, come se l’immagine fosse sempre già passata attraverso una macchina prima di arrivare allo sguardo.
All’interno di questo campo visivo controllato, García Torres intreccia una narrazione più complessa, che coinvolge la storia del Messico del XX secolo e, in filigrana, la figura di Tina Modotti. La sua vicenda — sospesa tra fotografia, militanza politica e costruzione di un’immagine pubblica — emerge come paradigma di una soggettività costantemente messa in scena, osservata, tradotta in rappresentazione. Modotti non è solo un riferimento storico, ma un punto di condensazione tra biografia e mito, tra documento e proiezione immaginaria.

Installation view, Mario García Torres, _OILS_ Galleria Franco Noero, Torino, 2025, Ph. Sebastiano Pellion di Persano. Courtesy the Artist and Galleria Franco Noero
Installation view, Mario García Torres, _OILS_ Galleria Franco Noero, Torino, 2025, Ph. Sebastiano Pellion di Persano. Courtesy the Artist and Galleria Franco Noero

A questo primo livello si sovrappone un secondo movimento, più ampio e quasi cosmico: il passaggio della cometa di Halley, osservata da luoghi diversi del mondo nello stesso arco temporale. Un evento astronomico che, per sua natura, è insieme reale e spettacolare, scientificamente misurabile e collettivamente narrato. La cometa diventa un’immagine condivisa, un’apparizione che esiste soprattutto attraverso la molteplicità degli sguardi che la intercettano, la descrivono, la registrano.
È nel cortocircuito tra queste due traiettorie — la storia individuale di Modotti e l’evento celeste della cometa — che si intravede una dimensione  cinematografica. Non nel senso della sequenza lineare, ma in quello del montaggio: immagini lontane tra loro vengono accostate, sovrapposte, fatte risuonare. La griglia pittorica funziona allora come uno storyboard latente, una struttura che suggerisce il passaggio da un’inquadratura all’altra, da un punto di vista all’altro.
Al tempo stesso, questo intreccio assume una valenza performativa: l’osservazione della cometa, come la costruzione dell’immagine pubblica di Modotti, implica un atto: guardare, registrare, partecipare a un evento che accade nello spazio e nel tempo. Nei dipinti di García Torres, la pittura non documenta questi atti, ma li rievoca come possibilità, come gesti sospesi. Il grigio, ancora una volta, agisce come una soglia: non è il colore dell’evento, ma quello della sua traccia, del suo residuo visivo.
In Oils, la pittura diventa così un dispositivo che mette in scena la distanza tra realtà e rappresentazione, tra accadimento e memoria. Le quadrettature, i toni smorzati, l’eco dei processi di stampa riportano lo sguardo a una dimensione analitica, in cui ogni immagine è il risultato di un passaggio, di una traduzione, di una scelta. García Torres non offre immagini da contemplare, ma superfici da interrogare: luoghi in cui la storia — personale e cosmica — si manifesta non come racconto compiuto, ma come sequenza frammentata, sempre sul punto di essere rimontata.

Cover: Installation view, Mario García Torres, OILS Galleria Franco Noero, Torino, 2025, Ph. Sebastiano Pellion di Persano. Courtesy the Artist and Galleria Franco Noero

Installation view, Mario García Torres, _OILS_ Galleria Franco Noero, Torino, 2025, Ph. Sebastiano Pellion di Persano. Courtesy the Artist and Galleria Franco Noero
Installation view, Mario García Torres, _OILS_ Galleria Franco Noero, Torino, 2025, Ph. Sebastiano Pellion di Persano. Courtesy the Artist and Galleria Franco Noero
Installation view, Mario García Torres, _OILS_ Galleria Franco Noero, Torino, 2025, Ph. Sebastiano Pellion di Persano. Courtesy the Artist and Galleria Franco Noero
Installation view, Mario García Torres, _OILS_ Galleria Franco Noero, Torino, 2025, Ph. Sebastiano Pellion di Persano. Courtesy the Artist and Galleria Franco Noero