


Testo di Stefania Margiacchi –
La mostra personale di Emanuele Becheri al Museo Ettore Fico si distingue sin dal primo sguardo per un’allestimento radicalmente controcorrente: nessun orpello scenografico, nessun tentativo di sovrascrivere il linguaggio delle opere. Al centro dello spazio espositivo c’è, con sobrietà quasi ascetica, l’opera stessa — avvolta da una luce diffusa e naturale, che dialoga con il bianco delle pareti. Un dispositivo calibrato con rigore, che crea un vuoto carico di tensione, un silenzio eloquente entro cui le opere possono finalmente respirare e risuonare.
La forza di questa mostra non è gridata, ma germina lentamente, come una presenza inquieta e ineludibile. Le opere di Becheri — siano esse disegni o sculture — non cercano l’impatto muscolare o l’effetto immediato, ma si impongono con una potenza contenuta, educata, quasi pudica. È una violenza trattenuta, che non rinuncia alla profondità del dramma, ma la sublima in forme essenziali, in gesti precisi, mai superflui.
C’è una dimensione radicalmente umana e vulnerabile in questo lavoro, che affiora proprio nel modo in cui l’artista riesce a condensare tensione e delicatezza, rigore formale e fragilità esistenziale. Ogni opera si presenta come una soglia: si offre allo sguardo, ma resta anche altrove, enigmatica, non del tutto decifrabile. È in questa sospensione che si gioca la vera forza del progetto, che non vuole convincere ma coinvolgere, non spiegare ma esporre — nel senso più nudo e onesto del termine.
In un panorama artistico spesso dominato da sovraesposizione e rumore, la mostra di Becheri propone una postura etica oltre che estetica: uno spazio di ascolto e concentrazione, dove la materia si fa presenza e l’opera diventa soglia verso qualcosa che non si può dire ma solo percepire. Un’esperienza che chiede tempo, attenzione e disponibilità — e che, proprio per questo, resta impressa con una forza rara.
Emanuele Becheri – Sculture
A cura di Andrea Busto
Museo Ettore Fico, Torino
Dal 16 ottobre al 21 dicembre 2025
Cover: Emanuele Becheri, installation view – MEF-Museo Ettore Fico – ph Beppe Giardino







