Durante il lungo fine settimana di ArtVerona a Verona di svolgono una lunga serie di appuntamenti, tra cui It sounds like another word, ospitato in due sedi: la Biblioteca Capitolare e Palazzo Forti. Il progetto esplora il ‘suono’ nelle sue più ampie definizioni ed espressioni, percorrendo quella che è la sua grammatica acustica fatta di vibrazioni, richiami, canti o segnali ritmici.
It sounds like another word propone degli interventi cheesplorano il ‘suono’ come metafora e come strumento per riconsiderare le relazioni tra umano, non-umano e territorio. Racconta il curatore Nicola Giuliani nell’intervista che segue: “C’è una parte di ciò che ci circonda che non potremo mai conoscere completamente: lo afferma la fisica e lo testimoniano chiaramente le pratiche sciamaniche. Il suono, in questo senso, offre una via unica per avvicinarsi a quel mistero intuibile ma non pienamente conoscibile, una dimensione della Natura che sfugge alla comprensione immediata. Nei progetti selezionati, ho cercato di mettere in evidenza questo aspetto.”
Venerdì 10 ottobre, alle ore 19:00, presso la Biblioteca Capitolare, Stina Fors con A Mouthful of Tongues propone una riflessione sul linguaggio usando la voce come terreno allucinatorio da cui far emergere molteplici esseri attraverso l’utilizzo di una varietà di tecniche vocali – growling, ventriloqui, esercizi di lingua e urla da dinosauro. Il corpo diventa estraneo a se stesso, moltiplicandosi, distorcendo e contraddicendosi.
Nella giornata di sabato 11 ottobre, alle ore 20:30 (ingresso riservato, su invito), a Palazzo Forti, Neuf Voix si esibirà all’Acusmonium Odae: al contempo opera d’arte e strumento musicale (realizzato artigianalmente dall’artista), propone brani dal suo ultimo lavoro Music for Dimensions, che sfida le convenzioni dell’ascolto tradizionale esplorando l’infinito potenziale del suono attraverso l’uso digitalizzato della voce.
Sempre a Palazzo Forti, domenica 12 ottobre, dalle ore 11:00 alle ore 14:00 il collettivo C3, propone una selezione di cinque giovani artisti in dialogo tra loro. Il duo composto da Giulia Rae e Mira e il trio composto da AGUA VIVA, Martina Amaemi e Davide Salvan si esibiranno all’Acusmonium Odae con interventi a cavallo tra estetica acusmatica e performance dal vivo, e capaci di attivare anche il livello corporeo, gestuale e visivo.

Intervista con il curatore di It sounds like another word, Nicola Giuliani —
Elena Bordignon: Una delle priorità del progetto “It sounds like another word”, è quello di stimolare nei fruitori l’ascolto, sollecitarne l’udito, privilegiando questi sensi rispetto all’atto del vedere. Quale importanza e significato dai all’atto dell’ascoltare?
Nicola Giuliani: L’ascolto non è soltanto la ricezione di suoni: è un atto attivo, che implica attenzione, tempo, apertura e disponibilità. Rispetto al “vedere”, che è immediato e dominante nella nostra cultura, l’ascoltare richiede tempo e una certa sospensione del giudizio. Questa dimensione è decisiva per poter entrare in una profonda connessione con ciò che abbiamo intorno che sia un essere umano, un animale, una pianta o un paesaggio. Ascoltare significa dunque lasciare che ciò che arriva dall’esterno abbia uno spazio dentro di noi, e possa riverberare. Ma anche concedersi del tempo per poterlo fare senza per forza reagire.
Ad esempio, nell’esperienza di Extra Dry fatta con Campo Base Project – nello studio di Attila Faravelli a Milano, un luogo speciale costruito per permettere un ascolto accurato e preciso, abbiamo invitato artiste/i a proporre una selezione musicale di 30minuti circa per un pubblico di poco più di una decina di persone. Chi vi partecipava non esitava a definirla un’esperienza meditativa e di riconnessione.
EB: Il suono, la musica, lo stesso rumore, sia esso naturale o artificiale, stimola nessi e significati che altre sollecitazioni non offrono. Nella presentazione del tuo progetto, parli del suono come medium per sentire ciò che c’è di misterioso nella Natura. Mi relazioni questa premessa con i progetti che ascoltiamo tra la Biblioteca Capitolare e Palazzo Forti?
NG: C’è una parte di ciò che ci circonda che non potremo mai conoscere completamente: lo afferma la fisica e lo testimoniano chiaramente le pratiche sciamaniche. Il suono, in questo senso, offre una via unica per avvicinarsi a quel mistero intuibile ma non pienamente conoscibile, una dimensione della Natura che sfugge alla comprensione immediata. Nei progetti selezionati, ho cercato di mettere in evidenza questo aspetto.
Alla Biblioteca Capitolare, ad esempio, Stina Fors con “A Mouthful of Tongues” invita a riflettere sul linguaggio attraverso la voce, trasformandola in un terreno allucinatorio da cui emergono molteplici esseri. Growling, ventriloqui e esercizi linguistici fanno sì che il corpo diventi estraneo a se stesso, moltiplicandosi, distorcendo e contraddicendosi in un gioco continuo di percezione e identità sonora.
A Palazzo Forti Neuf Voix si esibirà utilizzando uno speciale acusmonium, uno strumento composto da speaker che spazializzano il suono. I brani tratti dal suo ultimo lavoro “Music for Dimensions” sfidano le convenzioni dell’ascolto tradizionale, esplorando l’infinito potenziale del suono. Qui la voce digitale e concreta dialoga in una continua tensione tra passato e futuro, reale e immaginario, tradizione e avanguardia, mostrando come il suono possa diventare un medium capace di rivelare le sfumature del mistero naturale.

EB: Il suono ha il potere di rigenerare i luoghi, di trasformarli e, per molti versi, riattivarli. Mi racconti con esempi concreti alcuni progetti sonori presenti a “It sounds like another word”?
NG: Sono profondamente convinto che il suono abbia il potere di riaccendere e trasformare i luoghi, operando una vera e propria trasfigurazione. Lo testimoniano i festival musicali che, grazie alla dimensione collettiva e popolare della musica, hanno spesso raggiunto risultati dove le istituzioni culturali hanno faticato.
Questo potere si manifesterà concretamente a Palazzo Forti tra sabato 11 e domenica 12 ottobre. Palazzo Forti è uno spazio storico della città di Verona che per molti anni è rimasto chiuso al pubblico. Verrà riaperto in occasione di ArtVerona per ospitare una delle mostre in programma – The Then About As Until – e accogliere una serie di concerti e performance all’acusmonium.
Sabato sarà possibile ascoltare Neuf Voix, di cui ho già precedentemente parlato, mentre domenica, in collaborazione con il collettivo C3 – laboratorio indipendente dedicato al recupero di competenze sonologiche, ecologia acustica, sperimentazione sonora e interpretazione acusmatica – presenteremo un matinée sonoro. Cinque giovani artisti – AMÆMI and Agua Viva, Giulia Rae, Mira e Davide Salvan – si esibiranno all’acusmonium in dialogo tra loro, muovendosi tra estetica acusmatica e performance dal vivo. Le loro esecuzioni attiveranno non solo l’ascolto, ma anche la percezione corporea, gestuale e visiva, dimostrando come il suono possa restituire vitalità a uno spazio dimenticato, trasformandolo in un luogo di esperienza condivisa e di scoperta sensoriale.
EB: Per questo progetto sono stati privilegiati manufatti e strumenti di riproduzione sonora ideati e prodotti da realtà artigianali e artistiche. Di che ‘strumenti’ si tratta? Che realtà artigiani sono state coinvolte?
NG: Con Campo Base ho iniziato un lavoro sull’artigianalità cercando di valorizzare tutto ciò che attraverso l’autoproduzione racconta la possibilità di un approccio diverso, la riscoperta di conoscenze, la valorizzazione del tempo e delle capacità manuali. Trovo siano concetti e valori da preservare e valorizzare in una contemporaneità fatta di standard e produzioni industriali che spesso impoveriscono la cultura collettiva o imbrigliano.
Per ArtVerona ho invitato l’Acusmonium Odae prodotto da Neuf Voix, che oltre ad essere un musicista è anche un artista artigiano. L'”Acousmonium Odae” è al contempo un oggetto bellissimo da vedere e un sistema di diffusione sonora avanzato con 87 membrane sonore uniche, ciascuna con una propria identità timbrica che permette di trasformare qualsiasi spazio in un corpo risonante, dove il suono si muove, si trasforma e si moltiplica in traiettorie complesse. Sarà stupendo vederlo e sentirlo all’opera.
Cover: Acusmonium Odae realizzato da Neuf Voix