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Paesaggi nel paesaggio | L’opera di Sara Enrico a Villa Reale a Milano

Giunge alla settimana edizione il programma Furla Series, con la mostra "Under the Sun, Beyond the Skin", una personale di Sara Enrico, a cura di Bruna Roccasalva.

“E’ la prima volta che mi relaziono con uno spazio naturale, con un luogo all’aperto. Questa esperienza mi ha permesso di riflettere molto sulla dimensione interno/esterno, non solo a livello architettonico, spaziale e paesaggistico, ma anche su una domanda che mi pongo sempre in merito alla mia ricerca: il ruolo della ‘pelle’ che esula dal suo nesso con il corpo e che si espande all’idea di una corporalità che non si limita all’eccezione corporale e umana, ma cerca di trovare una dimensione estesa, ampliata.” Sara Enrico, nella mostra Under the Sun, Beyoud the Skin – promossa da Fondazione Furla in collaborazione con la GAMGalleria d’Arte Moderna di Milano, a cura di Bruna Roccasalva (in corso fino al 14/12 nei Giardini di Villa Reale) – espande il suo raggio d’azione per confrontarsi con uno spazio all’aperto, nello specifico nel giardino della GAM, rivedendo e potenziando quelli che sono i punti focali della sua ricerca: esplorare attraverso la scultura nozioni di superficie, corporeità e materialità. Spaziando dalla sartoria, alla coreografia all’architettura, Enrico fonde saperi artigianali con la sua personale sensibilità; intreccia discipline come l’architettura con la sperimentazioni con i materiale per dar vita a opere che ci interrogano sul significato di ‘superficie’, sull’estensione immaginativa della pelle come epidermide del corpo ma anche superficie del mondo. Corpo, abito, spazio: con questi elementi l’artista copie delle ricerche sulla capacità fluida e rigenerante della materia che, forzata a delle forme molto riconoscibili come quelle del corpo umano, si potenzia in quanto capacità trasformativa del reale.

Ed è proprio nella seria The Jumpsuit Theme(2023, 2024, 2025), installati sulla terrazza della Villa e nel Tempio d’Amore, che si manifesta questa indole dell’artista nel mettere a confronto corpo, superficie e materiali. La nota serie The Jumpsuit Theme, consiste in sculture di cemento pigmentato iniettato nelle tute a “T”, inventate dal futurista Thayaht nel 1919. Deformate, rannicchiate o distese, con arti sovrapposti e accavallati, le sculture riducono il corpo ha un organismo alterato, quasi dall’anatomia illeggibile. Emerge con forza una trama di pieghe che, come un disegno, sembrano riformulare l’essenza stessa del copro. Le ‘pieghe’ diventano una tramatura che non solo ridisegna il corpo, ma sembra farsi eco, assieme alla forme bombate nate dalla resistenza tra il cemento e la stoffa, dello spazio che le attornia. Ecco allora che la resistenza tra materiali, diventa anche resistenza allo spazio aperto che le incornicia: l’orizzontalità dei corpi afflosciati e deformi, stride o riprende la forza solida dell’architettura della Villa, il ritorno delle finestre, degli archi e delle semicolonne, i vuoti e i pieni dell’edificio, riverberano nelle rotondità delle sculture.

Sara Enrico. Under the Sun, Beyond the Skin – Curated by Bruna Roccasalva – Promoted by Fondazione Furla and GAM – Galleria d’Arte Moderna, Milan – GAM – Galleria d’Arte Moderna, Milan

I bassorilievi tra i piani della Villa, ma le stesse sculture che dominano la balaustra del tetto sembrano condensarsi, affaticate, nelle serie The Jumpsuit Theme: un dialogo, sia formale che cromatico, che disinnesca la monumentali dell’architettura e, viceversa, esaspera la mollezza dei corpi afflosciati a terra. Stesso processo anche nel Tempio d’Amore dove il rimo delle colonne che sostiene la copertura del tempio, sembra riverberare nei tre elementi scultorei, a loro volta sovrapposti come fossero caduti o appoggiati con una studiata “casualità”. 

“In questo caso volevo proprio dare la sensazione che il corpo diventasse architettura, riprendendo la modularità delle colonne; che il corpo diventasse esso stesso un modulo.” 

La grande installazione Beyond the Skin (2025)  installata sulla grande distesa di prato antistante la Villa, ha come fulcro concettuale la ‘luce’, che l’artista condensa intrecciando idealmente quella naturale con quella artificiale dello scanner. Circolare, ritmata da 23 elementi di gommapiuma nautica, questa grande installazione formalmente sembra riecheggiare l’imprevedibilità delle forme della natura circostante ma è anche strettamente in dialogo con l’imponente architettura della Villa, con la sua verticalità e fissità di elementi che si ripetono nella facciata. La luce naturale/artificiale si annida nella texture dei blocchi sostenuti da sottili strutture di ferro: l’artista ha realizzato i motivi che animano la ‘pelle’ dell’installazione manipolando un frammento di tela da pittura sul piano di uno scanner mentre la luce era in movimento, rielaborandolo poi digitalmente. Racconta l’artista: “Mi interessava l’idea di creare la sensazione di un paesaggio nel paesaggio che muovesse su una vitalità sintetica artificiale e si interponesse su quello che è l’orizzonte del parco. Le forme sono ricavate da blocchi industriali, che suggeriscono qualcosa di ergonomico, architettonico e capsulare. Senza contare che l’utilizzo della gommapiuma si avvicina alla consistenza del nostro corpo, così come l’utilizzo del tessuto tecnico per indumenti sportivi si avvicina alla consistenza dell’epidermide. Ho cercato di far si che questa opera proliferasse e riverberasse in tutto il giardino, cercando di esprimere una sorta di continua rigenerazione.” 

Avvicinandosi ad un gruppo di alberi, compaiono altri cinque elementi del percorso mostra. Si tratta del gruppo di sculture site-specific Carriers (2025). Ritrovamenti del giardino, stoccati per una eventuale ulteriore rimozione, questi grandi blocchi di tronchi sono stati per l’artista una sorta di rivelazione. Conservando la potenzialità tutta verticale di quello che era un bagolaro monumentale, abbattuto da una tempesta nel 2023, Enrico elabora l’idea di rimarcare l’ “orizzontalità’ che connota tanta parte delle opere in mostra. 

Sara Enrico. Under the Sun, Beyond the Skin – Curated by Bruna Roccasalva – Promoted by Fondazione Furla and GAM – Galleria d’Arte Moderna, Milan – GAM – Galleria d’Arte Moderna, Milan

“Mi hanno affascinato molto questi frammenti di tronco. Ho trovato che fossero degli elementi che avevano un’energia molto forte. Mi sono concentrata sulla postura orizzontale dei tronchi che per certi versi, racconta la fine stessa dell’albero. Ho deciso di intervenire con delle sezioni di gomma siliconica. Per molti versi tutta la mostra è percorsa da un ciclo – nascita, rigenerazione e decadimento – e dunque questi interventi, sempre per il discorso naturale / artificiale, per certi versi seguono la natura stessi di questi blocchi.” Si notano infatti, tra le insenatura e crepe della corteccia muschi, funghi muffe che fanno ‘vivere’ nuovamente la superficie dell’albero. Enrico ha pensato di intervenire con delle porzioni di gomma siliconica per rileggere o assecondare questa seconda vita dell’albero creando il calco della corteccia che, una volta finita la mostra, saranno rimosse per essere fuse in vetro o metallo. Anche le alzate metalliche saranno riviste come sculture a sé stanti, in quanto conservano una sorta di “performatività latente” e per Enrico sono da pensare come “riattivatrici della vita dei tronchi”“Ho concepito questi ritrovamenti naturali come un’opere che è in progress, che si sta facendo mentre la mostra è in corso. E’ infatti un’opera non finita perché la corteccia di questi tronchi evolve a seconda della luce, della pioggia e di tutto ciò che accade intorno.” 

Il percorso si conclude, ma per certi versi si apre, con le due sculture Bodiless Observer, (2025). Il “paesaggio nel paesaggio” ricercato dall’artista in queste opere si fa stringente. Villa Reale, Giardino, le stesse opere della Enrico, si condensano in questi due ‘occhi’ scultorei che condensano il paesaggio (nella texture sferica delle sculture), il corpo (un effige di esso si legge nelle sottili tramutare che si vedono dentro alle sfere), lo spazio, tutto (i vetri delle sfere riverberano tutto ciò che sta attorno). “Questi sono dei lavori nuovi e hanno a che vedere con lo sguardo fisico, che si fa oggetto. Mi interessava lavorare sempre con il cemento che in questo caso, nella superficie delle sfere, ha assorbito la texture della terra. L’interno è realizzato con l’astrazione portata all’estremo di un indumento. E’ come se fosse un corpo rannicchiato che ho ‘asciugato’  a livello formale, perché non mi interessava ci fosse nulla di espressivo; lo concepisco come un corpo svuotato. Ho cercato di smaterializzare il corpo il più possibile, in modo tale che ciò che resta è quasi un ‘involucro’ entrato nel paesaggio. Mi interessava mettere in relazione il linguaggio scultoreo con l’atto della vista. Mi piaceva l’idea dello ‘sguardo incarnato’, che diventa fisico”. 

Sara Enrico. Under the Sun, Beyond the Skin – Curated by Bruna Roccasalva – Promoted by Fondazione Furla and GAM – Galleria d’Arte Moderna, Milan – GAM – Galleria d’Arte Moderna, Milan