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Il chiaroscuro dell’essere bambini: Cometa di Michela Del Longo | La Siringe, Palermo

Il passaggio della Cometa di Michela Del Longo è un segno per tenerci saldi in una vita che dimentica che a volte di dolci, di consolazione, e di ricordare, non ne hanno bisogno solo i bambini, ma anche gli adulti.

Testo di Chiara Bucolo

L’infanzia è quel periodo della vita dove ogni cosa ci viene presentata dagli adulti come “addolcita”, resa innocua, come un gioco o un racconto fantastico: anche la morte. Per questo spesso si tenta anche un po’ goffamente di colmare la perdita irreversibile di una persona cara agli occhi del bambino con un regalo lasciato da lei, a dimostrare di non averla persa davvero. Ma mentre i bambini, il giorno del 2 novembre, mangiano i dolci portati in dono dai defunti, e mentre gli adulti – nel donarglieli – consolano loro e sé stessi, ci si chiede cosa resta dell’infanzia quando si cresce, quando i ricordi sbiadiscono e quando i dolci non bastano più a colmare il vuoto.

Cerca di rispondere Michela Del Longo, artista con base in Italia cresciuta tra l’Italia e il Cile, che nella personale Cometa, in corso fino al 19 agosto presso La Siringe (Palermo), riporta al presente una scena, un fermo immagine sospeso nel tempo, un possibile ricordo d’infanzia visto come un’inedita interpretazione della realtà. L’atmosfera ovattata della scena è data dal suono di un organillero, un suonatore di organetto popolare in Cile, il cui compito è intrattenere il pubblico principalmente sotto gli edifici cittadini con brani allegri e ballabili, melodie uniche nel loro genere e caratteristiche dello strumento. Lo stesso organillero è come se si materializzasse nello spazio espositivo, nella cui parete centrale è appeso un bassorilievo in zucchero fuso e colato che lo raffigura. La musica dell’organetto e l’elemento dello zucchero, nella loro semplicità, agiscono come degli attivatori capaci di far deflagrare le emozioni e i ricordi come dopo lo schianto di una cometa, il cui risultato è un’esplosione di gemme in zucchero colorate, spargendo per le pareti dello spazio una dolcezza e una tenera malinconia, legati a un momento “incantato” della vita che diviene così un rifugio interiore oltre lo spazio e il tempo, in cui ricordarsi di sé, in cui viversi quando la pragmaticità della vita adulta ci tiene alienati.

Cometa. foto di Marta Vultaggio

L’infanzia non è solo spensieratezza, è anche dolore, e festa, e lutto, e gioco, è ciò che potevamo essere e non siamo più: così lo spazio della mostra viene delineato come la versione “fiabesca” di un monumento funebre (la catena che adorna il bassorilievo ricorda quella del cimitero dei Rotoli di Palermo). La presenza dominante e quasi intossicante dello zucchero ha però un retrogusto amaro: non c’è stucchevolezza o ipocrisia o finta sacralità nell’essere bambini – lo stesso titolo della mostra, Cometa, richiama il soprannome di Mauricio Mardones, bambino investito in Cile negli anni ‘80 mentre scendeva dal bus su cui vendeva dolcetti. In questo caso l’immagine innocua e frivola dei dolci viene accostata a un bambino dall’infanzia e dalla vita rubata, e allo sfruttamento minorile con cui molti bambini devono fare i conti per aiutare le proprie famiglie: un aspetto dell’essere bambini che spesso viene occultato nel discorso sull’infanzia, e che riemerge nell’opera dell’artista come se la vicenda venisse raccontata con il linguaggio sognante ma crudo dei bambini stessi. Un elemento che però mette con forza in relazione l’essere bambini con l’essere adulti può essere riconosciuto proprio nell’atto del lavorare lo zucchero, che diventa un plasmare la realtà, come i bambini plasmano il das quando giocano, creando il loro mondo: caratteristica che riecheggia nel lavoro dell’artista, come ad esempio in Farine e Fatine, in cui Del Longo percepisce le forme di pane come delle creature fantastiche, facendo dell’impasto il mezzo con cui connettersi con la propria esistenza e col territorio – per il bassorilievo in zucchero, l’artista ha imparato il mestiere in un laboratorio di pasticceria palermitano, legandosi così con la tradizione dolciaria locale. Il passaggio della Cometa di Michela Del Longo è un segno per tenerci saldi in una vita che dimentica che a volte di dolci, di consolazione, e di ricordare, non ne hanno bisogno solo i bambini, ma anche gli adulti.