Testo di Guia Agazzi —
Dopo più di cinquant’anni di carriera e tredici cicli di pittura, Giorgio Griffa (Torino, 1936) decide di raccontarsi a partire dal concetto fondamentale di non finito. Questo tema cardine della sua pratica artistica diventa il criterio di selezione delle opere presenti nella sua prima mostra personale negli spazi della Fondazione Giorgio Griffa, aperta ad ottobre 2024 in via Oropa 28 nell’ex edificio industriale Michelin.
UNFINISHED, inaugurata alcuni giorni fa e visibile fino al 29 maggio, offre ai visitatori l’opportunità di indagare i risvolti e la filosofia più intima e primordiale della poetica di Griffa. I segni anonimi, le linee, le impronte e le campiture di colore sono trasferiti sulla tela, in maniera mai casuale, senza fissarne dei confini, lasciando le opere sospese, quasi incomplete, e volendo assecondare una suggestione che viene dalla dottrina Zen, cara allo stesso Griffa: lo spazio e il tempo sono dinamici, in continua evoluzione. È così quindi che i vuoti delle tele grezze e non preparate (iuta, canapa, cotone e lino), come nella poesia ermetica, acquisiscono significato, esaltando l’atto del farsi e rappresentando i frammenti di un dialogo presente e continuo con l’Universo.
Il primo degli otto lavori in mostra è del 1974 e il più recente è stato realizzato nel 2024, a dimostrazione di come la scelta del non finito sia diventata trasversale a tutti i suoi tredici cicli pittorici che, come le sue opere, hanno un inizio ma nessuno ha una fine, perché tutto si compenetra. Lo stesso artista sottolinea inoltre che i suoi cicli non sono frutto di uno sviluppo consequenziale ma di percorsi paralleli e autonomi tra loro, variazioni continue del divenire: caratteristiche che rendono possibile un perfetto dialogo tra le opere in mostra.
Gli spazi della sede espositiva sono stati riorganizzati per l’occasione così da ricavarne una sala video immersiva dove contemplare, a tutta parete, l’artista al lavoro. L’esperienza di visita si completa dunque nel suo studio, lì dove la sua filosofia acquisisce concretezza.
Cover: Courtesy Fondazione Giorgio Griffa – Ph Federico Rizzo_Giorgio Griffa, Sette colori, 2000, acrylic on canvas, 177×329 cm – Dettaglio
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