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I (never) explain #169 — Marco Paltrinieri

Dopo la fine del progetto Discipula, lavorare con la musica ha rappresentato per me non solo un percorso di studio e ricerca formale attorno ad un linguaggio differente rispetto alle arti visive ma anche e soprattutto una pratica, un esercizio attraverso il quale per la prima volta affrontare me stesso, le mie emozioni e imperfezioni […]

Dopo la fine del progetto Discipula, lavorare con la musica ha rappresentato per me non solo un percorso di studio e ricerca formale attorno ad un linguaggio differente rispetto alle arti visive ma anche e soprattutto una pratica, un esercizio attraverso il quale per la prima volta affrontare me stesso, le mie emozioni e imperfezioni nel tentativo di armonizzare il più possibile il mio rapporto con il mondo e soprattutto con chi ho attorno.

Se il mio primo disco “The Weaver” (Canti Magnetici, 2020) rientrava ancora, per le tematiche trattate, nell’alveo dell’esperienza di indagine socio-culturale diciamo “speculativa” portata avanti con Discipula, “Ripari Minimi”, uscito da pochissimo sempre per Canti Magnetici, rappresenta a tutti gli effetti il compimento di un percorso che invece mette al centro il personale, l’intimo, così come l’attenzione verso le pieghe del quotidiano.

Traendo spunto per il titolo da un saggio sull’opera di Montale, “Ripari Minimi” è stato composto tra il 2021 e l’inizio del 2023, un periodo per me complesso, dove fattori personali mescolandosi a tensioni di scala globale hanno portato ad un asfissiante stato di ansia e incertitudine. Il teatro all’interno del quale questo malessere si è manifestato con maggiore insistenza è stato la mia famiglia, ed è proprio la famiglia, con la sua singolare capacità di essere al tempo stesso porto sicuro così come catalizzatore di ansie e paure, il soggetto intorno e all’interno del quale “Ripari Minimi” si è formato.

Sebbene quasi esclusivamente strumentale, tutti e dieci i brani che compongono l’album sono immersi in un magma di suoni che giungono dal mio quotidiano: le voci e i respiri dei bambini, i cartoni animati, la ripetitiva moltitudine dei rumori di casa. Non solo, le composizioni che emergono da questo ambiente sonoro vivono della tensione tra il calore della melodia e le asperità tipiche della musica concreta; niente altro che una strategia per rappresentare e in qualche modo universalizzare la continua altalena dei miei stati d’animo.

Se esiste nel disco una traccia che più di altre riesce a incarnare tutte queste tematiche in modo più esplicito, si tratta sicuramente de “L’osservatrice”. Il brano è stato costruito attorno ad una registrazione della voce di Rita, la mia figlia minore, mentre giocava quando aveva circa un’anno di vita. Ricordo che la registrazione fece seguito ad uno di quei momenti, immagino tipici dell’esperienza genitoriale, in cui di tanto in tanto si rimane imbambolati ad osservare pensierosi il proprio figlio o figlia. Così, a partire dalle suggestioni di quella esperienza, ho deciso di trattare la voce di Rita come materiale malleabile, manipolandola sempre più di modo da attribuirle una moltitudine di nuove e immaginarie identità mutanti: di adolescente, di donna, di creatura aliena…

Il video che accompagna la traccia chiude il cerchio poiché è stato realizzato seguendo invece le idee e le suggestioni di Andrea, mio figlio maggiore, maturate successivamente all’ascolto del brano. Andrea ha così pensato di utilizzare i miei abiti, di indossare una maschera da lui disegnata e di immergersi una fitta radura. Questa creatura era per lui l’osservatrice.

Ripari Minimi, album cover, artwork by Tommaso Pandolfi
Marco Paltrinieri, L’osservatrice, 2024, video still

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I (never) explain – ideato da Elena Bordignon – è uno spazio che ATPdiary dedica ai racconti più o meno lunghi degli artisti e nasce con l’intento di chiedere loro di scegliere una sola opera – recente o molto indietro del tempo – da raccontare. Una rubrica pensata per dare risalto a tutti gli aspetti di un singolo lavoro, dalla sua origine al processo creativo, alla sua realizzazione.

Nelle passate pubblicazioni hanno contribuito Zoe De Luca, Simona Squadrito e Irene Sofia Comi