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Il potere dell’immaginazione – Dreamless Night di Ali Cherri alla GAMeC, Bergamo

Una mostra sulla fissità, sulla pesantezza e sulla violenza trattenuta. Ma anche una mostra sull’ambiguità, la leggerezza e la vulnerabilità dell’essere umano. Quella di Ali Cherri alla GAMeC di Bergamo, Dreamless Night – fino al 14 gennaio 2024 – è una mostra che si costruisce, sia visivamente che a livello contenutistico – su dei forti […]

Ali Cherri – Dreamless Night Veduta dell’installazione – GAMeC, Bergamo, 2023 Foto: Lorenzo Palmieri Courtesy GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo e Fondazione In Between Art Film

Una mostra sulla fissità, sulla pesantezza e sulla violenza trattenuta. Ma anche una mostra sull’ambiguità, la leggerezza e la vulnerabilità dell’essere umano. Quella di Ali Cherri alla GAMeC di Bergamo, Dreamless Night – fino al 14 gennaio 2024 – è una mostra che si costruisce, sia visivamente che a livello contenutistico – su dei forti contrasti. Prima di affrontare i contenuti delle opere, racchiusi in modo magistrale nel video The Watchman, la mostra di Cherri curata da Alessandro Rabottini e Leonardo Bigazzi (rispettivamente Direttore Artistico e Curatore di Fondazione In Between Art Film), è un percorso espositivo che gioca sulla dicotomia dei linguaggi, sull’abilità dell’artista di maneggiare pietra, creta, sabbia, legno e ferro – dunque materiali resistenti – accanto all’utilizzo dell’acquerello, una tecnica che richiede la massima abilità e controllo, e la pittura su tessuto, pratica un po’ meno complessa ma altrettanto esigente di cautela. Idiomi espressivi differenti per affrontare in modi diversi un tema specifico come la vita militare, l’impegno come sentinella, ma anche l’ambiguità dell’essere un soldato che difende un territorio – reale o ideale – così come temi come l’essere un figlio che abbandona la famiglia per andare a combattere. Oggi, più che mai sensibili alle notizie che giungono dal Medio Oriente, una mostra come Dreamless Night porta a confrontarci con verità molto scomode e dolorose. 
Tutta la mostra si sviluppa dall’opera cardine The Watchman, una video installazione di grande formato ambientata a Cipro, territorio al centro di tensioni decennali tra le comunità locali greca e turca. Le prime scene mostrano il volto assorto di un soldato che scruta l’orizzonte. Dalla profondità del suo sguardo intuiamo che ciò che scruta è molto di più rispetto alla realtà che lo circonda: un paesaggio interiore fatto di tormento misto a noia esistenziale. Con pochi ma studiatissimi cambi di scena, partendo dalla vita di un semplice soldato il cui compito è sorvegliare la frontiera della non riconosciuta Repubblica Turca di Cipro del Nord, metaforicamente Cherri ci racconta di una paura molto più vasta e indefinibile: quella della costruzione del nemico, immaginario o reale che sia. Il tempo sospeso e immutabile che vive il soldato è spesso intervallato dallo schianto di un pettirosso sul vetro della torre di guardia. Questi accadimenti segnano, a livello metaforico, la caducità dell’esistenza stessa, non solo del soldato, ma dell’uomo nella sua finitezza. 
Ecco allora che dalla luce cristallina del giorno, dove tutto appare reale e controllabile, con l’avanzare della sera e l’arrivo della notte, il fantomatico nemico, il plotone invasore temuto, arriva sotto forma di una lunga fila di soldati senza occhi ed espressione: demoni interiori frutto della viva immagine del soldato o spettri di presenze negative frutto di un’aberrante ideologia?
La stanchezza quotidiana che assale il giovane soldato si mischia ad un eccesso di immaginazione per dar vita ad uno scenario i cui riverberi prendono forma in molte opere in mostra. Tra queste, il grande dipinto No Man’s Land (Theater Backdrop) del 2023 che riprende i paesaggi assolati del film, mostrando elementi quali la torre di vedetta dove sta appollaiato il soldato, i veicoli militari e i carrarmati abbandonati e il cartello di avvertimento che vieta di entrare in questo territorio liminare.

Ali Cherri – Dreamless Night Veduta dell’installazione – GAMeC, Bergamo, 2023 Foto: Lorenzo Palmieri Courtesy GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo e Fondazione In Between Art Film

In quello che a tutti gli effetti potremmo pensare come un fondale teatrale – Cherri lo ha commissionato ad una pittrice che di mestiere fa fondali per i teatri – si trova una sintesi iconografica di molti elementi che ritroviamo nel film. In primo piano, quasi in scala 1:1, un filare di cactus, piante che soprattutto nei paesi nel Mediterraneo è un elemento che delimita una zona dall’altra; un confine naturale molto infestante che si replica in modo molto veloce, ma che allo stesso tempo marcisce velocemente. Ecco allora che ritorna il concetto di confine, in questo caso labile ed effimero. Nella sala seguente troviamo, immortalati con dovizia di particolari, sia i cactus che i pettirossi che appaiono nel film nella serie di acquerelli We Grow Thorns so Flowers Would Bloom, (2023).
Nelle sale al secondo piano, il linguaggio scultoreo si fa predominate. Con The Dismembered Bird, (2023) Cherri mette in contrasto materia e temporalità in un corto circuito di contrasti. La grande aquila che campeggia nella sala è ridotta in pezzi, dunque smonta l’idea sedimentata che l’aquila sia un uccello di potere e forza, ribadendo questa fragilità anche nell’utilizzo dei materiali: mentre la testa è una scultura cinquecentesca in pietra proveniente dalla Prussia, le ali e il corpo sono fatti di creta e sabbia, trattati come se si dovessero sbriciolare da un momento all’altro. Anche nella sala seguente, con The Seven Soldiers, (2023), Cherri si confronta con opere di grandi dimensioni, in questo caso sette grandi teste in resina, fibra di vetro, creta e sabbia, che rappresentano soldati dagli occhi chiusi, che richiamano le inquietanti figure del film. Se in The Watchman le file di soldati senza sguardo camminavano spediti nella notte, con The Seven Soldiers ad inquietare è la grandezza di queste teste, la loro vuota e muta imponenza. 
Alle teste prive di sguardi seguono quattro soldati mollemente appoggiati alle pareti. Liberando o svuotando le sculture dei soldati dalla retorica iconografica che li vuole retti, rigidi e monumentali, l’artista ci restituisce, con Wake up Soldiers, Open Your Eyes, 2023, delle presenze stanche e afflosciate su se stesse, forse gravate non solo dal dolore ma da una profonda e inconsolabile solitudine. 
L’ultima stanza, presenta The Prickly Pear Garden, 2023: ritornano i fichi d’india che abbiamo visto nel film e nel grande dipinto iniziale. Con queste commoventi sculture in resina, Cherri dà prova della sua particolare sensibilità nel ritrarre una natura desolante che sembra disfarsi sotto il nostro sguardo. Traslucida, cangiante, iper-realista, la materia che compone i cactus immortala le piante nelle loro più svariate fasi di crescita e decadimento. Leggiamo nella presentazione: “Come fossili nell’ambra, sono strettamente legate all’interesse di Cherri per la storia materiale insita negli oggetti, in questo caso, piante diffuse in tutto il Mediterraneo, che sono state importate da imprese coloniali oltreoceano e sono testimoni di violenza in più continenti ed epoche.”

Ali Cherri – Dreamless Night Veduta dell’installazione – GAMeC, Bergamo, 2023 Foto: Lorenzo Palmieri Courtesy GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo e Fondazione In Between Art Film
Ali Cherri, The Watchman, 2023 Video Still Courtesy the artist, Fondazione In Between Art Film, and Galerie Imane Farès, Paris