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Massimo Grimaldi e i corpi digitali al XNL Arte di Piacenza

Una mostra che nasce da un incontro: un dialogo polifonico che crea un ponte ideale attraverso il tempo. XNL Arte, a Picenza, ha dato avvio alla prima di quattro mostre legate al concetto del ‘guardare’ a cura di Paola Nicolin. Sul Guardare è il titolo di un ciclo di esposizioni dedicato a opere meno note provenienti […]

Massimo Grimaldi, In Kurdistan* 2023 Doppio video su due pannelli Com- munication, tubi in acciaio inox, 10’ Courtesy l’artista e ZERO…, Milano
Massimo Grimaldi, In Kurdistan* 2023 Doppio video su due pannelli Com- munication, tubi in acciaio inox, 10’ Courtesy l’artista e ZERO…, Milano

Una mostra che nasce da un incontro: un dialogo polifonico che crea un ponte ideale attraverso il tempo. XNL Arte, a Picenza, ha dato avvio alla prima di quattro mostre legate al concetto del ‘guardare’ a cura di Paola Nicolin. 
Sul Guardare è il titolo di un ciclo di esposizioni dedicato a opere meno note provenienti dalle collezioni di musei piacentini e del territorio, messe in dialogo con il lavoro e la ricerca di artisti contemporanei. Il titolo è mutuato dalla celebre serie televisiva, Waysof Seeing, composta da quattro mini-film, scritti e interpretati dal critico d’arte, poeta, saggista, scrittore, drammaturgo e artista John Berger (1926-2017). 
Il primo artista dei quattro appuntamenti in programma è Massimo Grimaldi, invitato a dialogare con Donna sudanese (1936), una scultura in bronzo di Nardo Pajella e Ritratto di Emma Grammatica (1911), un dipinto olio su tela di Lino Selvatico, entrambi provenienti dalla Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi
Nonostante non ci sia nessun nesso tra le due opere storiche con la serie di opere in mostra di Grimaldi (selezionate tra quelle prodotte dal 2014 ad oggi), il dialogo temporale che si crea tra “un uomo occidentale e il volto di un’anonima donna africana seguita dalla rappresentazione del corpo sinuoso di Emma l’attrice, avviluppata in un abito succinto (…) sono due figure femminili scolpite o dipinte che producono innesti e cortocircuiti visivi attorno alla poetica del ritratto e la rappresentazione dell’umano, che dialogando a distanza con le immagini di Massimo Grimaldi”. 
Il ritratto e la rappresentazione dell’uomo sono al centro di tante opere di Massimo Grimaldi. Sia esso martoriato o iper-decorato, mutilato o frammentato in migliaia di pixel, affaticato o trasformato in un ibrido dalle forme indefinite. Le opere in mostra a Piacenza, realizzate tra il 2014 e il 2023 – tre delle quali realizzate per questa occasione – consistono tutte in slideshow di immagini fotografiche o pittorico-grafiche, mostrate su iPad o videoproiettati su coppie di schermi sagomati. 
Avvolti in un buio quasi totale, ci addentriamo nella grande sala espositiva scoprendo la prima opera in mostra: In Kurdistan ( un doppio video a due pannelli, realizzato proprio per il progetto Sul Guardare). Il video racconta ciò che l’artista ha visto in quella regione medio orientale negli scorsi mesi di giugno e luglio. Le immagini documentano l’attività del centro di riabilitazione e reintegrazione sociale di EMERGENCY a Sulaymaniyah. 

Massimo Grimaldi, Translucent Island* 2023 Doppio slideshow su due pannelli Communication, tubi in acciaio inox Courtesy Marval Collection, Milano
Massimo Grimaldi, Translucent Island* 2023 Doppio slideshow su due pannelli Communication, tubi in acciaio inox Courtesy Marval Collection, Milano

Con uno “sguardo carezzevole” Grimaldi ci racconta le speranze, le fatiche, i dolori di una moltitudine di pazienti amputanti che vengono sottoposti a trattamenti di fisioterapia e l’applicazione di protesi. Eccola allora che a paesaggi a aridi o verdeggianti, si mischiano bambini che saltellano su gambe posticce, adulti affaticati che tentano di tornare alla normalità con gambe di plastica e anziani che – molti dei quali increduli – tentano di camminare come fossero infanti nel tentativo di muovere quelli che sembrano dei primi passi. 
La triste bellezza di queste immagini dialoga con altrettanto frammentate e discontinue immagini nel doppio slideshow Translucent Island (2023), nella serie di iPad che mostrano Tomorrow’s Kiss, (2022) e Imaginary Friends (2023). Queste opere digitali come Portraits, Shown on Two Apple iPad Air 2s (2014) e i tre lavori (dallo stesso titolo) Scarecrows, Shown on Apple iPad Pro (2017) fanno parte di una ricerca che Grimaldi sta approfondendo da oramai un decennio verso le manipolazioni delle immagini attraverso programmi informatici. 
Queste opere consistono tutti in slideshow di volti o corpi realizzati attraverso l’uso combinato e deformante di una serie di app che simulano digitalmente degli effetti pittorici, o che applicano i più svariati filtri facciali. Ma dal modello base da cui l’artista è partito, dopo svariate trasformazioni digitali il volto o l’autoritratto (come nel caso di Portraits, Shown on Two Apple iPad Air 2s) perde  la capacità di ricordare l’immagine di partenza. Il risultato sono ibridi fuori controllo, una sorta di innocui Frankenstein dalle fattezze spesso infantili o, per l’inverso, con tratti bestiali e mostruosi.  
Tecnicamente, spiega un testo che accompagna la mostra, “le figure sono composte con l’ausilio di tool di intelligenza artificiale, con cui Grimaldi dialoga lungo tutto il processo della loro composizione. Le figure vengono montate pezzo per pezzo, e ogni stato compositivo intermedio viene permutato da AI generativi in molteplici variazioni, tra cui l’artista sceglie le più funzionali e inaspettate da integrare nell’assemblaggio grafico che va progressivamente componendosi. Le figure vengono quindi carenate e diventano lucenti, si impastano con i materiali più improbabili, e iniziano ad abitare l’immaginario complesso e stratificato dell’artista.”

Massimo Grimaldi, Translucent Island* 2023 Doppio slideshow su due pannelli Communication, tubi in acciaio inox Courtesy Marval Collection, Milano

Le piccole tavole degli iPad pulsano ad intermittenza con queste strane e imprevedibili figure che, immaginate in uno sfondo nero, sembrano galleggiare in una densa etere che ne deforma l’epidermide.  Le figure sembrano il frutto di una bizzarra aberrazione genetica che rende i corpi delle forme morbide e grassocce, provvisti di tanti arti quanto l’immaginazione può sperimentare. I volti – urlanti, sopiti, ammiccanti o allucinati – sembrano richiamare forme già viste in serie di cartoons animate, ma anche da esseri terrorizzanti di film e video horror. I colori sono vividi e cangianti, tanto quanto i corpi sono innaturali e post-umani. 
Il grande pannello installato proprio davanti al dipinto Ritratto di Emma Grammatica e a pochi passi da In Kurdistan, ospita Translucent Island un doppio slideshow che fa parte di una trilogia di videoinstallazioni sulle “isole lucenti” che Grimaldi sta realizzando. Inevitabile sovrapporre alla lettura di In Kurdistan questa altrettanto toccante carrellata di corpi deformati e mollicci. La fascinazione per i colori vivaci e pulsanti delle epidermidi stride con la passività e fiacchezza dei corpi rappresentati spesso sdraiati, accasciati o riversi in quella che sembra una spiaggia. Quando non galleggiano, queste presenze sono riverse tra delle astratte onde del mare: tutto appare soave e sereno non fosse per l’inquietante cedevolezza di questi corpi che richiamano, per le loro forme, le deformazioni di Bacon, Picasso della fine degli anni ’30 (Donne sulla spiaggia), ma anche molta pittura italiana, da Mario Sironi a Carrà. 
Spiega il testo: “appaiono come delle fantasticazioni tropicali, come una messa in scena di quell’esoticità latente in tanto lavoro dell’artista, che non casualmente trascorre lunghi soggiorni alle Azzorre.”
Uno dei fattori che rendono questa mostra distintiva  è il tempo. Gli slideshow, infatti, sono programmati per inibire la contemplazione. Ogni immagini appare e scompare dopo pochi secondi: al volto assorto di un personaggio, ne appare uno subito dopo deformato e isterico. Come se l’artista avesse calibrato la velocità con qui siamo abituato a ‘vivere’ nei social media o nelle piattaforme digitali, anche in mostra, il ritmo si fa serrato, il tempo per lo studio delle immagini e la loro comprensione, si fa brevissimo. Ecco allora che l’immutabilità delle pittura su tela, la fissità delle forme su supporti come il bronzo e il marmo, lasciano il posto all’effimera impressione di quelli che potremmo definire come i nostre (tristi) alter-ego digitali. 

Massimo Grimaldi, Portraits, Shown on Two Apple iPad Air 2s 2014 Doppio slideshow su due iPad Air 2 Apple Courtesy l’artista, West, L’Aia e ZERO…, Milano