“Percependo la violenza dello strappo delle immagini dai loro supporti originali, La mano nel Sacco assume lo stesso principio formale nei gesti estranei, barbari, per riempire i buchi, le mancanze, riaccendere un dialogo sepolto. Il corpo performativo se ne appropria: il suono si deposita nello spazio mentre la geografia sonora avanza.
Entriamo a passi felpati in un luogo di osservazione silenziosa. Entriamo come ospiti tra questi muri che ereggono davanti a noi vedute verticali, narrazioni frammentate. Una rappresentazione densa di anonimi volti, antichi e temibili. Tre performers e un musicista si insinuano tra il loro ritmo, tra un quadro e l’altro. Attraversano lo spazio come una scrittura, da sinistra a destra. Si fanno cogliere nell’atto di specchiarsi con selvaggia vanità in quelle pose di mani ossute, che reggono teste, spade, rami, in quegli sguardi dalle pupille piccole e acute. Rispondono con barbarismi a voci cristallizzate per sempre, per riattivare nel presente il segreto di quelle figure, tirarlo giù dai muri, deporlo a terra, per appropriarsene e metterlo nel sacco.”
Con parole poetiche, l’artista, regista e performer Silvia Costa, ci racconta La mano nel sacco, la performance ideata da lei e Nicola Ratti, su commissione della Pinacoteca Nazionale di Bologna e Xing.
Questa “rappresentazione densa di anonimi volti, antichi e temibili” è ospitata venerdì 6 ottobre (dalle 19.30 con replica alle 21) proprio nelle sale della Pinacoteca, luogo che per sua vocazione custodisce la memoria del passato. L’azione performativa attraversa le sale del museo: la sala degli Affreschi e la stanza delle Sinopie, per continuare sulla grande sala dedicata a Mezzaratta, in un movimento d’incontro tra due temporalità: l’una stabilizzata, verticale; l’altra precaria, orizzontale, quella che gli esseri del presente sovrappongono. La mano nel Sacco è un percorso in prospettiva in cui pubblico e performer avanzano fisicamente e mentalmente, per strati, come il processo visibile sui muri.
La performance è stata preceduta da un incontro pubblico (il 28 settembre) con Silvia Costa e Nicola Ratti. La performer e il musicista hanno racconta il processo creativo dal quale ha avuto origine La mano nel sacco e le motivazioni che hanno generato un’installazione temporanea che sarà visibile nella sala dedicata agli affreschi di Mezzaratta da sabato 7 ottobre – in occasione della Diciannovesima Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani – a domenica 5 novembre.
L’installazione – nata dalla collaborazione di Costa e Ratti con l’artista Nicola Martini – è una sorta di condensa sia dell’ideazione che dell’attraversamento della performance. Spiega Silvia Costa: “Proprio come una sinopia, solo i profili delle cose rimangono a ricordarci che un dopo c’è stato. C’è già stato. Le ombre dei tre corpi giaceranno deposti a terra attraverso il profilo dei loro costumi. Un costume-corpo a guardia di ogni stanza. Insieme a loro in una composizione precisa, si poseranno gli oggetti che saranno stati usati, toccati, spostati. I fili che li hanno uniti in tocchi e azioni saranno tesi tra le stanze, a mostrare la memoria delle linee dei loro percorsi. I suoni saranno diffusi nella sala delle Sinopie senza che se ne veda la fonte, come un’eco dello spazio stesso”.
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria
Link per la prenotazione
ven 6 ottobre 2023 h 19.30 + h 21
Silvia Costa/Nicola Ratti – La mano nel Sacco (performance, première)
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria (capienza limitata)
scrivere a info@xing.it
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sab 7 ottobre > dom 5 novembre
Silvia Costa/Nicola Ratti – La mano nel Sacco (installazione)
Ingresso con il biglietto del museo, negli orari di apertura (martedì e mercoledì ore 9-14; da giovedì a domenica e festivi ore 9-19; lunedì chiuso)
Giornate a ingresso gratuito: 7 ottobre, 4 e 5 novembre
La mano nel Sacco è parte di Membrane Culturali, progetto multidisciplinare che intende re-immaginare gli spazi della Pinacoteca Nazionale di Bologna, abitando con differenti linguaggi artistici le sale del museo, attraverso musica classica e contemporanea, danza, performance e attività laboratoriali. Si tratta di un palinsesto della durata di sei mesi, composto di 18 appuntamenti, realizzato in collaborazione con l’Orchestra Senzaspine e parzialmente finanziato attraverso il contributo della Direzione Generale Spettacolo del Ministero della Cultura.
Membrane Culturali fa parte di Bologna Estate 2023, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città Metropolitana di Bologna – Territorio Turistico Bologna – Modena.