Testo di Francesca Cerfeda —
Blessed by magic ceramics
Ho conosciuto Rachele Montoro nell’inverno del 2019, durante una residenza svoltasi presso Casa Morra, a Napoli, pensata e curata da Cesare Pietroiusti. Rachele si occupava principalmente di fotografia, con una particolare e personale interesse legato all’astrologia, ai tarocchi, a quel mondo occulto – magico, che è parte integrante e viscerale della cultura napoletana.
Ricordo che in quei mesi passati a Casa Morra, Rachele lesse le carte a molti artisti coinvolti nella residenza, svelando loro il futuro relativo alle faccende d’amore, carriera, fortuna. Quell’azione non si limitava ad essere una mera stesa di carte, era una vera è propria performance, che oscillava tra il cabarettistico e il profetico, leggera nell’approccio ma profonda nel contenuto.
Nella stanza parallela a quella dove si svolgevano “le letture”, era ed è esposta, una delle opere più belle della collezione Morra, il grande neon blu di Vettor Pisani riportante la frase ”Il mio cuore è un cupo abisso”. Ed è Forse proprio in quel a cupo abisso, che si sviluppa e verso la quale tende, la ricerca di Rachele, dove l’inconscio, la finzione, l’ambiguo, si articolano in una complessa pantomima, confezionata in un’immagine istrionica, tanto ironica quanto intensa.
Quando lo scorso ottobre io e Claudia Di Francesco iniziammo a pensare ad un progetto di residenza d’artista da sviluppare all’interno della programmazione di Latte, pensai subito al lavoro di Rachele, e alla sua innata capacità di creare relazioni attraverso i suoi interventi performativi. L’aspetto partecipativo e relazionale, era proprio quello che ci interessava e sul quale volevamo puntare per la costruzione di questo progetto.
Abbiamo deciso di invitare Rachele Montoro con il suo alter ego astrologico Paola Volpe, una versione queer di Paolo Fox (con un pizzico di Britney Spears), specializzata in rituali energetici e cabert astrologici.
Latte si è trasformato nello studio astrologico di Paola Volpe, ed in occasione del Festival Sorelle è nata la performance “Like a summons to all my foolish blood”, dove un gruppo di dieci persone scelte in base alle loro condizioni astrologiche, sono state coinvolte in un rituale di unione energetica. Il rituale prevedeva uno scambio, ciascuno dei partecipanti portava con sé un dono che è stato consegnato all’artista-oracolo per la costruzione della sua wunderkammer.
Tutto questo si è svolto in un’atmosfera dalla vibes anni Novanta, tra poster, stickers e grafiche animate, realizzate ad hoc da Claudia Di Francesco per Paola Volpe.
Successivamente Paola Volpe alias Rachele, ha iniziato a modellare una serie di piccoli amuleti apotropaici in ceramica presso lo studio OFFICINA CERAMICA FAENZA di Andrea Kotliarsky.
Si sono susseguite alcune giornate di lavoro, dalle quali sono nati quaranta amuleti, modellati nel mese di maggio, a ridosso delle due terribili alluvioni che hanno stravolto la quotidianità della città di Faenza e dei suoi abitanti.
Sono figure buffe, con richiami espliciti al mondo dei cartoni animati e della cultura pop. Piccole sculture plasmate dalle mani dell’artista, da quelle della sua compagna, dalle mani di amici e curiosi di tutte le età, addetti del settore e neofiti.
Icone nate da un inaspettato atto corale, liberatorio e unificatore.
Un rito magico, dove Rachele, nei panni di un asceta pop, si è messo in ascolto dei presenti, dispensando consigli dettati dalla congiunzione degli astri, fornendo loro oroscopi e profezie. Intorno a quel tavolo di lavoro sono state create delle forme, prive di qualsiasi pretesa o velleità stilistica, figlie di un gesto più o meno consapevole,di celebrazione alla vita e alla leggerezza. L’artista ha conferito un nome e delle proprietà ad ogni amuleto, trasformandoli in veri e propri oggetti difensori, per allontanare le avversità e attirare la buona sorte.
Gli amuleti e le loro profezie sono stati fotografati e catalogati all’interno di un piccolo almanacco dalla forma ibrida (qualcosa a metà tra una pagina di oroscopo e di unmagazine di cronaca rosa).
La restituzione della residenza avverrà i durante i primi di settembre ,in occasione di Made in italy (evento biennale dedicato alla ceramica), con la performance “Blessed by magic ceramics”, dove le sculture plasmate durante la permanenza di Paola Volpe nella città di Faenza, avranno la valenza di oggetti magici con cui i partecipanti potranno connettersi.
L’operazione compiuta dall’artista durante questi mesi di ricerca, è stata simile allo schema presente nelle leggende o nelle favole, dove la maga-donatrice munisce l’eroe di un oggetto magico e di una salvifica profezia, capace di aiutarlo lungo il viaggio; sicuramente per noi e per chi ha conosciuto Paola Volpe, è stato cosi’!
Latte bio
Latte Project Space prende forma a Faenza nel 2021, ideato da Francesca Cerfeda e Claudia Di Francesco. Il progetto nasce dalla decisione di trasformare lo studio in uno spazio di condivisione, dove invitare artisti emergenti con cui ragionare e confrontarsi sulle pratiche estetiche, generando un nuovo canale per l’arte contemporanea.