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“Corpo nudo” a Centrale Fies | Inizia la programmazione estiva

Renderle vive, attive, coinvolgenti e animate. Grazie all’intervento fisico degli artisti, opere inanimate e chiuse, diventano altro. La mostra The Naked Word ha l’obbiettivo di fare proprio questo: attivare le opere in mostra. Con la curatela di Simone Frangi e Barbara Boninsegna, il progetto espositivo ospitato dal 30 giugno al 31 luglio a Centrale Fies, […]

Tarek Lakhrissi – Unfinished Sentence
Marco Giordano – Touching the brink

Renderle vive, attive, coinvolgenti e animate. Grazie all’intervento fisico degli artisti, opere inanimate e chiuse, diventano altro. La mostra The Naked Word ha l’obbiettivo di fare proprio questo: attivare le opere in mostra. Con la curatela di Simone Frangi e Barbara Boninsegna, il progetto espositivo ospitato dal 30 giugno al 31 luglio a Centrale Fies, ospitale le opere e gli interventi di Marco Giordano, Jota Mombaça, Tarek Lakhrissi, Florin Flueras e Alina Popa. Proprio il giorno dell’opening, il 29 giugno, sarà dato avvio ad un programma performativo concepito come attivazione di alcune delle opere.

Il titolo della mostra è mutuato da un saggio – The naked word: The trans-corporeal ethics of the protesting body – di Stacy Alaimo, professoressa e studiosa femminista, scritto nel 2010. Le teorie approfondite dalla teorica spaziano nella comprensione nel tentativo di comprendere in che modo il “corpo nudo” funzioni nell’ambito di eventi di protesta legati alla giustizia ambientale, al diritto alla salute e alle politiche queer.
Per Alaimo, la nudità del corpo umano esposto in protesta è leggibile come “una performance etica della vulnerabilità – la vulnerabilità alleata e reciproca di uomo/animale/ambiente”: è infatti in questo senso che Alaimo riprende nel saggio il termine “trans-corporeità”, che lei stessa creò per enfatizzare la correlazione dei corpi umani non solo tra loro, ma anche con creature non umane e con altri paesaggi fisici. L’umano è dunque, nel suo linguaggio nudo, un materiale carnale come (e legato, se non in debito con) molte altre carni. In questo spazio di riflessione etico-politica, artiste ed artisti internazionali incrociano i propri sguardi, riformulando l’idea di interdipendenza carnale e le possibilità di protesta e insurrezione tras-corporea.

Con la mostra The Naked Word, prende ufficialmente avvio le attività estive di Centrale Fies. Nel weekend del 30 giugno – 1 e 2 luglio si terrà l’annuale appuntamnto legato a Live Works – Free School of Performance. Durante questo primo weekend saranno presenti i fellows di Live Works Vol. 10, che presenteranno l’esito del loro anno di affiliazione con Centrale Fies: Bassem Saad e Sanja Grozdanić, Yoojin Lee, Eoghan Ryan, Alice Giuliani e Camilla Strandhagen, Teo Ala-Ruona e Artor Jesus Inkerö, Thalia Pigier, Endi Tupja.

Per il secondo anno Centrale Fies presenterà la AGITU IDEO GUDETA fellowship, assieme a Razzismo Brutta Storia e Black History Month of Florence, con l’artista selezionata lo scorso anno, Soukaina Abrour. La fellowship -pensata come a una affirmative action- vede la sociologa e curatrice Mackda Ghebremariam Tesfaù e il curatore e attivista Justin Randolph Thompson, affiancare la board curatoriale di Centrale Fies.

Come ogni anno i Fellows saranno accompagnati da Guest Artists del calibro di Harald Beharie, Rabih Mroué, Lina Majdalanie & Mazen Kerbaj, Nkisi. Durante il weekend si terranno anche talk e poetry reading all’interno della Live Works free school of performance con Sinthujan Varatharajah, Francesca De Rosa, Lola Olufemi, come sempre aperte al pubblico su prenotazione. Un momento di espansione della programmazione in cui non solo il pubblico ma l’istituzione stessa ha occasione di apprendere nuovi saperi, criticità e modalità lavorative.

Sinking could be, Jota Mombaça, 2022, episode 1 of super feelings, de Appel Amsterdam. Photo Sander van Wettum
Florin Flueras – Collapse Yoga