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Dara Birnbaum – Osservatorio Fondazione Prada, Milano

Testo di Angelica Lucia Raho — Al pian terreno dell’Osservatorio Fondazione Prada, nella Galleria Vittorio Emanuele II di Milano, è visibile un video in cui si riconosce la figura di Wonder Woman, dal popolare programma televisivo degli anni Settanta. Osserviamo il lavoro di decostruzione di un personaggio femminile eroico, creato dall’industria mediatica dominata dallo sguardo […]

Exhibition view of “Dara Birnbaum” Osservatorio Fondazione Prada, Milan Photo: Andrea Rossetti Courtesy: Fondazione Prada Dara Birnbaum Technology/Transformation: Wonder Woman, 1978-79 Courtesy Dara Birnbaum e / and Electronic Arts Intermix (EAI), New York
Exhibition view of “Dara Birnbaum” Osservatorio Fondazione Prada, Milan Photo: Andrea Rossetti Courtesy: Fondazione Prada Da sinistra a destra: Dara Birnbaum Six Movements: Chaired Anxieties: Abandoned, 1975 Courtesy Dara Birnbaum and Electronic Arts Intermix (EAI), New York Dara Birnbaum Six Movements: Mirroring, 1975 Courtesy Dara Birnbaum and Electronic Arts Intermix (EAI), New York
“Dara Birnbaum” Osservatorio Fondazione Prada, Milan Photo: Andrea Rossetti Courtesy: Fondazione Prada Da sinistra a destra: Dara Birnbaum Computer Assisted Drawings: Proposal for Sony Corporation, NYC, 1992 / 2017 Courtesy Dara Birnbaum, Miller ICA eMarian Goodman Gallery

Testo di Angelica Lucia Raho

Al pian terreno dell’Osservatorio Fondazione Prada, nella Galleria Vittorio Emanuele II di Milano, è visibile un video in cui si riconosce la figura di Wonder Woman, dal popolare programma televisivo degli anni Settanta. Osserviamo il lavoro di decostruzione di un personaggio femminile eroico, creato dall’industria mediatica dominata dallo sguardo maschile, sintomo della diffusione di immagini stereotipate della femminilità. Siamo davanti a Technology/Transformation: Wonder Woman (1978-79), opera di Dara Birnbaum (1946), che accoglie alla mostra antologica dell’artista, a cura di Barbara London, Valentino Catricalà ed Eva Fabbris. La modalità di esposizione di questo lavoro evoca una delle sue iniziali presentazioni nella vetrina dell’H-Hair Salon de Coiffure, Inc. nel quartiere di Soho a New York.

La mostra non segue l’ordine cronologico, ma offre allo spettatore una visione ampia e complessa del lavoro dell’artista concentrandosi sulla metodologia, sugli strumenti e sulle fonti delle sue opere. Troviamo infatti video monocanale, opere audio, installazioni multicanale, fotografie e stampe 3D su Plexiglas. La produzione copre gli anni tra il 1975 e il 2022, un periodo particolarmente significativo per l’evoluzione della comunicazione e dei mass media, per la riflessione intorno all’importanza delle immagini ad ampia diffusione, un periodo denso di artisti che hanno sperimentato con il video, medium di cui Birnbaum è stata tra le prime innovatrici rivoluzionarie. 

La mostra prosegue con Operation: December 16-17-18 (1998), un montaggio audio di notizie diffuse in diretta mentre gli Stati Uniti iniziavano a bombardare l’Iraq. L’effetto è il trauma acustico, il richiamo del tamburo tribale della radio, com’è definita da Marshall McLuhan, un medium che tocca intimamente l’essere umano, capace di risvegliare sensazioni arcaiche. Attraverso la serie Six Movements è possibile tracciare una linea di partenza non solo dell’opera di Birnbaum, ma anche delle prime significative sperimentazioni con il video in ambito artistico. Le performance sono infatti ispirate al lavoro di Vito Acconci (1940-2017), rivolto a creare una intensa relazione fisica e comunicativa con l’Altro. Birnbaum concepisce queste operazioni come esercizi con l’obiettivo di analizzare la separazione tra il corpo e la sua rappresentazione, attraverso azioni ripetitive e un rovesciamento del soggetto da maschile a femminile. Così agisce in Mirroring (1975), l’immagine riflessa rielaborata dagli scritti di Jacques Lacan, creando la tensione fisica e visibile tra il suo corpo reale, l’immagine allo specchio e il video che noi osserviamo. Continuano i riferimenti letterari con Damnation of Faust Trilogy, realizzata tra il 1983 e il 1987, in cui l’artista attualizza, in un parco giochi a Soho, l’opera La dannazione di Faust di Hector Berlioz, basata sul Faust di Goethe. La trilogia manifesta la sua continua indagine sui mass media e il capitalismo, utilizzando una lente femminista per parlare di lotta sociale per la definizione dell’identità personale.

Pop-Pop Video: General Hospital/Olympic Women Speed Skating, 1980 6’, color, stereo sound Courtesy of Dara Birnbaum and Electronic Arts Intermix (EAI), New York
“Dara Birnbaum” Osservatorio Fondazione Prada, Milan Photo: Andrea Rossetti Courtesy: Fondazione Prada A sinistra: Dara Birnbaum Damnation of Faust Trilogy, 1983-87 Damnation of Faust: Evocation, 1983; Damnation of Faust: Will-O-The-Wisp (A Deceitful Goal), 1985; Damnation of Faust: Charming Landscape, 1987 Courtesy Dara Birnbaum e / and Electronic Arts Intermix (EAI), New York
New Music Shorts, 1981 5’41”, colore, audio stereo Courtesy Dara Birnbaum ed Electonic Arts Intermix (EAI), New York

Pop-Pop Video è la serie degli anni Ottanta in cui l’artista utilizza il montaggio alternato: preleva delle immagini tratte da soap opera, programmi sportivi, spot pubblicitari e telefilm, analizza quello che definisce “il trattamento televisivo”, e ne ricalibra la sintassi attraverso la ripetizione e la sovrapposizione del suono. Il trattamento dei materiali audiovisivi è una caratteristica essenziale del suo linguaggio: tra le varie operazioni nel 1981 realizza New Music Shorts, in analogico, per documentare le esibizioni di diversi musicisti in live. L’artista crea delle composizioni frame-in-frame mostrando simultaneamente i musicisti, il pubblico e il temporale che si scatena all’esterno durante la performance incidendo sul suono.

In Journey: Shadow of the American Dream (2022) assistiamo alla recente svolta autobiografica. L’installazione multicanale esplora la memoria infantile dell’artista, segnata dalla cultura del dopoguerra. L’installazione affronta con uno sguardo critico il messaggio dell’american dream e analizza la comunicazione mediatica di quel periodo. Inoltre affronta il tema del cambiamento urbanistico, causato dalla guerra, attraverso tre gigantografie che ritraggono gli Howard Apartaments del Queens – dove l’artista viveva con la famiglia negli anni Cinquanta – e il complesso residenziale di Levitton, uno dei primi sobborghi di case prefabbricate negli Stati Uniti. Oggi come allora i media hanno un impatto sull’esperienza e sull’infanzia delle persone. Quest’idea è affermata dall’artista attraverso trasposizioni digitali di filmini in 16mm girati da suo padre durante i suoi primi anni di vita, posti al centro con ai lati sei canali video e audio che manifestano il passaggio dalla radio alla televisione e i suoi contenuti come importante mezzo di formazione culturale. 

A conclusione della mostra l’opera di forte impatto Transmission Tower: Sentinel (1992), commissionata per documenta IX dal curatore Jan Hoet. Si tratta di una vera torre di trasmissione ROHN con otto piccoli monitor. Come una cascata scorrono le immagini di Allen Ginsberg che nel 1988 legge una versione rivisitata della poesia Hum Bom!, mentre George H.W. Bush tiene il suo discorso di accettazione alla Convention Repubblicana e si svolgono delle manifestazioni studentesche. Ritorna ciclicamente l’eco del tamburo tribale nella violenza della guerra e nella voce di Ginsberg: «Whom bomb? We bomb them! […] What do we do? Who do we bomb? […] You bomb! You bomb them! […] We bomb! We bomb them!».

Exhibition view of “Dara Birnbaum” Osservatorio Fondazione Prada, Milan Photo: Andrea Rossetti Courtesy: Fondazione Prada Dara Birnbaum Journey: Shadow of the American Dream, 2022 Courtesy Dara Birnbaum e Marian Goodman Gallery
Journey: Shadow of the American Dream, 2022 (Video still) 16mm film to 4K digital video. Color, stereo, 35:43 min. from: 6-channel color video installation. Stereo sound with 5 channels mono sound. 3 vinyl murals (2 wall and 1 seating platform), black-and-white Courtesy of the artist and Marian Goodman Gallery Copyright: Dara Birnbaum
“Dara Birnbaum” Osservatorio Fondazione Prada, Milan Photo: Andrea Rossetti Courtesy: Fondazione Prada Dara Birnbaum Journey: Shadow of the American Dream, 2022 Courtesy Dara Birnbaum e Marian Goodman Gallery
“Dara Birnbaum” Osservatorio Fondazione Prada, Milan Photo: Andrea Rossetti Courtesy: Fondazione Prada Da sinistra a destra / From left to right: Dara Birnbaum Lesson Plans (To Keep the Revolution Alive), 1977 Courtesy Dara Birnbaum e Marian Goodman Gallery