Il corpo umano, il regno animale e il movimento inteso come forza vitale: tre aspetti della vita non solo fondamentali, ma anche portatori di un’intrinseca bellezza. Accomuna questi tre argomenti una parola: naturalezza. Del corpo animali in movimento, della crescita del corpo nel regno animali, la gestualità del quotidiano.
Ed è sempre con naturalezza che tre importanti artiste si incontrano idealmente in una mostra, per dialogare, ogni con la propria esperienza, su questi tre importanti temi.
La galleria Raffaella Cortese riunisce Simone Forti, Joan Jonas e Kiki Smith, per tre distinti progetti, rispettivamente Distant Lands, Draw on the wind e The Cat Himself Know.
Per la sua terza mostra personale in galleria, ospitata in via Stradella 1, l’artista americana Joan Jonas presenta Draw on the wind: un ‘selva’ di aquiloni che, al nostro passaggio, oscillano delicatamente, quasi in modo impercettibile. L’opera è nata durante un viaggio dell’artista ad Hanoi, aggiungendo le proprie sagome ritagliate alle forme di animali e fate del folklore Jarai e Viet realizzate a mano in Vietnam con bambù e carta Dó. Jonas ha già utilizzato gli aquiloni e le sculture di carta in altre occasione: nell’installazione Stream or River, Flight or Pattern (2016-17). Creando una dimensione favolistica, fatta di materiali raccolti dalle fiabe e dai saggi, dai miti e dal folklore locale, l’artista ci invita a ritrovare il senso dello stupore e della meraviglia che, spesso, si perde con l’età adulta. Con questa grande (e felice) installazione Jonas ci suggerisce una dimensione ludica e giocosa, sollecitando la nostra immaginazione per creare un illusorio cielo infinito dove soffia un altrettanto immaginifico vento. Ecco allora che le forme sembrano condensare la vita marina, terreste e acquatica con delle forme ambigue che potrebbero essere uccelli, pesci, piante o animali.
Protagonista dello spazio in Via Stradella 4 e l’artista americana Kiki Smith con la mostra The Cat Himself Knows. Già negli anni scorsi Smith aveva portato a Milano le sue presenze silenti: Guardiane, due monumentali sculture di bronzo per il progetto di arte pubblica ArtLine. In merito a queste opere permanenti, l’artista raccontava:“Queste gatte sono due benevoli protettori a guardia del quartiere. I gatti sono mistici compagni che ci donano gioia e conforto. Questi animali sacri, come molte altre creature viventi, sono oggi percepiti come un peso nelle città moderne (…) La mia opera per ArtLine si ispira ai gatti che vivono nel fossato del Castello Sforzesco.”
Se allora a sollecitare la sua immaginazioni sono stati i gatti milanesi, per la mostra dalla Cortese, a queste tenere figure si aggiungono piccioni, scoiattoli, alberi e forme astratte: una polifonia di animali che si possono immaginare abitare un paesaggio urbano o una galleria, come in questo caso. Ma non solo, a queste animali, in forma mimetica, si aggiungono mani che stringono un cuore o dei piccione. Armonia e serenità è l’atmosfera che crea questo teatro di natura urbana addomestica.
Lo spazio principale della galleria, in via Stradella 7, ospita la mostra Distant Lands di Simone Forte. In mostra una selezione di disegni dalla serie News Animations, uno dei progetti che meglio racconta la sua pratica artistica. Il concetto di notizia e informazione – elementi che oggi sono decisamente studiati e analizzati per la complessità e stratificazione ottenuta nel tempo dai mezzi di comunicazione – nella ricerca di Simone Forti diventano un pretesto per esplorare le potenzialità del linguaggio, le sue dimensioni e le possibili analogie con la danza, i movimenti, le immagini e la musica. Spesso, la sua pratica è stata raccontata come movimenti che ‘ballano’ le notizie. Interiorizzate, sentite, vissute, le notizie sono espresse dall’artista in forma lirica, sublimate in movimenti e azioni. Le opere in mostra, dunque sono trascrizioni, immagini e disegni delle News Animations: un mezzo per catturare lo spirito delle ‘news’ in forme poetica, caricandole di un forte e suggestivo potere in quanto sintesi della società e del mondo contemporaneo.
L’artista, imbattendosi in una notizia in modo assolutamente casuale, è riuscita a trasformare concetti e vissuti, in danza o più in generale in movimenti che privilegiano il sentire rispetto al vedere.