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BUT IT DID HAPPEN | Spazio in situ, Roma

But it did happen, mostra collettiva ospitata dall’artist-run space romano Spazio In Situ, è un tentativo di ricognizione intorno ai temi della fallibilità e dell’imprevedibilità. Il titolo, tratto da un fotogramma contenuto nel film Magnolia di Paul Thomas Anderson, allude alla necessità di far fronte, o quantomeno rispondere, alla surreale tragicità e irragionevolezza connaturate all’esperienza umana. La […]

But it did happen, installation view at Spazio In Situ, Roma, foto Marco De Rosa
Federico Tosi, Acqua male (vento forte) 2020, terracotta, smalto, colore ad olio, ossido di rame, 14 x 10 x 17 cm, courtesy l’artista e Galleria Monica De Cardenas

But it did happen, mostra collettiva ospitata dall’artist-run space romano Spazio In Situ, è un tentativo di ricognizione intorno ai temi della fallibilità e dell’imprevedibilità. 
Il titolo, tratto da un fotogramma contenuto nel film Magnolia di Paul Thomas Anderson, allude alla necessità di far fronte, o quantomeno rispondere, alla surreale tragicità e irragionevolezza connaturate all’esperienza umana. 
La frase, contenuta nel film e verosimilmente pensata come elusiva risoluzione della sua trama, sembra contenere un certo grado di sarcasmo, come se davanti alla disfatta fosse più saggio arrendersi, assecondando ironicamente il fallimento; allo stesso tempo pare assumere il carattere di una replica volta a dimostrare la veridicità di una storia tanto straordinaria e inverosimile da risultare incredibile.
Nella mostra, dunque, ogni opera si presenta come l’attestazione di un insuccesso o di un evento surreale, materializza il fallimento delle utopie (Vaste Programme, Tutto intorno a te) o l’avverarsi di distopie (Acqua male (vento forte) di Federico di Tosi), illustrando altresì il valore propulsivo e generativo implicitamente contenuto nell’imprevisto e nel disatteso (Italo Zuffi, Se non ti disannodi, 2023). 
Se, per esempio, Virale di Benedetta Fioravanti riflette sulla pervasività caratteristica delle immagini trasmesse dai nostri dispositivi, When In Doubt Land Long di Giorgia Accorsi fa atterrare un grande paracadute nello spazio espositivo, fornendone anche una paradossale documentazione.
Allo stesso modo, se Fischia e verrò da te, intervento site-specific di Davide Sgambaro, interroga sull’esaurimento e la frustrazione generati da un sistema economico fondato sull’iperproduttività e la “performatività”, le opere di Federico Tosi raccontano futuri distopici formalmente e cromaticamente seducenti. 
Nella mostra il disincanto, l’infrangersi dell’utopia, prende forma in maniera tragicomica e seducente: l’irreparabile e l’imprevedibile divengono a un tratto desiderabili, come se assecondassero l’umana fascinazione per l’entropia.
La pulsione negativa si trasforma in generativa e alla distruzione si sostituisce la creazione. 

BUT IT DID HAPPEN 
Giorgia Accorsi, Giovanni De Cataldo, Benedetta Fioravanti, Vaste Programme, Davide Sgambaro, Federico Tosi, Italo Zuffi
A cura di Giulia Gaibisso
Spazio in situ
27 gennaio – 2 marzo 2023

Vaste Programme, Tutto intorno a te, 2023, 220 x 180 x 6 cm, installazione, tecnica mista, Courtesy il collettivo
Giovanni De Cataldo, Solo una bravata, 2019, resina epossidica e pigmenti, 97 x 73,5 x 60 cm, courtesy l’artista
Italo Zuffi, Se non ti disannodi, 2023, pittura vinilica su tela, 4 elementi di cm 50 x 50 x 2 cm cad., courtesy l’artista
Benedetta Fioravanti, Virale, 2019, Iphone, Video HD, colore, suono, 4min, courtesy l’artista
Davide Sgambaro, Fischia e verrò da te, 2023, installazione site-specific, petardi esplosi, bruciature su superfici, dimensioni variabili, courtesy l’artista
Giorgia Accorsi, When In Doubt Land Long, 2017, paracadute, corde di nylon, barbecue, dimensioni variabili
But it did happen, installation view at Spazio In Situ, Roma, foto Marco De Rosa