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Fabio Roncato, Momentum (Adda) | Platea, Palazzo Galeano, Lodi

Testo di Giulia Russo — Il tempo esiste perché lo rappresentiamo, siamo in grado di percepirlo solo attraverso dei dispositivi che ne misurano il passaggio, ma è estremamente complesso dargli una forma.La ricerca di Fabio Roncato nasce proprio dalla volontà di registrare visivamente questa azione di passaggio, imprimendo nella materia molle e dormiente, il flusso […]

Fabio Roncato, Momentum lost wax sculpture in aluminum Courtesy the artist

Testo di Giulia Russo

Il tempo esiste perché lo rappresentiamo, siamo in grado di percepirlo solo attraverso dei dispositivi che ne misurano il passaggio, ma è estremamente complesso dargli una forma.
La ricerca di Fabio Roncato nasce proprio dalla volontà di registrare visivamente questa azione di passaggio, imprimendo nella materia molle e dormiente, il flusso delle correnti.

Dopo un attento studio del territorio locale, il punto di partenza identificato dall’artista è stato una porzione dell’Adda, inteso come fonte di vita, canale di scambio e vettore, che da millenni trascina tutto ciò che incontra, percorrendo montagne, boschi e terreni sempre più aridi. Il fiume disegna sentieri, delimita confini e rappresenta la metafora perfetta di quell’assunto eracliteo sul divenire incessante delle cose. Se è vero che non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume, attraverso la pratica dell’immersione e della colatura, Roncato cristallizza un istante, fissando il tempo che letteralmente gli scorre tra le mani. L’impeto generato dall’incontro dell’acqua con la cera liquida si configura in un contorcimento della materia, un pezzo unico dalla forza prorompente.

Lo scopo del suo lavoro è quello di creare un sistema instabile all’interno del quale la scultura possa sviluppare un comportamento libero e indipendente. In tal senso il suo rapporto con il paesaggio svolge un ruolo di prim’ordine, infatti sono proprio gli elementi naturali a determinare la forma dell’opera, grazie alla loro interazione chimica ogni volta diversa e perciò imprevedibile.

Fabio Roncato, vetrina Platea Palazzo Galeano

Tuttavia, operando nel luglio del 2022, in condizioni climatiche assolutamente straordinarie, che hanno causato l’emergenza idrica con temperature torride fuori da qualsiasi pronostico, l’ambiente si è rivelato piuttosto ostile per Roncato, mettendo notevolmente a rischio la realizzazione dell’intero processo. Un eccessivo innalzamento del grado di calore dell’acqua non avrebbe consentito lo shock termico necessario per formulare una reazione con la cera naturale, impedendo di fatto di registrare il mo(vi)mentum. Inoltre, la conservazione a temperatura costante della materia ha reso essenziali le operazioni al crepuscolo per favorirne uno spostamento più agevole e sicuro.Una volta raggiunta la fonderia, la scultura è stata ulteriormente interrata al riparo di un cilindro di terra rossa, in previsione della fusione.

Fa riflettere come qualcosa che si autodefinisce nel giro di un istante, necessiti di così tante cure a posteriori. Sebbene occorrano una manciata di secondi per imprimere la figura, trascorrono interi mesi affinché questa diventi un’opera d’arte. La preziosissima anima di cera che ne risulta è una creatura nobile, che per settimane mantiene vivo nella sua memoria impressa, quel twist generato insieme alla forza dell’acqua, fino a quando non le si chiede di lasciare lo spazio che abita alla lega metallica, al contatto con la quale si scioglie irrimediabilmente. Solo dopo questo interminabile trattamento siamo in grado di osservare l’opera conclusa, che nella sua configurazione finale riesce a preservare la leggerezza e l’impalpabilità di un incontro accaduto eppure appena accennato.

La personale site-specific di Fabio Roncato, a cura di Gaspare Luigi Marcone, chiude il ciclo d’indagine svolto da Platea sul territorio lodigiano scandagliato in ogni aspetto, nel corso di questo secondo anno di attività.

Fabio Roncato
17 dicembre 2022 – 28 febbraio 2023
Platea – Palazzo Galeano
Corso Umberto I, 50 26900 Lodi

Fabio Roncato, Momentum, Adda foto Daniele Marzorati