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Transfer: Tony Cragg al Museo Novecento di Firenze

Testo di Arianna Canalicchio — “Voglio fare un lavoro che abbia lo stesso intenso effetto che ha su di me guardare la Natura”. Il Museo Novecento di Firenze e l’Istituto degli Innocenti, ospitano Transfer, la nuova monografica dell’artista inglese Tony Cragg. La mostra curata da Sergio Risaliti e Stefania Rispoli sarà visibile dal 22 settembre […]

Transfer – Tony Cragg al Museo Novecento di Firenze – Installation view

Testo di Arianna Canalicchio

“Voglio fare un lavoro che abbia lo stesso intenso effetto che ha su di me guardare la Natura”. Il Museo Novecento di Firenze e l’Istituto degli Innocenti, ospitano Transfer, la nuova monografica dell’artista inglese Tony Cragg. La mostra curata da Sergio Risaliti e Stefania Rispoli sarà visibile dal 22 settembre 2022 al 15 gennaio 2023. 

Pensata e costruita in stretta collaborazione con l’artista e il suo studio, la mostra si concentra su una selezione di sculture e opere su carta e tenta di analizzare l’evoluzione del processo creativo del maestro inglese. Con questo progetto il Museo Novecento torna inoltre a collaborare con l’Istituto degli Innocenti di Firenze; per l’occasione infatti è stata collocata la grande scultura in legno Stack al centro del Cortile degli Uomini permettendole di dialogare con un ambiente dalle pure forme architettoniche rinascimentali creando un contrasto tra contemporaneo e tradizionale.

All’interno degli spazi del Museo, invece, la mostra si articola su due piani coinvolgendo anche il chiostro che accoglie tre sculture di grandi dimensioni Versus, Masks e Spring realizzate in bronzo e legno. Cragg ha sempre dato una grande importanza al materiale, sperimentandone durante tutta la sua carriera molti differenti, dalla gomma, al legno, al vetro, alla resina fino all’utilizzo di oggetti industriali o organici. Entrando nella prima sala sono subito visibili numerose sculture dai colori accesi e dalle forme morbide; Cragg nei suoi lavori parte sempre dall’osservazione del reale e della natura, fissa queste suggestioni in schizzi e bozze e solo successivamente comincia a lavorare la materia. Il percorso di creazione della scultura non è però inteso come una mera costruzione di un progetto, ma al contrario l’artista si lascia guidare dalla materia, ne segue le reazioni e le necessità, in questo modo l’opera si rivela solo col passare del tempo e con l’evoluzione delle sue forme. 

La mostra prosegue al pian terreno con due documentari mentre nella cappella rinascimentale, adibita ormai a luogo espositivo, troviamo alcuni disegni e un grande lavoro interamente realizzato in vetro sabbiato. La scultura composta da diversi vasi, bicchieri e brocche appoggiati, ma non fissati, su piani sovrapposti, ci parla della fragilità del passare del tempo che nel suo divenire opacizza ed erode il vetro. 

La mostra di Cragg non si presenta solamente come una vetrina del suo lavoro ma si propone di raccontare il processo creativo; è stata infatti riallestita parte del suo studio a Wuppertal in Germania. Come si capisce bene entrando nella sala, si tratta di un laboratorio di progettazione con tecnici e artigiani che lavorano per produrre le sculture del maestro. Alla parete sono visibili fotografie dell’interno dello studio, mentre al centro della stanza un grande tavolo da lavoro ospita attrezzi, bozzetti, prototipi, disegni, materiali diversi e molto altro. 

Salendo al primo piano continua l’indagine sul processo di elaborazione creativa, troviamo infatti una selezione di opere su carta presentate senza titolo e senza datazione. La mancanza di riferimenti nelle didascalie, come ha spiegato in occasione della conferenza stampa la curatrice Stefania Rispoli, è voluta da Cragg per lasciare libera interpretazione a chi guarda. “Il disegno è un’attività primaria che fa quotidianamente” ha spiegato la Rispoli  “ma è come se rimanesse sempre un passo indietro rispetto alla scultura, questa si scontra con il reale e affronta problemi reali come la staticità e la difficoltà nell’uso dei materiali. Il disegno è come se rimanesse sempre su un piano ideale di sogno, con esso si elaborano le idee ma non ci permette di entrare dentro la superficie, che è quello che a lui interessa”. 

Il lavoro su carta è dunque concepito come uno strumento essenziale, ma non autonomo, e propedeutico all’elaborazione plastica: la sala infatti è allestita confrontando in maniera didascalica disegni e acquerelli con la loro realizzazione in scultura. Le forme di Cragg sono frutto di una lunga lavorazione e di una continua sperimentazione della materia: manipolando e distorcendo i caratteri crea delle sculture semanticamente ambigue che oscillano tra astrazione e figurazione e nelle quali rimane però sempre un riferimento al reale, eco dell’ispirazione primaria dell’artista: la natura. 

Tony Cragg. Transfer
Museo Novecento, Firenze
Istituto degli Innocenti, Firenze 
22 settembre 2022 – 15 gennaio 2023

Transfer – Tony Cragg al Museo Novecento di Firenze – Installation view
Tony Cragg In Frequencies_#01_43x26x36, Bronze, 2020 Foto Michael Richter