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Qualcosa nell’aria | Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino

Testo di Barbara Ruperti — «Come l’anima nostra, che è aria, ci tiene insieme, così il soffio e l’aria abbracciano tutto il mondo.»(Aët. DK 13B2) C’è qualcosa nell’aria che trascende la sua natura atmosferica.Una sostanza tutt’altro che inerte: matrice di...

VERSO – Qualcosa Nell-Aria – Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino
Carolina Caycedo, Care Report – FSRR – VERSO – Qualcosa Nell’Aria

Testo di Barbara Ruperti —

«Come l’anima nostra, che è aria, ci tiene insieme, così il soffio e l’aria abbracciano tutto il mondo.»
(Aët. DK 13B2)

C’è qualcosa nell’aria che trascende la sua natura atmosferica.
Una sostanza tutt’altro che inerte: matrice di vita. Una corrente che incanala le energie e le diffonde sotto forma di parole, suoni e odori. Un etere amniotico che abbraccia i nostri corpi e plasma il loro incontro nello spazio. L’aria ci attraversa e noi la abitiamo. Come un’architettura invisibile essa ci accoglie, unendoci in un unico respiro globale.

È a quest’elemento che è dedicata la mostra collettiva Qualcosa nell’aria, in corso fino al 12 giugno alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Ultimo capitolo di un percorso espositivo in quattro atti, la mostra raccoglie il lavoro di tredici artistə per esplorare la riappropriazione dello spazio pubblico e raccontare le implicazioni politiche che questo elemento genera in relazione ai mutamenti ambientali, alle strategie di difesa e alle dinamiche di potere tra esseri umani.

Il titolo supera la naturale definizione dell’aria, che per la sua trasparenza e impercettibilità è spesso considerata un elemento neutrale, e ne svela le contraddizioni e i conflitti. L’aria si veste di un carattere sociale e politico, rivelandosi ora come risorsa da proteggere, ora come oggetto di contesa, nemico invisibile o sofisticata arma di offesa.
Iniziato con l’analisi del discorso di protesta in Burning Speech, seguito dalla resistenza all’oblio in Memory Matters e dalla contronarrazione del silenzio in Safe House, Qualcosa nell’aria prosegue e chiude il ciclo sul potere del linguaggio come strumento politico di difesa e di offesa, proposto nell’ambito del programma espositivo di Verso. Il quarto capitolo riconduce il discorso dall’oggetto al soggetto, dalla parola al suo mezzo di propagazione originario: l’aria. Il nastro si riavvolge, le onde sonore ripercorrono a ritroso il viaggio fino alla fonte, le corde dello strumento vocale assorbono il suono e i polmoni si riempiono.
Qui ha inizio la mostra, nel silenzio del nostro diaframma contratto. Nell’apnea che precede la fuoriuscita della voce. 
La prima sala si apre con Democracies l’opera video di Artur Zmijewski (attualmente in mostra al PAC di Milano, con la mostra La paura mangia l’anima). Dalle piazze all’etere digitale, l’aria rappresenta uno strumento di protesta: gonfia il petto e lo trasforma in cassa di risonanza. Nello schermo i manifestanti sfilano lungo l’asfalto, in una successione di coreografie ricamate da un unico filo invisibile. Lo spazio pubblico ritratto da Zmijewski è alcova che accoglie il corpo e lo espone a manifesto. La partecipazione democratica rappresentata in venti brevi filmati provenienti dalle città di tutto il mondo viene intesa come forma di rivendicazione identitaria trasversale che accomuna ideologie spesso in contrasto tra loro.

Alberto Tadiello, 25L, 2010 – FSRR – VERSO – Qualcosa Nell’Aria
FSRR – VERSO – Qualcosa Nell’ Aria

Nel corridoio un grammofono totemico ci spia di sbieco al nostro fianco. Il fischio tenue e continuo dell’opera di Alberto Tadiello è una presenza inquieta e sibilante, pronta ad esplodere da un momento all’altro, uno strumento ad aria compressa che richiama alla mente la tecnologia silenziosa e mortale delle armi acustiche che sorprendono colpendo alle spalle.  
Proseguendo lungo il percorso le opere Andreas Gursky, Carolina Caycedo, Eclectic Electric Collective / Tools for Action, Marwa Arsanios, Natascha Sadr Haghighian, Ghita Skali, Sandra Mujinga, Rory Pilgrim, Sara Leghissa e Muna Mussie si articolano negli spazi della Fondazione offrendoci una prospettiva inedita sulle interconnessioni tra economia, politica e mutamenti ambientali. L’aria diventa strumento di resistenza e di protezione, etere attraverso il quale scambiare informazioni e costruire una rete di collaborazione globale. 
Infine ci accoglie Black Flag 1 di Arthur Jafa, una coltre scura che ci mostra le due facce della storia americana: da una parte, sospesa in primo piano, la bandiera degli Stati Confederati d’America e dietro di essa quella degli Stati Uniti d’America, nascosta nell’ombra. Sottratte al vento, si ergono a monumento statico e asfissiante, simbolo della schiavitù e della supremazia bianca. 
Un pensiero  ci riporta ai fatti di cronaca di queste settimane, ai conflitti sotterranei tra i popoli e alla guerra, quella vera, che ci tiene con il fiato sospeso. Dietro ai racconti delle bombe e dei drammi umani che stanno accadendo a pochi chilometri da noi, avvertiamo qualcosa nell’aria. La voce di chi resiste e quella di chi attraverso parole e azioni difende la libertà.
Una voce che urla: potete toglierci tutto ma non l’aria dai nostri polmoni. 

Verso. I giovani tra cultura, tecnologia e partecipazione politica è un progetto di Regione Piemonte – Assessorato alle Politiche Giovanili e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, nell’ambito del Fondo nazionale per le politiche giovanili. Un programma artistico ed educativo che attraverso mostre, workshop, visite-laboratorio e public programme si propone come piattaforma per affrontare l’autonomia e la realizzazione delle generazioni più giovani, la loro partecipazione alla vita sociale e politica, la prevenzione delle “nuove dipendenze”.

Qualcosa nell’aria
A cura di Irene Calderoni e Bernardo Follini
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino
17 marzo – 12 giugno 2022

FSRR – VERSO -Qualcosa Nell’Aria – Foto di Giorgio Perottino
Sara Leghissa, Fake Uniforms, 2021, courtesy the artist, photo credits Silvia Gottardi
El Martillo The Hammer, Eclectic Electric Collective in collaboration with antic@p, Marea Creciente [protest for UN Climate conference] Mexico, December 2010 Foto unknown