ATP DIARY

I (never) explain #132 | Pietro Agostoni

TINDER Dai demoni di fuliggine impressi sui muri di Almanac Inn. a Tanya, mummia di pipistrello incenerita sul pavimento di ADA, Tinder è una nuova ode al fuoco: musa che da anni anima la mia vita e la mia ricerca. Un ode è e nient’altro. Non so quale sia il suo significato. Non so se sia […]

TINDER

Dai demoni di fuliggine impressi sui muri di Almanac Inn. a Tanya, mummia di pipistrello incenerita sul pavimento di ADA, Tinder è una nuova ode al fuoco: musa che da anni anima la mia vita e la mia ricerca.

5 ottobre 2021

Un ode è e nient’altro. 
Non so quale sia il suo significato. Non so se sia arte.
Non mi interessa costruire sovrastrutture concettuali. Preferisco interagire in maniera naturale alla radice delle cose.
Provare ad essere uno strumento del subconscio.
L’importante per me è imprimere vitalità nella pratica, astraendosi, assottigliando il tempo che determina le scelte fino all’ultimo.
Il lavoro è così. Come “farlo” per la prima volta. Contiene il fallimento in sé come energia potenziale ma è in grado di stupire nella sua imprevedibilità.
Comunica un linguaggio tutto suo e non si avvale di un contenuto letterario che lo giustifichi.
Io non mi sento di doverlo fare.
Per me è una lanterna arrugginita divinatoria, ma ognuno è libero di rapportarsi a lei come vuole.
Una mattina ho preso un foglio e ho fatto un disegno a matita.

14 maggio

L’ho tagliato con un bisturi per 3 giorni.

17 maggio

La mattina seguente ho iniziato a flettere e incastrare le lingue seguendo l’idea di un origami a bocciolo: ci sono dei petali che vanno a chiudersi in un bulbo, c’è una corolla circolare alla base dalla quale queste silhouette si generano e sulla quale poggiano. 

20 maggio

Successivamente ho preso una lastra di rame e replicato questo procedimento.
Ho ricalcato un tracciato vettoriale che una macchina laser a intagliato sul metallo.

2 luglio

Nel frattempo ho costruito delle vasche in OSB in modo da immergere la lastra per un primo bagno ad acido nel cloruro ferrico.

L’ho schermata con la vernice satinata e incisa con una punta metallica per creare delle sottili scanalature. C’è una forma curvilinea con 4 protuberanze appuntite scavata al centro che funge da bacinella per pochi millilitri di alcol e essenze.

3 agosto

Un secondo bagno ne ha eroso la lucidità superficiale, ossidandola, corrodendola, rendendola più fragile e permeabile all’umidità.

4 agosto

Questa vulnerabilità è stata determinante durante l’ultimo step: la piegatura

17 agosto

Nella quale alcuni pezzi si sono rotti divenendo altri “utensili” utili alla mostra in Barriera.

14 settembre

Durante l’inaugurazione una candela al suo interno è stata accesa e un rituale propiziatorio è stato compiuto.


Le dieci pratiche artistiche scelte per questa sezione di I (never) explain sono eterogenee eppure collegate da uno specifico approccio; ognuna di esse si sviluppa tramite l’ascolto di materiali e medium, intendendoli nella loro accezione più organica, autonoma, viva. Ognuna di queste opere è il risultato di una pratica fondamentalmente alchemica, poiché definita da gesti e stratificazioni, procedendo per addizione e sottrazione, manipolando la materia fino a trasmutarla in microcosmi personali. 

A cura di Zoë De Luca

18 agosto

Per leggere gli altri interventi di I (never) explain

I (never) explain – ideato da Elena Bordignon – è uno spazio che ATPdiary dedica ai racconti più o meno lunghi degli artisti e nasce con l’intento di chiedere loro di scegliere una sola opera – recente o molto indietro del tempo – da raccontare. Una rubrica pensata per dare risalto a tutti gli aspetti di un singolo lavoro, dalla sua origine al processo creativo, alla sua realizzazione.

Dall’apertura della rubrica, tra i curatori invitati a selezionare gli artisti: Simona Squadrito, Irene Sofia Comi