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1999 — Antoine Renard & Libby Rothfled

[nemus_slider id=”64957″] — Antoine Renard & Libby Rothfled sono due giovani artisti che, grazie al progetto di residenze di Siliqoon, hanno potuto confrontarsi con una serie di aziende artigianali del territorio bolognese. La mostra ospitata da Marsèlleria (via privata Rezia 2)...

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Antoine Renard & Libby Rothfled sono due giovani artisti che, grazie al progetto di residenze di Siliqoon, hanno potuto confrontarsi con una serie di aziende artigianali del territorio bolognese. La mostra ospitata da Marsèlleria (via privata Rezia 2) fino al 14 aprile è il frutto di questa residenza, delle incursioni in ambiti non strettamente legati all’arte, ma sicuramente forieri di buone idee.

Il “1999” – forse una data, un codice, un segno divino? – apparentemente sembra dare, proprio per la sua ambiguità, il tono dell’intero progetto. Materiali, riferimenti formali, iconografia, ritmo allestitivo: partendo dai molteplici spunti che offre la mostra, il percorso si fa accidentato, tortuoso e senza dubbio stimolante. Rovistando nell’immaginario archivio dell’iconografia popolare, in parallelo a quello della storia dell’arte, i due artisti creano un tragitto molto particolare che si sviluppa in parallelo. Libby Rothfeld propone quattro set design composti da materiali e oggetti vari: ognuno si auto-sostiene e diventa ‘contenitore’ di altri elementi prelevati dalla realtà quotidiana come asciugamani, calze, bicchieri, vino, gesso, reti metalliche, tazze, sigarette… A questi prelevamenti l’artista associa delle vetrate finemente lavorate. Balzando indietro nel tempo, Rothfled rispolvera l’antica tecnica del cloisonné o altrimenti chiamato lustro di Bisanzio. E’ una tecnica di decorazione artistica a smalto, nella quale dei sottili fili o piccoli tramezzi metallici formano delle celle (detti in francese cloisons) che vengono saldati o incollati ad una lastra di supporto.
Ad una tecnica utilizzata per istoriare vicende cavalleresche o religiose, l’artista associa altrettanti elementi che raccontano, a loro volta, storie quotidiane condivisibili o immaginabili.

‘1999’ by Antoine Renard and Libby Rothfeld Curated and produced by Siliqoon at Marsèlleria, Milan 2017
‘1999’ by Antoine Renard and Libby Rothfeld Curated and produced by Siliqoon at Marsèlleria, Milan 2017

Agli “schermi” a-temporali di Libby Rothfled, le opere di Antoine Renard si sviluppano su paviemento creando dei criptici percorsi labirintici in metallo che accolgono delle forme liquide. Queste, se guardate con attenzione, nascono forme di dita, mani, unghie… sembrano resti di un corpo liquido, dissolto. Il lavoro di Renard viene così introdotto: “Presenze multiformi appaiono nei suoi lavori, dove il focus è direzionato verso l’entità umana: la sua natura fugace rimbalza su diversi aspetti, dai plasmatici calchi corporei che affiorano dal pavimento ai video girati dal volo di un drone sopra un cimitero. Anche la croce di ferro ricorda un tempietto votivo, sgocciolato dalla cera e tappezzato dei surreali flyer di Rothfeld. Lo scontro tra materiali organici e manufatti industriali culmina in una scultura cinetica che disegna su vetro, schizzandolo con un loop oleoso. I gesti uniscono tutte le opere, a prescindere dal loro essere vive o meccaniche, raffinate o decadenti.”

La mostra è introdotta dal racconto che segue —

Con l’arrivo di Tyler e Elisabetta a Settembre siamo diventati otto a vivere nella casa in Predabissi della mia defunta nonna materna. Nessuno di noi esce dalla propria stanza, fatta eccezione per il corridoio centrale che è considerato zona neutra. Da lì ritiriamo la posta e le numerose consegne a domicilio prestando attenzione a non sovrapporci. La più discreta è senza dubbio Maree, atteggiamento deducibile anche dalla sua presenza online purissima. Alle ore 10.20 per la prima volta suona il campanello, dal trillo capisco che il fattorino mi aspetta dietro la porta. Scosto il computer dalla pancia e scendo al volo dal letto. Dovrebbe essere la confettura di fichi che ho ordinato dal sito di un ecovillaggio nei pressi di Fujisato, luogo considerato da molti come la patria del primo hikikomori. Dallo spioncino non vedo nessuno, noto però che da sotto le mie ciabatte sbuca un foglio bianco formato A4 con una piccola scritta blu:

1999 Mi piego per raccoglierlo spostando il baricentro pericolosamente all’indietro, camminando poi verso la mia camera noto nel retro altre due righe:

1999 -Dall’assenza di contrassegni o francobolli deduco che qualcuno deve averlo semplicemente infilato sotto la porta. Lo lancio sul cuscino e rimettendomi al computer condivido la scoperta con gli altri. Reynart visualizza, lo vedo digitare.
Reynart: ma cos’è un invito o cosa? qualcuno lo ha ordinato?
Wanda: ahAhahhhaha
Io: Forse hanno in ostaggio la mia marmellata, ahaha
Mirco: Top! Andiamo a riprendercela! 😉

Dopo l’ultima nottata su tradingmania.it, la proposta di Mirco sembra quasi un’opzione plausibile e anche se per convincere Gabriel e Martina impiego tutto il giorno, alle 21,45 siamo tutti pressati in corridoio, pronti ad uscire per la prima volta quest’anno. Tutti tranne Maree.
Fuori l’impatto con l’aria fresca è piacevole e in 15 minuti svoltiamo compatti in Martiri Oscuri. La percorriamo da cima a fondo, su e giù almeno cinque volte. Sarà il buio (tutti i lampioni sembrano essere fuori uso) o la nostra voglia di casa ma il numero 3 sembra proprio non esserci. In silenzio decidiamo di ritornare sui nostri passi costeggiando i palazzi verdi modernisti fin su sul pianerottolo.
Dalla porta socchiusa fa capolino un viso tondo dal sorriso dolce.
Ciao ragazzi sono Maree. Presto entrate.

Antoine Renard Floor arrangement #1, 2017 Various dimensions Iron, resin, pigments, pigeon reseller
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Libby Rothfeld Western Express, 2017 40 x 84 x 40 cm Blowing glass, wine stalks, white wine, plaster, pigments, foam, wire mesh, red wine, plastic cups, glass cup, coffee, sand, cigarettes, trash, towels.
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