Testo di Daniele Licata —
Il primo weekend di Maggio segna la nascita di un nuovo appuntamento fieristico: è The Phair, fiera interamente dedicata alla fotografia. Da venerdì 3 a domenica 5 l’ex Borsa Valori di Torino ospita una selezione di 35 gallerie che propongono il meglio delle ricerche fotografiche contemporanee. Lo scopo è quello di incoraggiare e sostenere un preciso collezionismo, ma anche di animare il dibattito sul mezzo espressivo, sull’immagine “come evento concettuale prima che tecnico e descrittivo del reale” .
Luca Panaro, docente di storia della critica fotografica presso l’Accademia di Brera di Milano e presso il corso per curatori della Fondazione Fotografia di Modena, nonché membro del comitato curatoriale di The Phair, ci svela i segreti della rassegna.
Davide Licata: The Phair: una fiera – anzi, la fiera, la contrazione delle parole photography e fair. Da dove nasce l’idea di un appuntamento fieristico specificatamente dedicato alla fotografia?
Luca Panaro: È un’esigenza, cioè dedicare attenzione a un linguaggio molto utilizzato ma poco conosciuto come la fotografia. The Phair nasce inoltre dal desiderio delle gallerie più qualificate di avere un nuovo contenitore per valorizzare gli autori della propria scuderia che lavorano con l’immagine.
DL: Il progetto ha luogo a Torino, la città che ogni Novembre accoglie Artissima, fiera d’arte contemporanea di eccellenza a livello internazionale. Ed è accolto nei centralissimi spazi dell’ex Borsa Valori, non lontano da CAMERA, il Centro Italiano di Fotografia che in soli tre anni di attività è diventato punto di riferimento per le riflessioni sul tema. Quali sono le connessioni tra The Phair e il capoluogo sabaudo?
LP: Torino è una città interessante perché è sempre riuscita a conciliare l’amore per la tradizione a una spiccata vocazione contemporanea. Artissima ha saputo interpretare il gusto e la ricerca artistica internazionale in anticipo sui tempi. The Phair ha l’ambizione di diventare un punto di riferimento per la fotografia, capace di catalizzare l’interesse di collezionisti, curatori, musei e istituzioni estere.
DL: Le 35 gallerie invitate a partecipare all’evento colpiscono non solo per la qualità delle proposte, ma anche perché nessuna di loro tratta unicamente fotografia. È una scelta consapevole?
LP: È una scelta più che consapevole, rappresenta la volontà di lavorare sul “fotografico”, cioè l’insieme di categorie concettuali che rendono specifica un’immagine in quanto immagine fotografica. Diversamente, chi lavora unicamente sulla fotografia si interessa solitamente di aspetti squisitamente tecnici, sociologici e di costume. Le gallerie che abbiamo invitato hanno una particolare predisposizione a parlare dell’immagine, proponendo opere che nascono in seno alla fotografia ma tengono aperta la porta all’ibridazione con altri linguaggi.
DL: Nel 2019 una delle parole più diffuse, l’aggettivo “virale”, deriva specificatamente dalla comunicazione fotografica e dalla sua diffusione, sul web e non solo. Parallelamente, le mostre, i musei, le biennali, allestiscono l’opera d’arte con display che favoriscono la veicolazione dell’oggetto artistico secondo l’estetica e il linguaggio tipici di Instagram. Come si pongono la fiera e il comitato curatoriale nei confronti di tali fenomeni?
LP: Siamo ovviamente aperti all’evoluzione della fotografia, che quest’anno tra l’altro compie 180 anni. Un periodo di tempo abbastanza breve per considerare la fotografia un linguaggio ancora in evoluzione, ma abbastanza lungo per consentire (ormai senza troppi conflitti) la convivenza tra approcci più tradizionali e i nuovi linguaggi del web. Questo per dire che oggi parlare di fotografia significa amare le immagini in bianco e nero, opera dei grandi maestri del Novecento, così come apprezzare le nuove ricerche iconografiche che ogni giorno vediamo su Instagram.
DL: The Phair è una fiera ma anche un incubatore culturale: per quattro giorni, dal 2 al 5 Maggio, un fitto programma di incontri e talk arricchisce il dibattito sul mezzo fotografico in innumerevoli declinazioni. Quali sono gli ospiti e gli appuntamenti da non perdere?
LP: Abbiamo pensato alla formula della Web TV per far conoscere al pubblico di The Phair i protagonisti della scena artistica contemporanea che si sono distinti per un interesse particolare al fotografico. Una cinquantina di ospiti che saranno portatori di esperienze personali, ma anche interpreti di macro-temi oggetto dell’attuale dibattito sulla fotografia: editoria, new media, collezionismo, formazione, giovani autori, mercato, musei, committenza, istituzioni. Il ricchissimo programma di incontri-interviste è disponibile sul sito della fiera (). Dal 2 Maggio saremo in Live Streaming sul canale YouTube dedicato ()
DL: Tra gli stand che incontreremo in fiera c’è uno scatto o un artista che a sua volta acquisterebbe?
LP: Comprerei sicuramente un autore emergente. Credo che il mercato debba incoraggiare la ricerca.
THE PHAIR
Torino, Ex Borsa Valori
3 – 4 – 5 Maggio 2019
www.thephair.com
Le gallerie che partecipano a The Phair sono: 1/9 unosunove di Roma, Francesca Antonini di Roma, Alfonso Artico di Napoli, Enrico Astuni di Bologna, Valeria Bella di Milano, Continua di San Gimignano in provincia di Siena, Massimo de Carlo di Milano, Raffaella De Chirico di Torino, Tiziana Di Caro di Napoli, Doppelgaenger di Bari, Fabbrica EOS di Milano, Studio G7 di Bologna, Gagliardi & Domke di Torino, Guidi &Shoen di Genova, In Arco di Torino, Giò Marconi di Milano, MATÈRIA di Roma, METRONOM di Modena, Montrasio Arte di Milano, Franco Noero di Torino, Davide Paludetto di Torino, Francesco Pantaleone di Palermo, Alberto Peola di Torino, Giorgio Persano di Torino, Photo & Contemporary di Torino, Pinksummer di Genova, Poggiali di Firenze, PrimoPiano di Napoli, Lia Rumma di Napoli, Tucci Russo di Torre Piellice in provincia di Torino, Shazar di Napoli, Paola Sosio di Milano, Traffic di Bergamo, VisionQuesT 4rosso di Genova e Z2o Sara Zanin con sede a Roma.