SOMA – Abbiamo visto la luce…

11 Novembre 2010















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Ciao Elena!

Abbiamo bevuto il SOMA. Siamo diventati immortali. Abbiamo visto la luce. Abbiamo incontrato gli Dei.

La mostra all’Hamburger Bahnhof si è dimostrata all’altezza delle aspettative.
Penso che Carsten Höller sia riuscito a conciliare bene la spettacolarità dell’evento con il significato storico-scientifico della mostra.

Ma cos’è il Soma? Il Soma è quella bevanda miracolosa le cui leggendarie libagioni sono narrate nel Rigveda, il più antico dei quattro testi della religione Hindu. Gli ingredienti di tale bevanda restano tuttora sconosciuti.
Non tutti gli studiosi concordano nel dire che il Soma provenisse da una pianta. L’ipotesi che viene proposta in questa mostra (lo studio si basa sulle abitudini delle popolazioni nomadi che duemila anni prima di Cristo abitavano le pianure siberiane e dell’Asia Centrale) è che il Soma non fosse altro che un estratto ottenuto dall’ Amanita muscaria, probabilmente consumata con l’aggiunta di latte. Addirittura si ipotizza che il Soma fosse in realtà una bevanda ottenuta dall’urina di renna o di essere umano a cui era stato somministrato il fungo velenoso.

L’impressione che si ha quando si varca l’ingresso dell’enorme sala centrale dell’Hamburger Bahnhof è quella di entrare in uno zoo. Infatti non mancano né l’odore da stalla né il canto degli uccelli.
Ma a ben vedere, la mostra Soma, essendo divisa in due distinte metà, quella del mondo reale e quella del regno di Soma, rappresenta un esperimento scientifico sul comportamento di animali e insetti. Sono presenti 12 renne (divise in due separati recinti), 24 canarini (suddivisi in due coppie di gabbie bilanciate), 8 topolini e 2 mosche, tutti sottoposti allo studio comparativo. Cosa importante da sottolineare è il fatto che a una delle due metà è stato somministrato il Soma.

Le renne durante la prima ora sono state molto vivaci (quelle del settore sinistro mi sembravano più attive delle altre) e circolavano tranquille ma prudenti: sempre a una certa distanza dal recinto elettrico e dai visitatori. Nella seconda parte della serata, forse con il venir meno dell’eccitazione, si sono fermate e accovacciate per terra. Per loro fortuna, i canarini sono rimasti un po’ in disparte e mano a mano che la folla invadeva il salone, si sono fatti sempre più silenziosi (o forse è stato il forte vociferare della gente a sovrastare il loro canto). Per quanto riguarda le mosche, le ho viste entrambe girare senza sosta all’interno delle scatole trasparenti, ossessivamente com’è il loro solito (o anche di più?). Chi invece non si è proprio fatto vedere è stato il gruppo dei topolini. Forse perché erano gli unici ad aver la possibilità di sottrarsi alla vista dei visitatori, sono rimasti per tutto il tempo rintanati all’interno delle proprie cuccette.

Un discorso a parte merita la camera full-optional per quanti desiderano continuare le osservazioni scientifiche Soma – o non Soma. Al centro del salone, sopra una piattaforma sopraelevata, è stata collocata una camera da letto disegnata dallo stesso Carsten Höller. E’ infatti possibile prenotare una notte all’Hamburger Bahnhof. E trascorrere una notte al museo viene a costare la “modica” cifra di 1.000 euro. Sono inclusi: tour notturno alla collezione, bagno esclusivo (high class equipped) disegnato dagli architetti Düttmann + Kleymann, colazione e minibar presso il ristorante Sarah Wiener. Tra i servizi offerti vi è un non ben specificato security staff on site. La prenotazione vale per una o due persone, non so se sono previsti saldi stagionali o sconti comitiva, ma sarebbe bello sapere se qualcuno ha risposto all’iniziativa.

Un saluto da Berlino, a presto

Enrico Bressan

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