Sissi – Sacri Indici | Intervista con il curatore Leonardo Regano

Il LabOratorio degli Angeli a Bologna, ospita il progetto di Sissi: “Sacri Indici è una mostra che per la prima volta, in maniera dichiarata, esplora la connessione con l’aspetto spirituale della ricerca dell’artista”
3 Maggio 2022
Sissi, Sacri indici, LabOratorio degli Angeli, Bologna. Foto Ela Bialkowska – OKNO Studio

Rivoltare, esteriorizzare, mescolare…sono alcune delle azioni ricorrenti nella pratica di Sissi il cui lavoro torna in mostra in occasione di ART CITY Bologna al LabOratorio degli Angeli con un progetto a cura di Leonardo Regano. Per la prima volta con Sacri indici, questo il titolo scelto, le anatomie parallele, quelle create da Sissi collegando organi, funzioni ed emozioni, sono esplorate nel loro aspetto più spirituale. Una dimensione alla quale il curatore ci introduce con questa intervista in occasione dell’apertura della mostra inizialmente prevista a gennaio e ora aperta al pubblico.

Sacri indici è un progetto site-specific per il LabOratorio degli Angeli. Prima di addentrarci nei dettagli del lavoro, ci racconteresti qualcosa di questo luogo dal forte valore storico, ma fortemente teso al contemporaneo?

Leonardo Regano: Il LabOratorio degli Angeli è uno dei più importanti atelier di restauro presenti a Bologna, con più di quarantacinque anni di storia. La sua caratteristica più evidente – parlando di questo luogo come spazio fisico e architettonico – è l’insistere su una ex Chiesa, consacrata a Santa Maria degli Angeli e che a sua volta è sorta su un’edicola votiva risalente al XV secolo. Tre le evidenti tracce del suo passato (penso alle decorazioni parietali, al grande finestrone centrale dell’oratorio, alla facciata d’ingresso in via degli Angeli) e il lavoro che oggi vi si svolge all’interno, c’è una sorta di osmosi visiva, delle suggestioni che creano un passaggio di destinazione d’uso quasi naturale: te ne accorgi osservando i grandi tavoli da lavoro che su di essi accolgono le opere distese come le stole sugli altari; oppure i giganteschi aspiratori che ripartiscono la volta quasi a mo’ di archi rampanti, come se fossimo in una cattedrale gotica. 

La sede del LabOratorio degli Angeli è legata anche ad una storia “corporea”: il vescovo di Bologna Giovanni di Michele (in carica dal 1412 al 1417) fece trasferire in processione statua in legno di “Madonna con Bambino benedicente” alla cattedrale di San Pietro perché avesse una collocazione più dignitosa dati i numerosi miracoli a questa attribuita, ma in Via Orfeo i portatori persero la vista e incominciarono a barcollare. Un esempio di relazione tra spirituale e corporeo che può essere rintracciato anche nel lavoro di Sissi…

LR: Sacri Indici è una mostra che per la prima volta, in maniera dichiarata, esplora la connessione con l’aspetto spirituale della ricerca di Sissi. Il sacro, nel suo lavoro, è sotteso, sussurrato, è parte di un’indagine più profonda relativa all’interiorità dell’individuo che è intesa e letta spesso come fisica, corporea appunto ma è anche immateriale ed emotiva, intima. In queste grandi carte, Sissi celebra la vita e il suo mistero, il funzionamento del corpo e l’apparato riproduttore umano che crea connessioni con la dimensione viscerale e umorale della nostra biologia ma anche la tensione verso un elemento divino, la capacità di donare nuova vita che è un atto fisico e spirituale al contempo. Allestiti in una ex chiesa sconsacrata, gli Index sottolineano ed evidenziano questo aspetto della loro essenza come forse ancora mai fatto in precedenza.

Sissi, Sacri indici, LabOratorio degli Angeli, Bologna. Foto Ela Bialkowska – OKNO Studio

I corpi di Sissi, le sue mappe, sono la conseguenza di umori, di sensazioni che diventano vero e proprio fattore di cambiamento nel “normale” funzionamento corporeo…
LR: Quelli che giustamente osservi, sono cambianti improvvisi e inaspettati che hanno in sé il senso della scoperta e della meraviglia. Sissi conduce lo sguardo verso nuove visioni e sensazioni del corpo, attraverso percorsi labirintici e intricati, proponendo dei tracciati complessi come è complessa l’anatomia umana. E nel percorrere questo viaggio, lei ci impone la condizione della perdita di ogni riferimento al reale: le sue anatomie sono parallele perché perseguono finalità altre rispetto a quelle reali; sono differenti ma sono ugualmente possibili. Forse più che di un cambiamento del “normale” funzionamento corporeo, in questo suo immaginario si scoprono nuove possibilità di sviluppo biologico ed emotivo. 

La mostra si compone di otto grandi opere appartenenti al ciclo Index e un nuovo grande Index prodotto per l’occasione. L’impressione è quella di trovarsi di fronte ad una sorta di sacra sindone che mostra la dualità dell’organismo, carne e spirito…

LR: Questo nuovo grande Index, come gli altri che l’hanno preceduto, rappresenta una tavola anatomica immaginifica modellata sugli esempi classici della cultura scientifica del XVII e XVIII secolo. Nello specifico troviamo una tavola che presenta intestino e cervello umano uniti in una fioritura di connessioni nervose, ossee e cerebrali. La scienza medica ci parla di due cervelli, indicando il collegamento che esiste tra il sistema nervoso enterico e quello centrale. C’è un asse tra cervello e intestino in cui il corpo umano definisce il proprio rapporto con l’emozione e gli stimoli dei sensi. Ed è qui che, in effetti, si concretizza quella dualità di carne e spirito che suggerisci, ne diviene manifesta, esplicita. 

In mostra anche lavori di dimensioni più piccole, intime. In che relazione si pongono con il ciclo Index?

LR: In questo racconto sul corpo umano e la sua anatomia e spiritualità, Sissi ha immaginato di segnare punti fissi e monumentali, allestiti al centro dell’ex Oratorio quasi a definire un percorso di visita preciso. Nella loro verticalità e imponenza, gli otto grandi Index si rivelano quasi pilastri per un’architettura che si sovrascrive a quella esistente, scandendo con un ritmo chiaro e preciso lo spazio attorno. Alle pareti, le carte si fanno più piccole, ma anche più fitte e caotiche; sono lavori che si concentrano su dettagli e sui particolari anatomici, e in questo richiamano le decorazioni e gli ex voto che abitualmente segnano il punto più intimo e diretto della devozione cattolica.  Si tratta di lavori che raccontano un lungo processo creativo che nel tempo si è evoluto nelle sue forme e nelle cromie. Penso al ciclo delle fioriture linguali, per esempio, che nel periodo della pandemia non sono “fiorite”, sono rimaste arbusti e grovigli di segni privi di colore e di efflorescenze staminali. 

Sarà esposto anche il libro Anatomie Parallele, progetto sul quale Sissi lavora da moltissimi anni e dal quale deriva la poetica che la contraddistingue…

LR: La presenza in mostra di Anatomia Parallela I ci permette di dare coerenza al nostro racconto, mettendo in evidenza il punto primo, la riflessione da cui tutto poi è partito. Il primo volume, nato come un libro d’artista già durante gli anni degli studi in Accademia, è dedicato ai contenitori corporali dell’emotività ovvero stomaco, cuore, sessi e articolazioni. 

Il progetto sembra insomma costituirsi come una sorta di viaggio interiore per il pubblico stesso… 

LR: Credo che la capacità di creare empatia sia uno degli aspetti che contraddistingue maggiormente il lavoro di Sissi, e che in questa occasione si rafforza nell’incontro con un luogo così suggestivo come il Laboratori degli Angeli. Se si vorrà ascoltare e percorre lo spazio della mostra con la giusta attenzione, credo che la suggestione di un “viaggio interiore” per il pubblico che suggerisci possa davvero avverarsi.  

Sissi, Sacri indici, LabOratorio degli Angeli, Bologna. Foto Ela Bialkowska – OKNO Studio
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