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Ritratto di famiglia | Spazio X, Milano

Testo di Martina Matteucci — Group Material, collettivo di artisti nato a New York nel 1979, ha riflettuto molto sulla nozione di arte in contrapposizione alle politiche economiche del tempo. Nelle loro mostre combinavano spesso oggetti della cultura popolare con opere d’arte riconosciute e trasformavano così l’installazione stessa in dispositivo artistico. Ad esempio in occasione di […]

Ritratto di famiglia, Installation View at spazio X,  ass. culturale X Contemporary, Milano,  2018
Ritratto di famiglia, Installation View at spazio X, ass. culturale X Contemporary, Milano, 2018

Testo di Martina Matteucci —

Group Material, collettivo di artisti nato a New York nel 1979, ha riflettuto molto sulla nozione di arte in contrapposizione alle politiche economiche del tempo. Nelle loro mostre combinavano spesso oggetti della cultura popolare con opere d’arte riconosciute e trasformavano così l’installazione stessa in dispositivo artistico. Ad esempio in occasione di “The People’s Choice”, più tardi sottotitolata “Arroz con Mango”, espressione cubana tradotta con “che casino”, invitarono il vicinato a partecipare attivamente alla realizzazione dell’esposizione. La mostra, che si tenne in un piccolo negozio ristrutturato e adibito a galleria d’arte nell’East Village, fu composta interamente da oggetti e manufatti messi a disposizione dagli abitanti del quartiere e ritenuti da questi ultimi di grande rilevanza estetica ed emozionale. L’obiettivo era quello di proporre un’alternativa alla visione istituzionalizzata di arte, pubblico e mostra. Dopo sedici anni di attività Group Material si sciolse, ma l’eco delle sue idee e della sua passione ha influenzato diversi artisti e curatori.
Questo accade ancora oggi, come in Ritratto di famiglia, esposizione che prende vita da un processo collettivo e inclusivo, in cui lo spazio no profit Spazio X e il quartiere Chiesa Rossa di Milano entrano in dialogo per la prima volta. La mostra unisce le opere degli artisti coinvolti nel progetto con oggetti trovati o donati allo spazio. Dalle tessere del partito comunista italiano alle fotografie del quartiere, dalle tazzine della vicina al manufatto raccolto per strada, tutto può concorrere nella formulazione dell’incontro tra arte e società. Non esiste più una rigida separazione tra curatore, artista e pubblico: queste figure insieme entrano a far parte dello stesso processo, uno scambio di storie e valori che non si limita al rapporto tra i singoli individui, ma si estende ad una relazione più ampia che interessa l’intera comunità.

Ritratto di famiglia, Installation View at spazio X,  ass. culturale X Contemporary, Milano,  2018
Ritratto di famiglia, Installation View at spazio X, ass. culturale X Contemporary, Milano, 2018
Ritratto di famiglia, Installation View at spazio X,  ass. culturale X Contemporary, Milano,  2018
Ritratto di famiglia, Installation View at spazio X, ass. culturale X Contemporary, Milano, 2018

L’esposizione si presenta come una vetrina sul quartiere e i suoi abitanti, di cui lo storico Diego Morgera ripercorre le vicende che ne hanno caratterizzato lo sviluppo, a partire dai tempi più remoti fino a oggi. L’artista Adriana Tomatis, invece, rimane colpita da alcune bambole donate e dal recupero di un Mate Burialdo, un frutto di origine peruviana. Questi oggetti la riportano alle sue origini e alla scoperta di un po’ di sé nel quartiere milanese, caratterizzato da una forte presenza di suoi concittadini. Decide perciò di creare un canale Youtube dove insegna a cucinare il “t’anta wawa”, un dolce tipico peruviano, e di portarlo in mostra come simbolo di condivisione. Anche Benedetta Incerti ripensa all’infanzia e a quando da piccola si allenava a casa dei nonni al gioco dell’elastico. La sua installazione, un filo teso tra due sedie, rimanda a quell’esercizio che svolgeva quotidianamente per migliorare i movimenti e essere accettata dai bambini del nuovo vicinato. Clarissa Falco ragiona sulle architetture che caratterizzano il quartiere e, attraverso la tecnica del cucito, le eleva a monumenti per la loro importanza storica e sociale. Anche Elena Perugi riflette sulla struttura insediativa di Chiesa Rossa e in particolare esplora la Piana, enorme spazio di fronte al teatro Ringhiera di Milano, chiuso da più di un anno, e lo mette in relazione al fragile grattacielo che sorge sulla piazza. Manuela Piccolo ragiona sull’idea di ritratto: ricalca le linee che contornano i soggetti di alcune fotografie che riproducono scene famigliari e le trasforma in paesaggi montuosi. ENECE Film ritrae, da dietro le quinte, la vita di una delle più celebri compagnie marionettistiche d’Italia, la Compagnia Carlo Colla & Figli, e ne sottolinea la passione, la dimensione collettiva e il duro lavoro necessari per la riuscita di ogni spettacolo. Infine l’espositore posto da Carmine Agosto al di fuori dello spazio presenta una serie di foto scattate nel quartiere sotto forma di cartolina che il visitatore (ma non solo) è invitato a prendere e portare con sé.

Ritratto di famiglia, Installation View at spazio X,  ass. culturale X Contemporary, Milano,  2018
Ritratto di famiglia, Installation View at spazio X, ass. culturale X Contemporary, Milano, 2018

Spazio X è composto da due zone distinte: la galleria adempita a mostre d’arte e a fianco uno spazio utilizzato per attività di vario genere. È qui che Martina Matteucci incontra gli ideatori e curatori del progetto, Roberta Riccio e Carmine Agosto.

Cos’è Spazio X e come nasce?

Nasce un anno e mezzo fa ormai. Abbiamo partecipato nel 2017 a un bando pubblico indetto dal comune di Milano “Spazi alle periferie”, che metteva a disposizione venticinque spazi non solo da riqualificare ma dove all’interno creare delle attività rivolte alla cultura e al pubblico. Noi abbiamo deciso di provare a candidarci per questo spazio in Chiesa Rossa perché ci piaceva molto l’idea di avere due aree separate dove poter pensare ad attività diverse. Inoltre, entrambi abbiamo un approccio attivista e quindi abbiamo pensato sin da subito ad un progetto che facesse parte del mondo dell’arte ma che in qualche modo diventasse anche attivo e quindi pratico.

Vi definite “uno spazio no profit rivolto alla comunità”. Come ha reagito il quartiere al vostro arrivo? Avete in programma eventi specifici per il loro coinvolgimento all’interno dello spazio?

Siamo stati accolti benissimo e questo è evidente nella mostra che è stata fatta per la maggior parte dagli abitanti del quartiere. Probabilmente la parete vetrata che ci divide ha permesso anche questo avvicinamento e ha reso questo spazio anche un po’ loro. È un luogo rivolto all’arte contemporanea ma il quartiere lo vede principalmente per le persone che ci lavorano dentro. Ad esempio, per invitarli alla mostra, non abbiamo potuto usare i classici social, ma abbiamo scritto degli inviti a mano che abbiamo poi inserito nelle caselle della posta, firmandoci non come associazione culturale né come Spazio X, ma come Roberta e Carmine. Loro prima ci conoscono così e poi come gestori di questo posto. L’obiettivo è quello di incuriosire e coinvolgere il più possibile.

Qual è la vostra linea di ricerca curatoriale?

Siamo molto contaminati. Non perseguiamo una linea curatoriale rigida, l’invito è aperto a tutti. Ad esempio per la prossima mostra abbiamo pensato di invitare uno psicologo che non si è mai approcciato all’arte contemporanea. Secondo noi in una mostra è importante avere punti di vista differenti, e in generale è sempre interessante far entrare persone che non fanno parte del mondo chiuso dell’arte perché possono dare qualcosa in più.

E dopo Ritratto di famiglia?

Abbiamo già in programma la seconda mostra. Questa volta partiamo da un libro che ci è stato donato che si intitola “La donna non è gente”. Il titolo rimanda a un vecchio detto popolare che sottolinea come la donna non appartenga a nessun genere in quanto figlia del diavolo, un soggetto di cui avere paura insomma. Il libro parla di nove storie di donne, della dimensione mistico-religiosa legata alla sua figura, ma anche di quotidianità. Il tema verrà trattato da diversi punti di vista, compreso quello maschile perché crediamo che il femminismo sia un concetto universale.

Ritratto di famiglia
Diego Morgera, Clarissa Falco, Adriana Tomatis, ENECE Film, Manuela Piccolo, Elena Perugi, Benedetta Incerti, Carmine Agosto
A cura di Roberta Riccio e Carmine Agosto
Fino al 10 Febbraio

Ritratto di famiglia, Installation View at spazio X,  ass. culturale X Contemporary, Milano,  2018
Ritratto di famiglia, Installation View at spazio X, ass. culturale X Contemporary, Milano, 2018