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Premio Gallarate | Marzia Migliora, Luca Trevisani e Ettore Favini

[nemus_slider id=”55700″] Mancano pochi giorni per scoprire le proposte dei nove artisti selezionati per il Premio Nazionale Arte Visive Città di Gallarate. Per la XXV edizione, dal titolo Urban Mining / Rigenerazioni Urbane, gli artisti invitati sono: A12, Luca Bertolo, Ludovica Carbotta, Ettore Favini, Luca Francesconi, Christiane Löhr, Marzia Migliora, Cesare Pietroiusti e Luca Trevisani. […]

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Mancano pochi giorni per scoprire le proposte dei nove artisti selezionati per il Premio Nazionale Arte Visive Città di Gallarate. Per la XXV edizione, dal titolo Urban Mining / Rigenerazioni Urbane, gli artisti invitati sono: A12, Luca Bertolo, Ludovica Carbotta, Ettore Favini, Luca Francesconi, Christiane Löhr, Marzia Migliora, Cesare Pietroiusti e Luca Trevisani. Ogni artista è stato scelto da una commissione scientifica composta da Michele Dantini, Carolina Italiano, Adachiara Zevi, come curatori esterni, ed Emma Zanella, Alessandro Castiglioni, Lorena Giuranna e Alessio Schiavo, come rappresentanti dell’assemblea dei promotori del Premio.

Per l’edizione 2016 del Premio, agli artisti è stato chiesto di trarre ispirazione dal tema  “Il torrente Arno e la città di Gallarate”. Fin dal Medioevo il torrente ha attraversato la città di Gallarate, diventando nel tempo anche un topos metaforico foriero di molteplici storie, reali e immaginarie. Aneddoti e racconti sono cresciuti con i racconti sulla stessa cittadina, la cui fisionomia è stata segnata fortemente proprio dal corso d’acqua. Dal 15 maggio al 17 luglio, il Museo MA*GA ospiterà le proposte dei nove artisti, alcune delle quali sono in stretta relazione con la ricerca di Ugo La Pietra le cui opere sono esposte, contemporaneamente al Premio Gallarate, fino al 18 settembre, negli spazi del MA*GA nella mostra Abitare è essere ovunque a casa propria.

ATPdiary ha chiesto agli artisti di presentare l’opera o la ricerca proposta per il Premio Gallarate. Segueno gli interventi di Marzia Migliora, Luca Trevisani e Ettore Favini.

Marzia Migliora

La video installazione Made in Italy, 2016, prende avvio dalla relazione tra la città Gallarate e il torrente Arno che l’attraversa, i suoi abitanti e l’industria tessile che ha rappresentato per anni l’indotto principale della città. Il video sarà realizzato presso un’azienda a Gallarate, che storicamente annoverava clienti tra le più rinomate maison d’alta moda mondiale.  Made in Italy, non vuole focalizzarsi esclusivamente sulla storia di quest’azienda in particolare, ma evidenziare il portato simbolico degli eventi che l’hanno coinvolta, come caso rappresentativo di tante altre realtà Italiane.

Gli interni della ditta ormai chiusa da anni, in alcune aree danno l’idea di essere ancora attivi, tutto è stato lasciato com’era, come in un incanto. Nel video vedremo un susseguirsi di immagini statiche a camera fissa che andranno a evidenziare la sospensione temporale dello stabile alternate ad altre in cui accadranno micro eventi attraverso i quali il sito, abbandonato da anni, sembrerebbe riprendere vita. Il lavoro affronta anche il rapporto tra produzione industriale e territorio.

La città di Gallarate ha subito un ingente danno ambientale a causa delle acque reflue che le industrie tessili – e non solo – scaricavano, e scaricano ancora, nel Torrente Arno. Durante il mio sopralluogo all’azienda, sono stata molto colpita dalla presenza copiosa di secchi e contenitori di diversa natura sparsi sul pavimento di molti degli spazi, allo scopo quasi paradossale, di preservare lo stabile e il suo contenuto dalle numerose infiltrazioni d’acqua piovana provenienti dal tetto. La raccolta interna all’azienda di acqua piovana (pulita), mi ha fatto riflettere sulle acque tossiche che invece le stesse industrie di tessile hanno scaricato per anni nell’Arno. A partire da queste riflessioni, ho immaginato un gesto rituale: riportare al torrente Arno l’acqua raccolta in quei secchi.

Un gesto simbolico che vuole cercare di instaurare un rapporto nuovo e incentrato a un maggior rispetto tra i cittadini e il torrente.

Marzia Migliora,   Made in Italy - Premio Gallarate 2016
Marzia Migliora, Made in Italy – Premio Gallarate 2016

 Luca Trevisani

Il cielo di Gallarate è segnato dalle sue ciminiere, monumenti senza autore del passato industriale di queste terre. Sono segni verticali che dividono ritmicamente il paesaggio, e che oggi, liberati dai corpi di fabbrica a cui erano legati, appaiono come ipertrofiche sculture minimaliste, veri e propri sedimenti di memoria culturale condivisa, monumento involontario, segno diffuso e costante. Sono oggetti silenziosi, tanto magniloquenti quanto fragili, testimonianze del passato e del presente.

Le ho volute ascoltare e indagare mettendole in dialogo con una scultura di Melotti che appartiene alle collezioni del MA*GA, e che è legata alle ciminiere per innegabili assonanze formali. In un cortocircuito storico, critico e poetico, le immagini che ho creato utilizzano l’esplorazione di questi differenti corpi verticali per raccontare una storia, che è anche una riflessione sulla scultura pubblica e sull’identità del monumento contemporaneo. Il breve film che ne è nato è un ritratto di città, ma anche un’indagine aperta e musicale di cosa può essere oggi un monumento.

Luca Trevisani - Premio Gallarate 2016

Ettore Favini

Quando sono stato invitato a partecipare al Premio Gallarate, ho capito che “Private View” poteva essere l’opera che meglio si prestava al contesto urbano e al tema della rigenerazione urbana. “Private view” é un opera che sto portando avanti da quasi 10 anni, la prima volta é stata realizzata a New York, in quel caso era un monito a preservare i piccoli giardini comunali (Community Gardens) della città che stanno scomparendo a causa del mercato immobiliare sempre più pressante.

«Volevo lasciare un’immagine piuttosto che una struttura materiale, nel giardino c’è una sedia di legno realizzata sulla tipologia di quelle che possiamo ritrovare nelle campagne americane, su questa sedia ci si può sedere e trattenere il ricordo visivo del giardino». Quello che mi interessava era l’estrapolazione di un contesto, quello del giardino, quasi a volerne cristallizzare la memoria perché non andasse perduta. Nel 2013 sono stato invitato come visiting professor insieme a Stefano Boccalini ad Aperto_art on the border in Valcamonica a indagare luoghi e situazioni dove l’acqua, elemento primario di vita, si intreccia con il paesaggio, la memoria e le comunità. In quel caso ho deciso di percorrere la prima parte del fiume Oglio, da Iseo fino a Ponte di Legno, per osservare da vicino come questo fiume, da sempre fonte di ricchezza della valle, ma ormai troppo lontano dalle persone e dai loro percorsi abituali.

Per il Premio Gallarate “Private View”, servirà da strumento di indagine al fiume che ormai da anni é molto inquinato, invitare le persone a esplorare le rive del fiume per osservarlo, dipingerlo e raccontarlo potrebbe essere un modo di cambiare la situazione attuale. Ho realizzato uno sgabello trasportabile che le persone potranno prendere in prestito al museo insieme ad una mappa e esplorare il fiume, al loro rientro potranno appuntare su un libro bianco le loro impressioni del fiume, la loro “private view” e nel tempo si creerà un diario collettivo di micro-viaggi. Durante la giornata di apertura del Premio, vorrei realizzare in collaborazione con un gruppo di pittori, una performance in “plen air”, come introduzione ad una serie di piccoli eventi per animare le sponde del fiume. Il progetto vorrebbe così entrare nel Museo per poter portare le persone alla scoperta dell’esterno, facendole partecipi di un processo, che sempre grazie al Museo diventerà in futuro una pubblicazione.

Ettore Favini,   Private view - Premio Gallarate 2016
Ettore Favini, Private view – Premio Gallarate 2016

l Premio Nazionale Arti Visive “Città di Gallarate”, sostenuto da Comune di Gallarate, Fondazione Cariplo e Mibact, è parte del programma di OFFICINA CONTEMPORANEA [OC] – Sistema Culturale Urbano, il progetto sostenuto da Fondazione Cariplo ed elaborato da undici istituzioni attive nella città diGallarate nei diversi ambiti che contraddistinguono la cultura contemporanea.

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