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Ma di chi si fidava Nico Vascellari? | DOOU | Codalunga

Testo di Fabio Ippolito — La performance inizia con un ritmo rock incalzante che proviene da due grandi casse nere, unico arredo dello spazio bianco nell’inquadratura. Viene subito voglia di ballare.  L’artista guadagna il centro del video e inizia a...

DOOU (Do you trust me?) – Nico Vascellari, Codalunga 2020

Testo di Fabio Ippolito —

La performance inizia con un ritmo rock incalzante che proviene da due grandi casse nere, unico arredo dello spazio bianco nell’inquadratura. Viene subito voglia di ballare. 
L’artista guadagna il centro del video e inizia a muoversi a tempo.
Comincia a canticchiare un ritornello orecchiabile: “I trusted you, I trusted you”. Lo ripete in continuazione. Da orecchiabile diviene ossessivo, perde quasi di significato: “I trusted you” o “I trust the view”? 
Va avanti così per ore, ventiquattro per l’esattezza.

Quella appena descritta è la performance dell’artista Nico Vascellari (1976) andata in diretta sul suo canale YouTube dalle 20.00 di Sabato 2 maggio alle 20.00 della Domenica seguente. Ventiquattro ore di video non-stop in cui l’artista reitera la stessa nenia. Ma di chi si fidava Nico Vascellari? Perché l’artista ha perso la sua fiducia?

La performance DOOU (Do you trust me?) nasce all’interno di un progetto realizzato con Codalunga, la realtà espositiva “orgogliosamente indipendente e sempre autofinanziata” fondata da Vascellari.
DOOU è stata trasmessa per ventiquattro ore sul canale YouTube di Codalunga ed è la prima di una serie di performance di diversi artisti, non ancora annunciati, che seguiranno. L’obiettivo è quello di creare una realtà fatta da e per gli artisti, dando vita a un circolo virtuoso di autopromozione e sostegno. Durante la performance, infatti, il sito web di Codalunga venderà esclusivamente nuove edizioni dell’artista, e tutti i profitti dello shop online saranno utilizzati per finanziare la performance successiva sul canale YouTube. Lo stesso processo verrà utilizzato con il terzo artista, finanziando la sua commissione con i profitti realizzati dalla performance precedente, e così via.
Verrebbe da pensare, dunque, che l’oggetto dell’estenuante performance di Vascellari sia il pubblico, la società. In un momento complicato come quello che stiamo vivendo ora, si leggono ogni giorno pagine e articoli riguardo lo stato di precarietà di tutti gli addetti del settore dell’arte, costretti a fare i conti con una società messa in ginocchio dall’emergenza sanitaria e che ha smesso di credere in loro e di tutelarli.

DOOU (Do you trust me?) – Nico Vascellari, Codalunga 2020
DOOU (Do you trust me?) – Nico Vascellari, Codalunga 2020

“Mi fidavo di te”, però, è anche il commento che sorge spontaneo in diverse persone che si sono connesse alla performance in diretta, molte delle quali indirizzate all’evento dalle personalità social (tante, forse troppe?) che hanno dato visibilità all’iniziativa (da Emma Marrone a Paolo Stella, da Chiara Ferragni a Marina Abramovic, da Carine Roitfeld a Costantino della Gherardesca. Si nota l’assenza di curatori, critici o galleristi, forse gente inaffidabile o poco famosa?). Questo genere di pubblico, sicuramente poco avvezzo ai linguaggi dell’arte contemporanea, si aspettava forse un grande evento digitale, una performance di grande intrattenimento, ma si è trovato davanti un signore vestito di nero, scalzo, che ripeteva sempre la stessa frase in un microfono. Anche il pubblico si è quindi sentito abbandonato in qualche modo, e lo testimoniano i diversi messaggi lasciati dagli spettatori sotto il video. Vittima delle sue aspettative, il pubblico ha iniziato a perdere la fiducia nell’artista, additandolo come l’ennesimo impostore alla ricerca di una nuova trovata per ottenere visibilità. Più che guardare la performance, tanti spettatori si sono divertiti a leggere i commenti (chi vendeva, chi insultava, chi osannava ecc.)

Che Vascellari avesse già immaginato questo tipo di risposta da parte dei più è molto probabile. Forse la sua idea è rintracciabile proprio nel cortocircuito tra le aspettative del pubblico e quelle dell’artista.
La performance fa riflettere sull’illusione di un artista che implora fiducia alla sua audience e, di contro, sulla reticenza di quest’ultima nei confronti dell’arte. Artisti e pubblico sono presentati come due mondi incapaci di comunicare e che si accusano a vicenda di tradimento, destinati, forse, all’incomunicabilità.
Altra tematica sollevata da questa solitaria e popolare (mi sia concessa l’antinomia ) esperienza è l’ineludibile potere delle strategie di comunicazione, elemento sostanziale e necessario a DOOU: l’artista, attraverso i social soprattutto, ha avvicinato un grande numero di persone altrimenti non raggiungibile. (Sul Corriere della Sera: «Do you trust me?», volti noti dello spettacolo per Codalunga – Un teaser in piena regola, che ha scatenato la curiosità sui social con le foto in primo piano di Isabella Ferrari, Alessandro Roja, Benedetta Porcaroli, Ginevra Elkann, Alessandra Mastronardi e molti altri per un interessante progetto d’arte (3/05/20)).

Resta da chiedersi, cosa rimane di questa performance, al di là della prova di forza e resistenza? Per ora, si contano le personalità conosciute nel mondo dell’editoria, della moda, della musica, delle influencer ecc.