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Niccolò Morgan Gandolfi | Concrezioni dal nuovo millennio | mtn, Bologna

Testo di Antongiulio Vergine — “Ho voluto adottare il metodo d’indagine dell’archeologo estendendolo su tre dimensioni temporali differenti: il passato, ossia ciò che emerge dalla terra, il presente, documentato a livello fotografico, e il futuro, sculture che documentano un’evento geologico...

Testo di Antongiulio Vergine —

“Ho voluto adottare il metodo d’indagine dell’archeologo estendendolo su tre dimensioni temporali differenti: il passato, ossia ciò che emerge dalla terra, il presente, documentato a livello fotografico, e il futuro, sculture che documentano un’evento geologico in grado di bloccare il tempo”.
Niccolò Morgan Gandolfi

Le parole di Niccolò Morgan Gandolfi individuano il filo conduttore che unisce le opere esposte. In effetti, osservando la personale allestita al museo temporaneo navile – mtn di Bologna, aperta fino al 5 maggio 2019, la sensazione è quella di ritrovarsi di fronte a reperti archeologici: testimonianze di un passato che è già nostro, tracce di un presente che scardina il normale flusso cronologico ricollegandosi a ciò che è stato e potraendosi verso ciò che diventerà. Attraverso i quarantesette lavori esposti – quattordici fotografie, trentuno “Reperti” e due sculture – l’intento è quello di omaggiare il quartiere Bolognina, luogo che ospita il museo e, quindi, la mostra. Il titolo, Concrezioni dal nuovo millennio, è di per sé emblematico: oggetti diversi, realizzati ricorrendo a medium differenti, che individuano un processo di evoluzione, materia che si trasforma col passaggio del tempo.
I calchi in creta che costituiscono i “Reperti”, così come le sculture dei “Vasi”, coincidono con ciò che è stato. Appositamente inseriti in teche che rimandano alle collezioni contenute nei tradizionali musei archeologici, i calchi sembrano provenire da un’era lontana, anche se in realtà costituiscono la testimonianza di ciò che ci circonda: tracce della moderna urbanizzazione, riportano i loghi delle ditte che provvedono alla distribuzione cittadina di luce, acqua, gas, internet.

Exhibition view
29 Reperti, 2019, terracotta dipinta, teca, dimensioni varie, 84x380x96 cm

Il passato si fonde quindi col presente, divenendo, al contempo, documento per i posteri. Allo stesso modo, i “Vasi” sembrano provenire da un tempo lontano e danno l’impressione di essere il prodotto di un qualche processo geologico.
Le quattordici fotografie che completano la mostra, tutte in bianco e nero, fanno riferimento, invece, al presente. Esse testimoniano la costruzione, ancora in atto, del quartiere, un cantiere in perenne evoluzione abitato da macchine da lavoro, imponenti figure che emergono dal buio della notte. Al contempo, però, immortalano anche edifici risalenti al passato, unici superstiti del nuovo piano urbanistico. Non solo: il progresso dei lavori ha già modificato la fisionomia del cantiere, e le fotografie costituiscono così la testimonianza di un presente che è già passato. Del resto, tutto questo è intrinseco alla fotografia stessa: già Roland Barthes ne aveva individuato il doppio potere, dichiarando la sua capacità di immortalare la “doppia posizione congiunta di realtà e passato”. Le “Concrezioni” di Niccolò Morgan Gandolfi ribadiscono questo concetto, confermando l’idea di un’arte senza tempo capace di proiettarsi anche al futuro.

Niccolò Morgan GandolfiConcrezioni dal nuovo millennio
museo temporaneo navile – mtn, Bologna
Dal 5 aprile 2019 al 5 maggio 2019

13 fotografie in bianco e nero, 2019, stampa Inkjet su carta Baryta, 18×14 cm
Vaso, 2019, terracotta semirefrattaria, cristallina, tessuto, ferro, 154x54x54 cm ognuno
I LOVE BOLOGNINA, 2019, terracotta dipinta, teca, 125x86x25cm
13 fotografie in bianco e nero, 2019, stampa Inkjet su carta Baryta, 18×14 cm