Le Arboree Volanti di Simone Berti

Concrete forme organiche, vegetali e arborescenti non solo si trasformano in oggetti che fluttuano a mezz’aria tra i palazzi ma si manifestano impalpabili e irreali grazie alla Realtà Aumentata
27 Giugno 2020
Arborea Verde, Oggetto 3D in Realtà Aumentata, 2020_Courtesy Atelier Simone Berti

Tronchi massicci e rigogliose siepi, radici nodose e fronde lussureggianti: non è la descrizione di una foresta sperduta, ma il mondo immaginifico che prenderà vita mercoledì 1 luglio 2020 a partire dalle ore 18, tra il Bosco Verticale e Piazza Gae Aulenti a Milano. Simone Berti – con la partecipazione del duo artistico Genuardi Ruta, Patrick Tuttofuoco e Thomas Braida –  presenta Arboree Volanti, un progetto realizzato con l’ausilio della Realtà Aumentata e fruibile attraverso smartphone.

Le Arboree di Simone Berti – progetto accompagnato dai testi critici di Eva Fabbris, Leonardo Caffo e Luca Lo Pinto – attingono da un immaginario che parte da lontano, dal 1935: “I Centauriani [..] non «costruivano», ma «coltivavano». Non modellavano forme in metallo: invece conoscevano forme di protoplasma di cui avevano imparato a controllare il tasso e il modo d’accrescimento. Edifici, ponti, veicoli, persino le navi impiegate per i voli interspaziali, tutto insomma, era fatto di sostanza vivente, costretta a uno stato di quiescenza quando aveva raggiunto forma e dimensioni volute”. Così Murray Leinster, nel romanzo Proxima Centauri, descrive una tecnologia aliena basata sulla manipolazione genetica dei vegetali, che oggi non suona più tanto incredibile.
Le Arboree si muovono, come nell’esperimento del botanico Stefano Mancuso: una pianticella di fagiolo appena germogliata si dirige direttamente verso un palo, unico oggetto presente nella stanza, per aggrapparvisi. Le piante, grazie ad un meccanismo a noi ancora sconosciuto, percepiscono l’ambiente intorno a loro.

Seguono alcune domande a Simone Berti —ATPdiary / Elena Bordignon

Elena Bordignon: Arboree Volanti: un titolo immaginifico per un progetto che, a mio parere, mi rimanda a visioni fantascientifiche, chimeriche. Nella presentazione del progetto è citato Murray Leinster, e il suo romanzo Proxima Centauri. Mi racconti la genesi di Arboree Volanti e i nessi con il romanzo di Leinster?

Simone Berti: Il nesso con il romanzo Proxima Centauri è più che altro una libera concatenazione di pensieri. Possiamo anche dire che spesso la letteratura fantascientifica ha descritto cose che anche dopo moltissimo tempo sono state realizzate e si sono avverate. In quel romanzo Leinster ipotizza una razza aliena sviluppatasi da vita vegetale. Questi esseri vegetali assomigliano molto a piante carnivore che, non avendo più bisogno di trarre nutrimento dal terreno, sviluppano la capacità di muoversi e vanno a caccia di carne.
Ormai noi ci siamo abituati a vedere progressi scientifici creduti impossibili anche solo pochi decenni fa, magari un giorno l’ingegneria genetica potrebbe portarci a piante in grado di deambulare. Certo la visione che io restituisco è prettamente artistica e anche ludicamente visionaria ed esula dalla fattibilità pratica, ma questa è un’altra storia.

Arborea Blu, Oggetto 3D in Realtà Aumentata, 2020_Courtesy Atelier Simone Berti
Arborea Marrone,Oggetto 3D in Realtà Aumentata, 2020_Courtesy Atelier Simone Berti

EB: In Arboree Volanti coniughi pittura, installazione, video e tecnologia per dar vita a un mondo immaginifico, popolato da vegetali dotati di vita propria. Nel progetto hanno collaborato coinvolto altri artisti: Genuardi Ruta, Patrick Tuttofuoco e Thomas Braida. Mi introduci in che modo li hai coinvolti? Come si sono relazionati al tema del progetto?

SB: Ho pensato che gli artisti che ho coinvolto potessero dare un contributo fondamentale a questo progetto, per motivi molto diversi. Chi per un’intelligenza in grado di cogliere subito le potenzialità di una tecnologia come la realtà aumentata altri perché possiedono visioni molto lontane dalle questioni informatiche e proprio per questo approccio potevano essere molto interessanti.
Io comunque ho lasciato carta bianca a questi amici artisti. In effetti i diversi approcci hanno portato a cose molto differenti dalle mie, seppure in alcuni casi si possa pensare un lavoro a quattro mani.

EB: Per la realizzazione di Arboree Volanti c’è ausilio della realtà aumentata. Nel tuo percorso è la prima volta che ti confronti con questo tipo di pratica. Mi spieghi cosa ti ha affascinato di questa ricerca? E’ stato molto complessa l’elaborazione digitale?

SB: Affrontare la realtà aumentata non è stato poi così difficile, mi ha sempre appassionato l’informatica, inoltre durante il lockdown ho avuto tempo e modo di studiare i tutorial, di cui il web è pieno, per imparare a utilizzare i software necessari.
L’idea mi è venuta vedendo gallerie che aprono spazi virtuali con mostre virtuali, fiere d’arte con viewing room digitali, progetti nel web di audio, video e quant’altro.
Tutte realtà purtroppo da fruire al chiuso, seduti davanti al proprio computer. Questo mi ha spinto a pensare a qualcosa, sempre di virtuale, da vedere però all’aria aperta e senza bisogno di inaugurazioni in spazi chiusi.

EB: L’immaginario di Arboree Volanti sviluppa, per temi e immaginario, molte delle ricerche che da sempre punteggiano il tuo percorso. Per molti versi porti alle estreme conseguenze l’equilibrio o il contrasto tra la materia e l’astrazione: una dicotomia che hai sviscerato in molte opere. Mi racconti come coniughi questa dualità?

SB: Lo sfondo bianco tecnico, così caratteristico della mia pittura, ha la funzione di astrarre il soggetto, il quale di solito risulta essere molto concreto, solitamente animali, architetture o piante massicce e pesanti. Mi ha sempre affascinato questo gioco di equilibri. Per usare un ossimoro, mi piace tentare di astrarre il peso specifico e mi incuriosisce l’idea di misurare la densità di un concetto astratto. Qui i miei tronchi d’albero così massicci diventano addirittura incorporei, esistendo praticamente sotto forma di dati digitali.

EB: Tutto prende vita tra il Bosco Verticale e Piazza Gae Aulenti a Milano. Quanto ti ha suggestionato questo spazio dove si incontrano natura e architettura?

SB: Totalmente, nel senso che la prima visione che ho avuto di questi dipinti in realtà aumentata è stata in questo spazio verde, come se fosse del tutto naturale vedere fluttuare i miei lavori fra queste architetture.

Arboree Volanti
un progetto di Simone Berti

mercoledì 1 luglio 2020 dalle 18 alle 21
Al seguente link un elenco di dispositivi e browser compatibili con la Realtà Aumentata.
L’evento è all’aperto e in luogo pubblico pertanto soggetto alle norme di sicurezza attualmente vigenti nella Regione Lombardia.

Arborea Volante, Oggetto 3D in Realtà Aumentata, 2020_Courtesy Atelier Simone Berti
Arborea Pilastro, Oggetto 3D in Realtà Aumentata, 2020_Courtesy Atelier Simone Berti
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