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Late Night Show — Marco Ceroni

[nemus_slider id=”65413″] — Testo di Irene Angenica — La mostra, pensata come un impianto narrativo, si snoda attraverso un percorso lineare tra i vari ambienti della galleria. L’ingresso abituale è stato vietato, una saracinesca chiusa ci costringe a entrare dalla...

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Testo di Irene Angenica —

La mostra, pensata come un impianto narrativo, si snoda attraverso un percorso lineare tra i vari ambienti della galleria. L’ingresso abituale è stato vietato, una saracinesca chiusa ci costringe a entrare dalla porta laterale. L’artista sembra guidarci con mano all’interno della visione mistificata della periferia urbana.  Al centro della riflessione di Marco Ceroni vi è il cinema, non quello d’essai, ma il multisala, tempio desacralizzato – in quanto unico svago – del quotidiano suburbano.

Bisogna immaginare lo spazio espositivo come limitrofo alla sala cinematografica; il primo ambiente della galleria rappresenta il foyer del cinema, qui troviamo l’opera Please don’t go (2017), una serie di locandine cinematografiche in cui una sola figura è incorniciata da una stesura di foglia d’oro, materiale ricorrente nell’opera di Ceroni. L’uso di questo materiale non è però volto alla divinizzazione della loro immagine, alla sacralità che essi rappresentano nell’immaginario divistico hollywoodiano, ma ha l’obbiettivo di isolarli dal loro contesto abituale amplificando la loro mercificazione, il loro legame con il terreno e con il popolare, astraendoli così ad oggetto qualunque dell’uomo comune. Late Night Show si nutre di scambi e commistioni continue tra materiali artistici in senso tradizionale e materiali prelevati dalla strada; l’uso di resine, foglia d’oro e marmo sono qui utilizzati per dialogare con gli elementi più infimi della periferia, dai pezzi di carrozzeria dei motorini ai dissuasori stradali.
Nel secondo ambiente della galleria-multisala: il parcheggio. Spicca subito il forte contrasto con la sala precedente, qui permane un senso di vuoto, ci imbattiamo nel perturbante dell’eterotopia del luogo, uno spazio sospeso che incute desolazione. Degli oggetti inconsueti sono installati al suolo; la loro riconoscibilità non è immediata, si tratta di calchi in resina di frammenti della carrozzeria di motorini. E quale titolo poteva essere più appropriato di L’Amour Toujours? Il famoso pezzo di Gigi D’Agostino, colonna sonora intramontabile dei subwoofer presenti nelle macchine illuminate a neon blu nei parcheggi di periferia. Moonwalk (2017) si erge dal lato opposto della sala come monumento all’arredo urbano, oggetto con il quale Ceroni interagisce attraverso un’acuta ricerca fotografica che fa da base e fondamento per lo sviluppo della sua ricerca creativa. Senza titolo (2016) e Strong belief (2016) sono infatti per l’artista come dei bozzetti preparatori realizzati in quello che dichiara essere il suo atelier ideale: il contesto periferico, luogo brulicante di stimoli prodotti dal quotidiano che ospita.
Nell’ultima sala troviamo Spirit (2017), un’opera realizzata in plexiglass nero, superficie altamente riflettente, che circonda il muso di un Booster anch’esso verniciato di nero. Quest’ultima opera sembra essere una maschera demoniaca che si svela come un totem del suburbano contemporaneo, e ancora una volta, secondo l’intento dell’artista, la sua funzione non è celebrativa, ma terrena, quotidiana.
Con ironia, l’artista cerca di sollecitare il nostro istintivo bisogno di riconoscerci in archetipi ‘banali’ della cultura pop.

Marco Ceroni, Late Night Show,
GALLLERIAPIÙ, Bologna
Fino al 10 Giugno, 2017

Marco Ceroni, L’Amour Toujours, 2017, resina, dimensioni variabili, serie - GALLLERIAPIÙ, Bologna
Marco Ceroni, L’Amour Toujours, 2017, resina, dimensioni variabili, serie – GALLLERIAPIÙ, Bologna
Marco Ceroni, Moonwalk, 2017, marmo giallo di Siena, acciaio, 103 x 62 x 19 cm -  GALLLERIAPIÙ, Bologna
Marco Ceroni, Moonwalk, 2017, marmo giallo di Siena, acciaio, 103 x 62 x 19 cm – GALLLERIAPIÙ, Bologna
Marco Ceroni, Senza titolo, 2016, stampa inkjet su carta baritata, cornice, 43 x 43 cm-  GALLLERIAPIÙ, Bologna
Marco Ceroni, Senza titolo, 2016, stampa inkjet su carta baritata, cornice, 43 x 43 cm- GALLLERIAPIÙ, Bologna