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 La passione del collezionare — Giuseppe Iannaccone

[nemus_slider id=”41892″] Non si tratta semplicemente di “aprire le porte al pubblico” alla propria collezione. Qui si tratta di condividere con altre persone la propria passione e il proprio entusiasmo per l’arte contemporanea. Quello che colpisce del collezionista Giuseppe Iannaccone...

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Non si tratta semplicemente di “aprire le porte al pubblico” alla propria collezione. Qui si tratta di condividere con altre persone la propria passione e il proprio entusiasmo per l’arte contemporanea. Quello che colpisce del collezionista Giuseppe Iannaccone è la consapevolezza che solo l’arte può rendere più densa e – perché no – sensata la realtà quotidiana.

Ho avuto la possibilità di visitare una parte della sua collezione – allestita tra gli uffici e le sale riunioni dello Studio Legale che porta il suo nome – alcuni giorni fa, accompagnata da aneddoti, pensieri e punti di vista dello stesso Iannaccone. Prima di visitare le tante stanze dell’ufficio, un piccolo corridoio – ospitante opere di Francis Alÿs, Michael Borremans e John Currin – mi ha condotto in una delle tante sale riunioni dove lo stesso Iannaccone ci ha introdotto con generosità e simpatia alla sua collezione. Vicende, citazioni, aneddoti e battute: in meno di un’ora, io, con un gruppo di altri giornalisti, eravamo a dir poco rapiti da una personalità che – lo abbiamo ripetuto più volte tra noi – oltre alla professione dell’avvocato (mestiere che Iannaccone ha desiderato fare fin dall’età imberbe) avrebbe dovuto, o potrebbe perseguire, quella del curatore e del critico. La saprebbe, infatti, molto più lunga di molti suoi coetanei dediti a riempire cartelle A4 con belle parole, ma con neanche la metà della sua conoscenza e del suo amore per l’arte. Sì, perché è di una lunga storia d’amore quella che stiamo ascoltando dal collezionista. 

Con passione ha parlato di quali opere lo emozionano, che lo attraggono… o semplicemente gli piacciono. Parla della miopia dei galleristi, della loro spesso sfacciata arroganza che “mette a dura prova il tuo amore per l’arte, quando capiscono la tua passione, intuiscono che possono martellarti …”. Iannaccone parla di lunghi viaggi e di tante scoperte: “Sono stato tra i primi ad appassionarmi al lavoro di Nathalie Djurberg, vista nel piano interrato della galleria di Gio Marconi. Il video che vidi, mi piacque da morire. L’ho capito subito, è stata una cosa che mi ha rapito. Devo sempre comprare con entusiamo… Ricordo che ero andato alla sua seconda mostra mi sembra, sempre da Marconi. Tra le sale avevo scelto molte opere, chiedendo poi di vendermene almeno una. Invece poi è arrivata Miuccia Prada che ha comprato tutta la mostra…)”.

Con gli artisti ha un rapporto “sano”: non è né ossessionato dal conoscerli e frequentarli, né tanto meno li evita. “Per essere onesto, se dovessi scegliere tra approfondire la conoscenza di un’opera e approfondire la conoscenza dell’artista, sceglierei la prima. Penso che quello che doveva dire un artista, lo ha detto con l’opera. Certo, è sempre bello conoscere gli artisti e sapere cosa hanno provato nel vivere un’esperienza…. Gli artisti hanno un animo meraviglio e sicuramente più sofisticato del nostro, che gli consente di regalare al mondo delle gioie immense. Chi compie questo, consapevolmente o meno.. francamente non conta.”

Consapevole che la mancanza delle istituzioni incide sul “triste” stato dei giovani artisti soprattutto italiani, è pronto ad entusiasmarsi per sempre nuove proposte e visioni. Addita spesso le colpe a coloro che, con poteri decisionali in fatto di cultura, si preoccupano solo “di far vendere biglietti a Palazzo Reale, “ma la cultura del paese? Per fortuna che ci sono curatori come Massimiliano Gioni che farà una mostra stupenda a Milano. Ma i milanesi non sono stupidi, vogliono capire che c’è un’arte che sia frutto di passione e anima, prodotta magari in paesi lontani e poco conosciuti.”

Racconta della “condanna della pittura in Italia”, e delle mille difficoltà che deve affrontare un giovane pittore per “sopravvivere all’estero”. Parla, ridendo, di come ha dovuto spostare dietro ad un pilastro una scultura della Djurberg perché troppo “provocatoria” per lo studio di un avvocato; si lamenta del poco spazio nel suo studio… anche se poi si rende conto che, è anche grazie a lui che molti altri colleghi si sono appassionati e hanno iniziato a collezionare arte esponendola nei loro studi. Mai interessato al valore speculativo delle opere d’arte, guidato all’acquisto come ad un rapimento emotivo (più volte paragonato all’invaghimento amoroso per una donna), la mattina nello studio di Iannaccone trascorre velocissima tra tante domande, molto stupore e tante stima per un collezionista dalla passione rara.

“L’arte è una cosa sacra, gli si deve portare rispetto, non si può giocare. Bisogna trattarla con devozione e non come se si vendesse e comprassero funghi”, continua appassionato “spesso ho la sensazione di vivere in un mondo arido, dove manca l’amore per l’arte. Per far crescere i nostri artisti, penso che si debba anche creare un mondo di questo tipo, sicuramente più umano”.  

Episodi, storie, ma anche disquisizioni su stili, tecniche, correnti. Con piglio da storico – da sottolineare che la  sua collezione va dagli anni Trenta e Quaranta del Novecento (di cui è un esperto) fino alle più attuali ricerche del contemporaneo – Iannaccone ci insegna, con semplicità, come emozionarsi davanti ad un quadro di Borremans, di Campanini, di Roccasalva, ma anche i ritratti di Francesco Gennari o le opera su carta di Kara Walker. Con lui attraversiamo le stanze, ci fermiamo ad apprezzare una scultura di Andro Wekua, i ricami di Vezzoli e una grande scultura di marmo di Ontani; i disegni di Kentridge, i dipinti di Hernan Bas…

La molla che le fa scattare un acquisto?  “Un grandissimo entusismo che nasce come un innamoramento. Come fosse una bella donna! Quando mi innamoro di un’opera la devo avere a tutti i costi.”

Per l’occasione, anche il sito Internet dello Studio Legale si rinnova con un’area dedicata all’intera collezione, on-line dal 9 aprile e visitabile all’indirizzo: www.iannacconeassociati.it

Gli artisti selezionati per questo allestimento realizzato in occasione di miart 2015: Alterazioni Video, Francis Alÿs, Nobuyoshi Araki, Charles Avery, Matthew Barney, Hernan Bas, Michael Borremans, Pierpaolo Campanini, Roberto Cuoghi, John Currin, Nathalie Djurberg, Atul Dodiya, Marcel Dzama, Tracey Emin, Ron English, Maureen Gallace, Francesco Gennari, Shadi Ghadirian, Barbad Golshiri, Chantal Joffe, Regina Josè Galindo, William Kentridge, Bharti Kher, Karen Kilimnik, John Kleckner, Terence Koh, Liu Xiao Dong, Nathan Mabry, Victor Man, Martin Maloney, Margherita Manzelli, Juan Munoz, Wangechi Mutu, Shirin Neshat, Paulina Olowska, Luigi Ontani, Os Gemeos, Laura Owens, Adrian Paci, Grayson Perry, Elizabeth Peyton, Richard Phillips, Paola Pivi, Marc Quinn, Imran Qureshi, Pietro Roccasalva, Dana Schutz, Tejal Shah, Raqib Shaw, Daniel Sinsel, Kiki Smith, Nedko Solakov, Francesco Vezzoli, Kara Walker, Gillian Wearing, Andro Wekua, Kehinde Wiley, Yee I-Lann

BORREMANS MICHAEL,  THE RESEMBLANCE,  2006,  OLIO SU TELA (DITTICO),  cm.36x42 OGNUNO-2
BORREMANS MICHAEL, THE RESEMBLANCE, 2006, OLIO SU TELA (DITTICO), cm.36×42
DJURBERG NATHALIE,   BEAR,   2011,   TECNICA MISTA,   DIMENSIONI VARIABILI
DJURBERG NATHALIE, BEAR, 2011, TECNICA MISTA, DIMENSIONI VARIABILI