Immortal Game
Immortal game è una performance che prende vita attraverso una partita di scacchi.
Siamo sedute ad un tavolino e attiviamo una scacchiera che abbiamo creato appositamente, iniziando una partita. Il pubblico è invitato ad intervenire nella partita bussando sul tavolo, in quel momento una di noi due lascia il posto e viene sostituita da chi lo richiede. La partita diviene così collettiva e si sottrae da ogni strategia personale, condizionata dagli eventi e dal cambio di giocatore.
Immortal game si gioca su una scacchiera da noi appositamente creata, in cui due fazioni opposte e complementari sono schierate: da un lato forme naturali, e dall’altra elementi architettonici, scomposti ai loro minimi termini di colonne e piramidi.
Durante la partita, si verrà a creare sulla scacchiera un paesaggio le cui trasformazioni corrispondono alle scelte – strategiche o fortuite – dei giocatori; cosi come in una città lo spazio, soprattutto quello periferico e liminale, è continuamente negoziato tra natura e cultura e segue percorsi più o meno volontari.
Sottolinea questo elemento l’invito che rivolgiamo agli spettatori di sostituirci per giocare alla scacchiera. Chi accetta l’invito eredita un gioco-paesaggio di cui deve diventare agente attivo, muovendosi tra una serie di regole che guidano e limitano la sua azione-percorso.
Immortal Game riflette il nostro interesse – visibile in tutti i nostri lavori – per l’architettura, soprattutto urbana, ridotta ad una dimensione umana o ironicamente antropomorfa. Al centro è collocato un tavolino da rotondo da bar, la scacchiera al centro del tavolo, due sedie e una lampada che illumina la scena.
Ci sediamo e posizioniamo le pedine. Il gioco inizia. Affianco a noi, un cartello che riporta la sola istruzione del gioco “If you want to play knock on table”. Gli spettatori consapevoli o casuali si avvicinano e vengono invitati a prendere parte al gioco. Una volta finita la partita, il gioco ricomincia.
Il progetto si colloca all’interno dello spazio come un happening, un’azione semi-spontanea che prende vita inaspettatamente e al di fuori da uno schema attore-spettatore. Fa dello spazio il suo contesto: i passanti diventano spettatori e successivamente attori, la circostanza fortuita diviene parte dell’opera. La scacchiera, scultura performativa, diviene un territorio di incontro-scontro, una città di cardi e decumani abitati da architetture e forme naturali, un micropaesaggio che esige strategie per muoversi al suo interno. L’entrata in scena di un nuovo giocatore fa svanire ogni strada precostituita, richiedendo un riadattamento costante.
Rapidamente le strategie cambiano, si volatilizzano, prendono una direzione inaspettata, ci invitano a spostare il nostro pensiero e il nostro sguardo in una direzione nuova, come sulla scacchiera così nella vita.
Per la rubrica “I (never) explain” abbiamo realizzato appositamente una spiegazione in formato fumetto, così da restituire il racconto in maniera dinamica e giocare con il formato narrativo della rubrica stessa.
Ha collaborato alla rubrica Irene Sofia Comi
Per leggere gli altri interventi di I (never) explain
I (never) explain è uno spazio che
ATPdiary dedica ai racconti più o meno lunghi degli artisti e nasce con
l’intento di chiedere a una selezione di artisti di scegliere
una sola opera – recente o molto indietro del tempo – da raccontare.
Una rubrica pensata per dare risalto a tutti gli aspetti di un singolo
lavoro o serie, dalla sua origine al processo creativo, dall’estetica al
concetto.