I (never) explain #23 – The Cool Couple

"La tensione tra l’attrazione e la pericolosità in Way Out mira a mettere in luce il paradosso per cui stiamo spontaneamente dotando le nostre case di apparati di spionaggio e sorveglianza, come succede ad Alexa, ma non ci è possibile fare il contrario, sottraendoci al costante processo di estrazione di dati e costruzione di profili comportamentali cui siamo soggetti."
8 Gennaio 2019
The Cool Couple, Way Out, veduta dell'installazione, Every Breath You Take, Galleria Umberto di Marino, Napoli

The Cool Couple, Way Out, veduta dell’installazione, Every Breath You Take, Galleria Umberto di Marino, Napoli

Way Out è il quarto capitolo di Turbulent Times. Nothing happens in nice weather e si propone di riflettere su alcune contraddizioni legate alla percezione della tecnologia.

Se nei tre capitoli precedenti, rispettivamente Karma Fails, Cool People Pay Happily e TURBORAGE, ci eravamo occupati prima della meditazione come uno strumento biopolitico, dell’appropriazione da parte del marketing della retorica democratica dei prodotti digitali e, infine, della gestione della violenza in una società sempre più polarizzata, in Way Out abbiamo ripreso una tesi che avevamo proposto due anni fa come tema di una summer school curatoriale: la gestione del confine tra visibilità e invisibilità è una forma di potere.

Senza dilungarci troppo sull’argomento, possiamo fare riferimento a questo meme (https://joelsgulch.com/alexa-whats-a-wiretap/) e dire che l’aspetto forse più angosciante di questo periodo storico sta nel fatto che l’estrazione di valore dagli utenti e il loro monitoraggio sono percepiti solo sporadicamente come una forma di violazione o di oppressione. Solitamente, invece, sembrano far parte di quella gamma di mansioni in carico a una serie di dispositivi concepiti per prendersi cura di noi.

The Cool Couple, Way Out, veduta dell'installazione, Every Breath You Take, Galleria Umberto di Marino, Napoli

The Cool Couple, Way Out, veduta dell’installazione, Every Breath You Take, Galleria Umberto di Marino, Napoli

Way Out è una scultura che include un jammer al suo interno e genera pertanto un campo elettromagnetico che annulla le più importanti frequenze di comunicazione, dal GPS al 4G. Essa crea una bolla di invisibilità, all’interno della quale persone e dispositivi sono completamente invisibili alla Rete.

La forma di Way Out richiama quella di un solido attraversato da un’onda e segue i principi del design di molti prodotti di domotica. Questi, curiosamente, si basano in parte sul design dei giocattoli: materiali non riflettenti, superfici piacevoli al tatto, nessuno spigolo vivo. I dispositivi che ci circondano non devono comunicare sensazioni negative, non devono rappresentare una potenziale minaccia.

Way Out non poteva allora essere altro che un oggetto desiderabile, caratteristica che ha guidato anche la scelta e il trattamento dei materiali: composto di 80 lamine di alluminio anodizzato (lo stesso della scocca dei MacBook) è disegnato per sposarsi con un piedistallo in legno trattato ciliegio. Il binomio alluminio-ciliegio si ritrova spesso nelle plance delle automobili di lusso.

The Cool Couple, Way Out, veduta dell'installazione, Every Breath You Take, Galleria Umberto di Marino, Napoli

The Cool Couple, Way Out, veduta dell’installazione, Every Breath You Take, Galleria Umberto di Marino, Napoli

Nei primi anni Duemila, quando iniziavano a diffondersi in Occidente connessioni più rapide e social media, accompagnati da dispositivi mobili che preludevano all’IoT (ossia l’estensione di Internet al mondo e agli oggetti concreti), la violazione della privacy era un tema piuttosto sentito. È stato proprio in questo periodo che, seppur per poco tempo, i disturbatori di frequenze hanno goduto di un momento di notorietà: pensati per generare una bolla che abbatte i segnali con cui normalmente funziona la telefonia mobile, dal GSM al GPS, i cosiddetti jammer sembravano i dispositivi ideali per proteggersi da orecchie e occhi indiscreti.

Nati in ambito militare, i disturbatori di frequenze parevano pronti per fare il loro ingresso nella vita quotidiana di milioni di persone, come molti loro celebri predecessori (tra i quali Internet). Rapidamente, però, questi apparecchi sono diventati illegali in molti paesi del mondo: pochi anni prima, il “9/11” aveva alimentato un’economia della paura dalla quale era esclusa l’idea che qualcuno potesse scomparire senza preavviso.

Nonostante il potenziale dei jammer li renda degli strumenti particolarmente pericolosi, se nelle mani sbagliate (possono infatti precipitare aree anche di qualche chilometro nel più totale blackout delle comunicazioni – qualcosa che si associa solitamente ai regimi mediorientali), la legislatura in materia, in Italia e nell’Unione Europea, è piuttosto confusa. Quel che si deduce è che i jammer sono equiparati ad armi a scopo terroristico per il fatto che interrompono il funzionamento della rete, ma non è chiaro quali siano i limiti del loro utilizzo: l’esercito, le forze di polizia, grandi aziende, istituti bancari e chiunque voglia proteggere i propri segreti, possono impiegarli.

La tensione tra l’attrazione e la pericolosità in Way Out mira a mettere in luce il paradosso per cui stiamo spontaneamente dotando le nostre case di apparati di spionaggio e sorveglianza, come succede ad Alexa, ma non ci è possibile fare il contrario, sottraendoci al costante processo di estrazione di dati e costruzione di profili comportamentali cui siamo soggetti.

The Cool Couple, Way Out, veduta dell'installazione, Every Breath You Take, Galleria Umberto di Marino, Napoli

The Cool Couple, Way Out, veduta dell’installazione, Every Breath You Take, Galleria Umberto di Marino, Napoli


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I (never) explain – ideato da Elena Bordignon – è uno spazio che ATPdiary dedica ai racconti più o meno lunghi degli artisti e nasce con l’intento di chiedere loro di scegliere una sola opera – recente o molto indietro del tempo – da raccontare. Una rubrica pensata per dare risalto a tutti gli aspetti di un singolo lavoro, dalla sua origine al processo creativo, alla sua realizzazione.

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