Una testa scolpita in pietra pellucida poggia su un divano assieme a un tablet la cui luce emana un bagliore sul volto. Una sorta di aureola artificiale. Da un lato la scultura sembra un sasso che riposa. Prediligere un momento di inattività, un letargo a cui forse seguirà un risveglio. Lo schermo come uno specchio; un portale verso un mondo immateriale che irradia la sua luce fredda. Un narciso paradossale.
Siamo affascinati dalla polisemia dell’opera, ci interessa che possa offrire più livelli di lettura.
Nella nostra pratica è presente il dualismo tra pensiero e azione, concetto e forma.
Per noi la forma è una intuizione che contiene già dei concetti e un potenziale narrativo. Il nostro processo si avvia sempre a partire da un’immagine mentale astratta dalla quale cominciamo a strutturare un dialogo.
Lavorare su una certa cosa finché non inizia a parlare. L’azione manuale non è subordinata al progetto ma il fare, che prevede imprevisti e cambi di direzione, diventa un’altra via per pensare.
La scultura, realizzata con un materiale naturale e tradizionale come la pietra (alabastro), dialoga con elementi che somigliano a oggetti ordinari della vita quotidiana.
La nostra ricerca si concentra sulle varie sfaccettature della “cultura materiale” intesa come rapporto tra l’uomo e gli oggetti e su come questo rapporto sia legato alla storia dei materiali, alle loro potenzialità, alla progettazione, alle tecniche di produzione e al consumo.
Ha collaborato Irene Sofia Comi
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I (never) explain – ideato da Elena Bordignon – è uno spazio che ATPdiary dedica ai racconti più o meno lunghi degli artisti e nasce con l’intento di chiedere loro di scegliere una sola opera – recente o molto indietro del tempo – da raccontare. Una rubrica pensata per dare risalto a tutti gli aspetti di un singolo lavoro, dalla sua origine al processo creativo, alla sua realizzazione.