Hoël Duret | Video Sound Art, Milano

"L’ironia e l’assurdo sono delle chiavi di scrittura che utilizzo nell’elaborazione dei miei scenari".
3 Ottobre 2017
NFT pH>7, video still, Hoël Duret, 2017 © Hoël Duret 2017

NFT pH>7, video still, Hoël Duret, 2017 © Hoël Duret 2017

Dal 4 al 10 ottobre alla Galleria dell’Institut Français di Milano ci sarà l’edizione speciale del festival di arte contemporanea Video Sound Art, dal titolo “La grande occasione”. Si tratta della terza tappa del progetto, che ha visto nelle prime due gli interventi di Ugo La Pietra e Yuri Ancarani.
Il tema cardine di questa edizione speciale è quello dell’Abitare, interpretato questa volta dall’artista francese Hoël Duret (1988), che ha creato un’installazione site specific, proiezioni video e diversi incontri a cui parteciperanno diverse personalità del mondo dell’arte come Nicolas Bourriaud e Mathilde Roman.

“La sua opera è una messa in scena all’interno della quale l’artista avvalendosi di numerosi strumenti espressivi mette in gioco i canoni estetici del design e dell’architettura alla ricerca dei legami di connessioni casuali tra mezzi di produzione estetica. Il progetto NFT ph<7 attraverso l’utilizzo di diversi elementi – video, pittura, costruzione di un serra di circa 200 piante con sistema di irrigazione – rievoca in una natura oggi domestica, connessa, elettrizzata la tradizione pittorica del genere paesaggistico. L’ opera invita il pubblico ad assistere allo spettacolo di questa specie di natura: un organismo manipolato le cui piante crescono lontane dal suolo e le coltivazioni si sviluppano senza terra né sole. Organismo vivace e meccanico NFT ph<7 è un terreno neutro: né troppo basico, né troppo acido, il suo Ph parla con ironia dell’equilibrio teorico di una costruzione puramente artificiale. Attraversando l’installazione, un nuovo video mette in scena il risveglio di una ninfa che percorre questa stessa scenografia nella folla di un festival di musica elettronica. E’ il sogno sotto acidi del tecnico di una coltivazione idroponica della Nasa o semplicemente una presenza allucinogena nel cuore dell’esposizione? Questa giovane ninfa elettrica veglia sulla natura 3.0. Video Sound Art dal 2011 produce ed espone opere selezionate di giovani artisti in dialogo con opere di artisti affermati a livello internazionale. L’idea è di creare un circuito di visibilità e supportare lo sviluppo di nuovi progetti durante l’anno attraverso azioni di intermediazione tra artisti, gallerie e fondazioni” (da comunicato stampa).

ATPdiary ha posto alcune domande all’artista —

ATP: A partire dal 4 ottobre sarà visibile negli spazi della Galleria dell’Institut français la tua opera complessa, semanticamente pluristratificata e allusiva NFT ph<7. Partiamo proprio da qui: mi racconti come nasce questo progetto?

Hoël Duret: Questo progetto nasce da un invito a produrre un’installazione in un parco a sud-ovest della Francia nell’agosto 2017. Durante il mio primo sopralluogo, ho immediatamente scelto una zona che era stata “messa in scena” dai giardinieri: il suolo era ricoperto da truciolato in legno, c’erano cactus, piante grasse ecc.. mentre il il resto del parco era ricoperto da erba e pini, sembrava una sorta di diorama naturale. In seguito ho ripreso le mie ricerche sulla storia della rappresentazione e l’utilizzo del paesaggio e della natura e mi sono basato su questa pratica di messa in scena della natura per farne una forma contemporanea.

ATP: Un elemento che sicuramente colpisce lo spettatore è quello naturale-snaturato. Perché ti sei focalizzato sull’aspetto bio-etico? Come affronti il grande problema bio-climatico che stiamo vivendo?

HD: Il progetto mette in scena una natura domestica in un ambiente artificiale come potrebbe essere quello di una fabbrica, una fabbrica di piante o una serra della NASA. Questo tipo di rappresentazione è agli antipodi dell’idea romantica della natura vergine ed è ciò che mi interessa. Peraltro, sopratutto in ambito musicale, la combinazione natura-macchina è utilizzata nell’immaginario di numerosi gruppi new age o psichedelici che mescolano questa eredità di comunione con la natura con una visione futurista appartenente all’epoca contemporanea.
La mia tesi è più connessa a questo genere di trasposizioni di senso che a delle preoccupazioni prettamente ecologiche.

ATP: Oltre all’installazione NFT ph<7, ci saranno anche una nuova serie di dipinti a olio e le proiezioni di un’inedita opera video. Che rapporto hai con tutti i media di cui ti avvali? 

HD: NFT pH<7 è una storia, uno scenario con più protagonisti. La serra idroponica, la ninfa del video, i dipinti… Ciascuno tra questi partecipa alla storia in uguale misura. Bisogna guardare all’esposizione come ad un tutto e non dissociare gli elementi. E’ il modo con cui da diversi anni lavoro e implica il fatto che io utilizzi un’ampia gamma di strumenti espressivi.

ATP: Nella Mediateca dell’Institut français potremo vedere anche il progetto editoriale autoprodotto I can do anything badly, che traccia le fila dell’evoluzione del bricolage e della produzione di utensili dalle Arts&Crafts fino alla standardizzazione. È sicuramente un tema molte volte già trattato e discusso: a te cosa preme dire a proposito? 

HD: CAN DO ANYTHING BADLY è il risultato di una ricerca sulla perdita del saper fare e della pratica amatoriale. Le due opere raccontano la storia sociale e l’estetica del bricolage attraversando la società borghese di Londra del XIX secolo, il movimento Arts & Crafts, il Bauhaus, il movimento Craft Movement negli Stati Uniti, la standardizzazione degli strumenti di lavoro per terminare con la controcultura, il Do it Yourself, il movimento Punk, il Creative Commons, il sapere condiviso (Wikipedia)… Dal mio punto di vita non si tratta di un’opera ma di uno scritto d’artista, di una ricerca personale che mi ha permesso da qualche anno di osservare con una certa distanza il mio operato.

ATP: Si parla, riferendosi al tuo lavoro, di “ironia”, di “assurdo”, di “visioni di un artista maldestro”. Come spieghi e come percepisci queste “etichette”?

HD: L’ironia e l’assurdo sono delle chiavi di scrittura che utilizzo nell’elaborazione dei miei scenari. L’assurdo (nella letteratura, nel teatro, nel cinema) si è sviluppato in un’epoca in cui l’uomo si percepiva straniero in rapporto al mondo e alla sua stessa esistenza di cui non vedeva più il senso. L’Assurdo descrive lo smarrimento di un’epoca senza caricarla di drammaticità. Partendo da questo io metto spesso in scena fallimenti, perdite, disillusioni ma faccio in modo che siano magnifici e magniloquenti.

NFT pH>7, video still, Hoël Duret, 2017 © Hoël Duret 2017

NFT pH>7, video still, Hoël Duret, 2017 © Hoël Duret 2017

NFT pH>7, video still, Hoël Duret, 2017 © Hoël Duret 2017

NFT pH>7, video still, Hoël Duret, 2017 © Hoël Duret 2017

NFT pH>7, video still, Hoël Duret, 2017 © Hoël Duret 2017

NFT pH>7, video still, Hoël Duret, 2017 © Hoël Duret 2017

NFT pH>7, installation work, Hoël Duret, 2017, Curators Cécile Cano Tropismes & Audrey Teichmann, courtesy Baleapop Festival 2017© Audrey Teichmann 2017

NFT pH>7, installation work, Hoël Duret, 2017, Curators Cécile Cano Tropismes & Audrey Teichmann, courtesy Baleapop Festival 2017© Audrey Teichmann 2017

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