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Focus | Frieze London

La sezione Focus di Frieze London 2016, dedicata a gallerie fondate non prima del 2004 e curata da Jacob Proctor ( Neubauer Collegium for Culture and Society, University of Chicago ) e Fabian Schöneich (Portikus, Frankfurt am Main), ha riunito...

Proyectos Ultravioleta,   winner of the 2016 Focus Stand Prize,   Frieze London 2016 Photograph by Linda Nylind. Courtesy of Linda Nylind/Frieze.
Proyectos Ultravioleta, winner of the 2016 Focus Stand Prize, Frieze London 2016 Photograph by Linda Nylind. Courtesy of Linda Nylind/Frieze.

La sezione Focus di Frieze London 2016, dedicata a gallerie fondate non prima del 2004 e curata da Jacob Proctor ( Neubauer Collegium for Culture and Society, University of Chicago ) e Fabian Schöneich (Portikus, Frankfurt am Main), ha riunito sotto il tendone di Regent’s Park una selezione di 37 gallerie internazionali con display appositamente pensati per la fiera.
Il Focus Stand Prize di quest’anno è stato assegnato alla galleria guatemalteca Proyectos Ultravioleta, che presentava uno stand con lavori di Elisabeth Wild e Vivian Suter, che sono rispettivamente madre e figlia. Negli ultimi 35 anni hanno lavorato assieme nella loro casa studio vicino al Lago Atitlan. I collage della Wild presentano forme geometriche e “razionali”, mentre quelli della Suter sono più astratti e istintivi, ma presentati assieme sviluppano un dialogo molto armonioso, anche se questa connessione non risulta immediata. I lavori della madre sono di piccole dimensioni a causa di una comprensibile riduzione delle capacità motorie dovuta all’età, e sono incorniciati e disposti sulle pareti; le opere della figlia sono tele di grosse dimensioni, installate appese ad una struttura di legno nel mezzo dello stand.
Interessante l’accostamento tra statuette neolitiche e lavori di Gabriele Beveridge della galleria londinese Chewday’s. Cinque idoli, che rappresentano forme femminili iper stilizzate, datati tra il 10000 e il 2000 a.C., sono disposti su un largo plinto retroilluminato, che occupa metà dello stand. Sulle pareti tre lavori di Beveridge, assemblaggi realizzati con immagini di donne prese da pubblicità su cui pendono bolle di vetro soffiato. Anche in questo caso la connessione tra i due gruppi di opere non è immediata, e la scelta di presentare uno stand che richiede tempo e contemplazione nell’atmosfera frenetica di una fiera è davvero ammirevole.
Anche lo stand di Seventeen ha richiesto tempo e dedizione agli spettatori, anche se per altre motivazioni. Durante l’affollata giornata di opening i visitatori hanno formato una lunga fila per sedersi su un Uroboro bianco e indossare gli Oculus Rift dell’installazione di Jon Rafman. Il video, che dura 4 minuti, fa parte della trilogia iniziata dall’artista con la famosa installazione sulla terrazza dell’Akademie der Kunste durante la IX Biennale di Berlino. L’esperienza assorbe lo spettatore a 360°, e una sua descrizione non può che sembrare confusa e un po’ delirante. Indossati gli Oculus Rift, ci si rende subito conto della possibilità di potersi guardare attorno per cogliere la scena per intero, ma anche della leggera sensazione di ansia che questo comporta, ossia il pensiero di potersi perdere delle parti importanti della narrazione perchè si sta guardando dalla parte sbagliata.
Di particolare interesse i lavori di Marguerite Humeau nel piccolo stand di Clearing, che pare sia andato sold out già durante la preview, forte della recente personale dell’artista al Palais De Tokyo e della sua partecipazione a Manifesta. I gruppi scultorei presenti in fiera facevano parte della serie The Opera of Prehistoric Creatures, iniziata nel 2012, in cui la Humeau, consultandosi con ingegneri, paleontologi, zoologi, veterinari e radiologi, tenta di ricreare i versi e le forme di creature ancestrali.
Federico Vavassori ha presentato un solo booth di Daniele Milvio. Un dipinto di grosse dimensioni faceva da sfondo a due sculture in bronzo di un viandante che offre monete al pubblico e un ubriaco abbracciato ad una damigiana. Le due sculture sono state pensate per essere delle lampade ad olio, che per motivi di sicurezza non sono state accese, anche se sarebbe stato interessante vedere il dipinto illuminato dalla sola luce delle sculture, come in “Cacafoco”, la personale dell’artista dello scorso novembre con la galleria milanese.

Seventeen,   Focus section,   Frieze London 2016 Photograph by Linda Nylind. Courtesy of Linda Nylind/Frieze.
Seventeen, Focus section, Frieze London 2016 Photograph by Linda Nylind. Courtesy of Linda Nylind/Frieze.
Clearing,   Focus section,   Frieze London 2016  Photograph by Linda Nylind. Courtesy of Linda Nylind/Frieze.
Clearing, Focus section, Frieze London 2016 Photograph by Linda Nylind. Courtesy of Linda Nylind/Frieze.
Gabriele Beveridge,   Untitled,   2016. Found poster,   hand-blown glass,   artist frame. 43 x 63 x 20cm. Courtesy: Chewdays,   London,   and the artist.
Gabriele Beveridge, Untitled, 2016. Found poster, hand-blown glass, artist frame. 43 x 63 x 20cm. Courtesy: Chewdays, London, and the artist.