ATP DIARY

Preview Emergent – #Miart2016

[nemus_slider id=”54555″] – Emergent, la sezione di miart dedicata alla ricerca delle nuove generazioni di artisti, quest’anno sarà composta da 16 gallerie (rispetto alle 19 dell’edizione precedente), di cui 11 straniere, selezionate dalla curatrice indipendente Nikola Dietrich: Acappella, Napoli; Galerie...

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Emergent, la sezione di miart dedicata alla ricerca delle nuove generazioni di artisti, quest’anno sarà composta da 16 gallerie (rispetto alle 19 dell’edizione precedente), di cui 11 straniere, selezionate dalla curatrice indipendente Nikola Dietrich:

Acappella, Napoli; Galerie Bernhard, Zurigo; Maria Bernheim, Zurigo; Car Drde, Bologna; Cøpperfield, Londra; Bianca D’Alessandro, Copenhagen; Doppelganger, Bari; Ellis King, Dublino; Emalin, Londra; Ermes-Ermes, Roma; FuoriCampo, Siena; garcía galería, Madrid; Gillmeier Rech, Berlino; Hagiwara Projects, Tokyo; Kinman, Londra; Room East, New York.

Anche per quest’anno è stato confermato il Premio Emergent, del valore di 4000 €, che verrà assegnato alla galleria più meritevole per la promozione di giovani artisti da una giuria internazionale formata da Luis Silva, Co-direttore della Kunsthalle di Lisbona, Polly Staple, Direttore della Chisenhale Gallery di Londra e Mirjam Varadinis, Curatore alla Kunsthaus di Zürigo. A questo si aggiungono il Premio Rotary Club Milano Brera, che consiste nell’acquisto di un’opera di un giovane artista con lo scopo di donarla in futuro al MAC, Museo d’Arte Contemporanea di Milano, e i 10000 € del Premio Herno, che per il secondo anno sarà assegnato allo stand con il miglior progetto espositivo.

ATPdiary ha selezionato per voi alcune gallerie da “tenere d’occhio” durante i giorni di fiera.

Emanuele Marcuccio,   EM III,   2015,   Powder-coated steel and aluminum,   130 x 95 cm,   courtesy of the artist and Ellis King
Emanuele Marcuccio, EM III, 2015, Powder-coated steel and aluminum, 130 x 95 cm, courtesy of the artist and Ellis King

Ellis King, Dublino

Partiamo dall’irlandese Ellis King, che quest’anno presenterà un solo booth di Emanuele Marcuccio, artista milanese di base a Losanna.

“Nella sua produzione recente l’artista crea delle sagome su acciaio laminato a freddo, componenti industriali vettorializzati che si pongono come durevoli assalti contro la sconfitta socio-economica”, ci racconta Jonathan Ellis King. “La sua ricerca ha a che fare con l’ironia e con il rifiuto dell’autorialità, in cui i riferimenti al Minimalismo danno la precedenza a lastre perforate che non hanno alcun significato. Tramite la sua acuta consapevolezza riguardo alla creazione di un senso di vuoto, Emanuele Marcuccio riflette sul ruolo dell’artista che si confronta con problemi pratici e una costante malinconia”.

Gli ultimi lavori dell’artista vertono attorno alla figura di un personaggio di fantasia, un artigiano a cui piace dipingere e guardare film horror, rappresentato in diversi formati e situazioni. “Attraverso questo personaggio, Marcuccio distribuisce i suoi pensieri recenti sulla società moderna e i paradigmi ad essa collegati. Lo stand presenterà questi nuovi lavori, assieme a nuove lastre metalliche allestite in un contesto architettonico scenografico”.

Athena Papadopoulos,   Foxtrot with the Wifey Clubber,   2016,   Hair dye,   lipstick,   nail polish,   red wine,   bleach and shoe polish,   pin clips,   thread enamel pins on wool over mesh and pre-dyed cotton,   image transfers on synthetic wool mix,   leather,   stuffing,   wood dowels,   nuts and bolts,   200 × 165 cm
Athena Papadopoulos,  Foxtrot with the Wifey Clubber, 2016,  Hair dye, lipstick, nail polish, red wine, bleach and shoe polish, pin clips, thread enamel pins on wool over mesh and pre-dyed cotton, image transfers on synthetic wool mix, leather, stuffing, wood dowels, nuts and bolts,  200 × 165 cm

Emalin, Londra

Per la prima volta in un contesto fieristico, il progetto itinerante Emalin, fondato da Leopold Thun e Jasmine Picot-Chapman e diretto da Thun e Angelika Volk, per la XXI edizione di miart presenta un solo booth dell’artista canadese Athena Papadopoulos.

“Per MiArt Athena ha creato nuove opere che riprendono elementi di Honeymoon in Pickle Paradise,  la prima mostra dell’artista con Emalin, tenutasi nel 2014 in una camera d’albergo di Londra. Athena aveva iniziato ad utilizzare sostituti per la pittura come Pepto Bismol, rossetto, vino, senape ed altri materiali con determinate connotazioni sociali, abbinandoli ad elementi autobiografici”, spiega Leopold Thun. “Mentre i lavori della prima mostra richiamavano una vacanza tropicale di una coppia “burrascosa”, i lavori presentati a MiArt richiamano una sorta di capanna da caccia o club per gentiluomini, con una connotazione invernale. Uno scudo araldico, una gamba a forma di tronco (o un tronco a forma di gamba) e quadri su lana invernale circondati da gambe imbottite riempiranno il nostro booth. Inoltre presenteremo alcuni elementi che provengono una serie di performances (off-site), centrali nella nostra mostra a Londra (per ulteriori dettagli veniteci a trovare alla Fiera!)”.

Marco Bruzzone,   Tana Pizza,   courtesy of the artist and Gillmeier Rech
Marco Bruzzone, Tana Pizza, courtesy of the artist and Gillmeier Rech

Gillmeier Rech, Berlino

Anche la berlinese Gillmeier Rech, presenterà un solo booth, in questo caso dell’artista Italiano Marco Bruzzone. “Per miart Bruzzone ha prodotto una serie di dipinti basati sulla sua ‘Blister Series'”, racconta Verena Gillmeier, che nel 2013 ha fondato la galleria assieme a Claudia Rech. “Per ‘Tana Pizza’ ha deciso di applicare una resina alchidica su truciolato montato su 12 scatole per pizza. Un oggetto che ricompare in ‘Untitled #1 (Pizza Warmer)’, una scultura il cui volume è dato da dozzine di scatole per pizza impilate all’interno di una felpa sovradimensionata di jersey grigio, un materiale considerato come sportivo, pratico, neutro e ‘noioso’”. Nella ricerca di Bruzzone è molto comune il riferirsi a soggetti italiani stereotipati, come per esempio la pizza, attraverso cui l’artista investiga il peso e la portata dell’identità nazionale e come questa viene costruita e offuscata dalla cultura popolare e dalla moda, dalla musica, dal cibo e dal design.

Gina Folly,   EI,   courtesy of the artist and Ermes-Ermes
Gina Folly, EI, courtesy of the artist and Ermes-Ermes

Ermes-Ermes, Roma

La galleria itinerante di Ilaria Leoni presenterà un solo booth dell’artista Svizzera Gina Folly, la cui ricerca interroga il fenomeno sociale della nostra crescente cultura del benessere, riadattandone e trasformandone costantemente gli oggetti e i simboli a questa legati. In occasione della sua ultima personale con Ermes-Ermes nell’Ottobre dell’anno scorso, l’artista ha realizzato un interessante Artist Diary, in cui ci racconta delle “relazioni tra interno ed esterno, spazio pubblico e privato, da un punto di vista sia architettonico che sociale”. Lo potete leggere QUI.

Pennacchio Argentato,   Breathe and imagine your body to expand with each and every breath. As you move in that positive flow,   keep breathing as you drift,   flow and melt away,   250 x 150 cm,   2016,   digital image transfer and epoxy resin,   ph. courtesy the artist and Acappella 
Pennacchio Argentato, Breathe and imagine your body to expand with each and every breath. As you move in that positive flow, keep breathing as you drift, flow and melt away, 250 x 150 cm, 2016, digital image transfer and epoxy resin, ph. courtesy the artist and Acappella

Acappella, Napoli

“Lo scorso anno ho partecipato come Museo Apparente, portando la facciata del museo e quattro artiste donne. Quest’anno con Acappella porterò alcuni elementi di arredo della galleria Acappella e gli artisti: Giulio Delvè, Luc Fuller, Alessandro Moroder e Pennacchio Argentato”, ci racconta Corrado Folinea. “Mettere insieme il lavoro di più artisti, rispetto ad una singola presentazione, rappresenta, a mio avviso, una sfida più interessante e difficile. Cercherò infatti di far dialogare il lavoro di due artisti americani con quello di due artisti napoletani con l’obiettivo di mostrare un incontro di vedute e non uno scontro. Il titolo dell’esposizione sarà: ‘Scopone Scientifico’”.

Serena Vestrucci,   Anellini Fritti,   Per Sempre,   2015,   Microfusione in bronzo di una coppia di calamari fritti e successivo bagno galvanico in oro,   dimensioni variabili,   pezzi unici,   cinque mesi,   courtesy of the artist and Gallery FuoriCampo
Serena Vestrucci, Anellini Fritti, Per Sempre, 2015, Microfusione in bronzo di una coppia di calamari fritti e successivo bagno galvanico in oro, dimensioni variabili, pezzi unici, cinque mesi, courtesy of the artist and Gallery FuoriCampo

Galleria FuoriCampo, Siena

Ancora un solo booth: la Galleria FuoriCampo di Siena per questa edizione della fiera presenterà una selezione di lavori di Serena Vestrucci. Ricordiamo che l’artista è una degli otto vincitori del concorso ArtLine Milano, e la sua opera “Vedovelle e Draghi Verdi” andrà a far parte del percorso espositivo permanente del Parco D’Arte Contemporanea di Milano, i cui lavori di apertura dovrebbero iniziare a partire da questo mese.

 

Shunsuke IMAI,   untitled,   2015 acrylic on canvas 144 x 115 cm ©Shunsuke Imai courtesy of HAGIWARA PROJECTS
Shunsuke IMAI, untitled, 2015 acrylic on canvas 144 x 115 cm ©Shunsuke Imai courtesy of HAGIWARA PROJECTS

Hagiwara Projects, Tokyo

Come ultima galleria vi proponiamo la giapponese Hagiwara Projects. “Presenteremo due pittori, Zak Prekop, di base a New York, e Shunsuke Imai, di Tokyo, e l’artista Soshi Matsunobe, di Kyoto”, ci racconta Yukari, la direttrice della galleria. “I primi due esplorano le possibilità della pittura astratta, mentre Matsunobe impiega linee e simboli in forma di oggetti o installazioni. Presentandoli assieme, vorremmo proporre la sfida di questi artisti di generare una nuova percezione attraverso l’astrazione”.