Gli scatti di Cyrill Lachauer alla Galleria Mario Iannelli, Roma

Gli scatti del fotografo tedesco Cyrill Lachauer, alla sua prima personale presso la galleria romana, riflettono sulle storie che contraddistinguono l'uomo e il paesaggio, sul rapporto che li unisce ormai da millenni e sulle testimonianze scaturite da questo indissolubile legame.
23 Febbraio 2019
Cyrill Lachauer, Full Service - From Walker River to Wounded Knee, 2012-2014

Cyrill Lachauer, Full Service – From Walker River to Wounded Knee, 2012-2014

Testo di Antongiulio Vergine —

“Non mi sono mai chiesto perché scattassi delle foto. In realtà la mia è una battaglia disperata contro l’idea che siamo tutti destinati a scomparire. Sono deciso ad impedire al tempo di scorrere”.

Robert Doisneau

La massima di Doisneau, nonostante facesse riferimento al tema della ritrattistica, potrebbe perfettamente addirsi al senso del lavoro di Cyrill Lachauer, in mostra alla Galleria Mario Iannelli di Roma fino al 12 aprile 2019 con la personale When you smell the smoke on your skin, the fire’s long gone. Attraverso i dodici scatti che costituiscono l’itinerario espositivo, l’intento è infatti quello di raccontare storie di vita passata e presente – non a caso ci si riferisce ai suoi lavori parlando di “narrative landscapes”. Ogni luogo nasconde una storia, e questa, spesso, è stata scritta dalle genti che lì si sono susseguite nel corso del tempo: la fotografia ne raccoglie le tracce, facendosi portavoce di testimonianze, restituendo i frammenti di una narrazione appartenente alla vita delle moltitudini.

Questo è visibile, ad esempio, nelle serie Full Service. From Walker River to Wounded Knee (2012-2014) e The Adventures of a White Middle Class Man. From Black Hawk to Mother Leafy Anderson (2016-2017), realizzate entrambe negli Stati Uniti. I due gruppi di lavori, i cui titoli individuano il percorso compiuto dall’artista, si compongono di ritratti e paesaggi: attraverso il tema del viaggio, filo conduttore dell’intera sua ricerca, vengono raccontate esperienze, scorci di vita quotidiana, volti sconosciuti. Lo spettatore, catturato dall’immagine nostalgica di un vecchio giradischi o da quella di mani anonime che stringono una granita, si riconosce, quindi, nell’universalità di queste storie. Anche quando il paesaggio costituisce il soggetto principale delle riprese, è possibile individuare la traccia del passaggio dell’uomo: un furgone parcheggiato tra i boschi o il dettaglio di una recinzione posta all’ingresso di una grotta.

Cyrill Lachauer, Full Service - From Walker River to Wounded Knee, 2012-2014

Cyrill Lachauer, Full Service – From Walker River to Wounded Knee, 2012-2014

Cyrill Lachauer, Full Service - From Walker River to Wounded Knee, 2012-2014

Cyrill Lachauer, Full Service – From Walker River to Wounded Knee, 2012-2014

Il paesaggio continua ad essere protagonista nella serie di lavori realizzati in Germania a partire dal 2012, nei quali l’artista ricorre all’utilizzo di fumogeni: forte è, in questo caso, la componente astratta, la quale rende impercettibile lo sfondo e mette, invece, in risalto il colore e la morbidezza delle nubi. La valenza concettuale degli scatti viene, inoltre, sottolineata dai loro titoli, scelti in base alle coordinate topografiche in cui sono stati eseguiti, dal punto più basso al punto più alto rispetto al livello del mare (32 m.ü.NHN. – 114,7 m.ü.NHN.).

Completano il percorso espositivo le fotografie, di piccolo formato e in bianco e nero, realizzate a El Morro, New Mexico, sempre nel corso di questi ultimi anni. Qui il concetto di traccia assume forma concreta: l’immensa parete rocciosa del monumento nazionale contiene, infatti, incisioni che coprono un arco temporale di quasi un millennio, lasciate inizialmente dai nativi americani e, successivamente, dai conquistatori spagnoli e inglesi. Generazioni di uomini che hanno colonizzato quel posto, o che lo hanno semplicemente occupato per brevi periodi: l’artista ha voluto raccoglierne le testimonianze, presentandole, per suo volere, come pagine di un libro aperto. Tracce che si perdono nella storia, ma che bloccano il flusso del tempo riportandoci al momento in cui sono state concepite.

Ricordando Doisneau, le fotografie di Lachauer ci dicono che tutti noi, nonostante tutto, riusciremo a vivere anche dopo la morte, sopravvivendo nella memoria dei nostri cari, ma anche in quella della natura, testimone silenziosa delle nostre imprese.

Cyrill Lachauer, The Adventures of a White Middle Class Man (from Black Hawk to Mother Leafy Anderson), No. 12, 2016–17

Cyrill Lachauer, The Adventures of a White Middle Class Man (from Black Hawk to Mother Leafy Anderson), No. 12, 2016–17

Cyrill Lachauer, The Adventures of a White Middle Class Man (From Black Hawk to Mother Leafy Anderson), No. M3, 20162017

Cyrill Lachauer, The Adventures of a White Middle Class Man (From Black Hawk to Mother Leafy Anderson), No. M3, 20162017

Cyrill Lachauer, When you smell the smoke on your skin, the fire's long gone, 2019 - Courtesy of Galleria Mario Iannelli, Roma

Cyrill Lachauer, When you smell the smoke on your skin, the fire’s long gone, 2019 – Courtesy of Galleria Mario Iannelli, Roma

Cyrill Lachauer, When you smell the smoke on your skin, the fire's long gone, 2019 - Courtesy of Galleria Mario Iannelli, Roma

Cyrill Lachauer, When you smell the smoke on your skin, the fire’s long gone, 2019 – Courtesy of Galleria Mario Iannelli, Roma

Cyrill Lachauer, When you smell the smoke on your skin, the fire's long gone, 2019 - Courtesy of Galleria Mario Iannelli, Roma

Cyrill Lachauer, When you smell the smoke on your skin, the fire’s long gone, 2019 – Courtesy of Galleria Mario Iannelli, Roma

Cyrill Lachauer
When you smell the smoke on your skin, the fire’s long gone
Galleria Mario Iannelli, Roma, via Flaminia 380

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