Realizzata in collaborazione con la galleria Fuoricampo di Siena, la performance avrà luogo presso la redazione della rivista unFLOP paper (Via Cadolini 32 20137 Milano). Il progetto parte da alcune affinità nel lavoro degli artisti: in particolare verso un’attitudine e una predilezione per la dimensione astratta – facilmente rilevabile per esempio nei segni e disegni di entrambi – e un interesse verso tempi lenti, sospesi e dilatati che ne accomuna la pratica artistica. Al live farà seguito una registrazione incisa su vinile presentata nel prossimo numero fall-winter 2015 di unFLOP paper. La rivista vanta una lunga serie di collaborazioni con fashion designer e artisti visivi, a cui commissiona la realizzazione di un vinile allegato alla pubblicazione cartacea. Tra le ultime partecipazioni si ricorda Simon Fujiwara, Nico Vascellari e Terence Koh.
ATP ha posto alcune domande agli artisti in merito al nascente progetto.
ATP: E’ una cosa decisamente insolita il fatto che degli artisti visivi si mettano a suonare, intendo a suonare veramente: com’è nato il progetto e quale aspettative avete?
Giovanni Kronenberg: E’ nata nella maniera più naturale possibile: io e Emanuele ci siamo “incrociati” la prima volta nel 2005 quando entrambi abbiamo partecipato ad Arte all’Arte X, ma solo 10 anni dopo, nel 2014 (per un’altra mostra, sempre in Toscana) ci siamo conosciuti personalmente. Io ho studiato musica e suona la chitarra dall’età di 16 anni, lui aveva già un’interesse per la cosa con il suo progetto Impression, basato su una sorta di improvvisazione su immagini in movimento, per cui è stato naturale finire a parlare dell’argomento e in brevissimo tempo abbiamo affittato una sala prove a Milano e il progetto è partito concretamente. Personalmente mi interessava confrontarmi con un musicista analfabetizzato e vedere dove si finiva. Le parti migliori, secondo me, sono infatti quelle dove io, suonando in una determinata tonalità con una determinata scala sembro totalmente partire per la tangente mentre Emanuele, che non ha la più pallida idea di quello che sta facendo, sembra un raffinato musicista che esegue scale arabe (!). Quando le cose vanno “bene” si arriva ad un livello tale che le distinzioni, le regole, i concetti sfumano e si scompongono e alfabetizzazione e analfabetizzazione diventano codici obsoleti. Ovviamente non capita sovente ma quando capita ci ripaga di tutto. Aspettative? Vediamo, il progetto si basa sull’improvvisazione e quindi per sua natura siamo aperti a possibili sviluppi e trasformazioni.
Emanuele Becheri: Mi pare che Giovanni abbia sintetizzato le contingenze e le conseguenze indecidibili del nostro incontro. Posso solo aggiungere che il progetto si è evoluto in relazione ad un modo di procedere che resta nel fondo difficilmente tratteggiabile e questo proprio in relazione alle nostre divergenti provenienze in ambito sonoro e musicale .Eccettuato il progetto IMPRESSION che sto portando avanti da un paio d’anni il mio approccio agli strumenti è puramente tattile ed empatico mentre Giovanni si situa in un solco ‘musicale’ abbastanza preciso attraverso un esperienza quasi ventennale . Due mondi sonori che apparentemente non hanno niente da spartire. Per le aspettative condivido il pensiero di Giovanni, vediamo le possibili evoluzioni.
ATP: Quali sono le attinenze tra “Work n 0” e la vostra ricerca come singoli artisti? Mi raccontante quali affinità ci sono tra la ricerca sonora e quella strettamente legata all’ambito artistico?
GK: Oddio preferirei non scavarmi la fossa con le mie mani…ovviamente ho un’idea sul mio lavoro e sulle possibili attinenze con questo progetto ma lascio agli altri ogni tipo di interpretazione.
EB: Provo a scavarmela io la fossa dicendo solo che il tratto autistico e rabdomantico che ha caratterizzato il mio lavoro fino ad oggi si rivela anche nell’approccio a gli strumenti che provo a ‘suonare’…
ATP: Il progetto avrà una registrazione futura su vinile, in collaborazione con la rivista di moda UNflop paper: sarà una trasposizione della performance?
GK: Tecnicamente suoniamo musica completamente improvvisata quindi è impossibile che il vinile replicherà il progetto dal vivo. Il vinile ha poi la peculiarità di avere una facciata A e una B e questo sicuramente inciderà sulle nostre idee.
EB: Tengo a precisare che il progetto è nato grazie alla Galleria FuoriCampo di Siena , Esther Biancotti e Jacopo Figura hanno ascoltato le prime tracce e ci hanno proposto alla rivista che ospita la performance e che farà uscire il vinile con il Magazine. L’incisione non sarà necessariamente una trasposizione della performance, ma al contempo ciò che sarà inciso sul vinile non sarà mai qualcosa di postprodotto. Suoneremo e sceglieremo ciò che ci sembrerà rappresentare al meglio questa deriva..
ATP: Che sviluppo avrà, o cosa vi aspettate in generale da questo progetto condiviso?
GK/EB- E’ un progetto specifico e sarà presentato in ambiti specifici.