“Oggi festeggiamo con il taglio della torta la 25° edizione di Artissima. 25 anni è una data importante; 25 anni di sperimentazione, di qualità… di artisti che sono passati in fiera e che stanno scrivendo la storia dell’arte contemporanea.”
Esordisce così Ilaria Bonacossa alla sua seconda “prova” come direttrice della fiera. “Venite più vicini, a me alla torta…” e spunta la lista di personalità illustri presenti. Augurandosi l’arrivo di 60.000 visitatori, Bonacossa dà voce a Maurizio Cibrario (Fondazione Torino Musei), Massimo Lapucci (Segretario Generale della Fondazione CRT e Direttore Generale delle OGR), Sergio Chiamparino (Presidente della regione Piemonte), Vincenzo Ilotte (Camera di commercio di Torino), tra gli altri.
Riconosciuta a livello internazionale per la sperimentazione, il continuo rinnovo e l’offerta di ricerche artistiche emergenti e di ricerca, Artissima rappresenta un appuntamento importante dedicato al contemporaneo in cui si privilegia il coinvolgimento di curatori, direttori di istituzioni e fondazioni d’arte provenienti da tutto il mondo.
“Sono molto contenta di dare la parola a Massimo Lapucci perché per la prima volta Artissima è uscita fuori dall’Oval. Quest’anno prende avvio SOUND, una sezione che raccoglie 15 gallerie che presentano installazione sonora. E’ una vera e propria sfida per noi: se per 25 anni la fiera ha sperimentano su più fronti, noi abbiamo voluto fare la cosa più difficile, provare a vendere un ‘pezzo’ sonoro.”
Lapucci: “E’ una partnership a cui teniamo molto e, come dici tu, anche per noi è una sfida per le OGR che vogliono continuare a dare al programma un taglio sperimentale e di ricerca.”
La presentazione è stata coronata con il taglio di una torta rosa confetto dalle forme geometriche che, quasi frutto di una mentre ingegneristica, ha architettato quello che, più che una pietanza, sembra una maquette. “Anche nella torta abbiamo voluto sperimentale”.
Ricordiamo il main concept di quest’anno, “il tempo” (Time is on our side – Il tempo è dalla nostra parte) inteso come luogo e momento dinamico in grado di lasciare spazio a cambiamenti e trasformazioni.
Più volte ribadito dai relatori presenti, la valenza data a questo concetto è duplice: da un lato il passato costruito insieme e dall’altro il futuro aperto alla ricerca artistica. L’identità e la storia risultano fondamentali per mettere la fiera a sistema, soprattutto in un momento in cui questo complesso vive con la città e contribuisce ad ampliare la crescita economica della città.