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Artist-Run Spaces | L’Ascensore | Helena Hladilová, Giuseppe Borgia, Namsal Siedlecki

[nemus_slider id=”58401″] L’Ascensore nasce per volontà di Gianluca Concialdi e di Alberto Laganà. Lo spazio è stato inaugurato a settembre 2015 in Via Principe di San Giuseppe 14 a Palermo.  L’Ascensore è una stanza di 8 m2, a cui si...

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L’Ascensore nasce per volontà di Gianluca Concialdi e di Alberto Laganà. Lo spazio è stato inaugurato a settembre 2015 in Via Principe di San Giuseppe 14 a Palermo.  L’Ascensore è una stanza di 8 m2, a cui si può accedere solo dall’esterno guardando lo spazio illuminato 24 ore su 24 attraverso la sua vetrina. Più che una Project Room si tratta quindi di una Project Window.

Scrive Concialdi: “Io ed Alberto ci siamo sempre incontrati prima a Palermo e poi in giro a Milano, lui ha sempre avuto del tempo per immaginare qualcosa a Palermo io no, ma una volta visto quel buco ho pensato subito qualcosa capace di distinguersi da tutto il resto e che offrisse margini di libertà senza imporre nessun diktat. La libertà di ricerca associata al nostro territorio sono due componenti fondamentali del nostro piccolissimo (appena otto metri quadri) spazio e non abbiamo neanche un marciapiede in grado da separarci dalla peste dei posteggi selvaggi, questa realtà è l’anima del progetto, inoltre Alberto è un medico chirurgo io sono un artista, siamo esattamente agli antipodi, nessuno è realmente indispensabile basta solo mettersi in ascolto.”

Helena Hladilová (1983, Czech republic)

“Il rame, il bronzo e l’acqua sono i principali attori di questo spettacolo. Questi metalli mi sono stati donati sotto forma di fili da un’ azienda elettrica dove erano destinati a condurre elettricità, per uso domestico ed industriale.

Il rame e il bronzo sono metalli che nel loro processo di lavorazione possono essere utilizzati più volte e spesso ad ogni lavorazione cambiano forma ed uso. In questo caso i metalli vengono lavorati per tornare a forme naturali utilizzate fin dall’antichità come primarie fonti di luce ed energia. L’installazione si compone da diverse fontane, un paesaggio lacustre in costante mutamento, un incessante flusso liquido che incontrando il minerale ne provoca la corrosione.

Un concerto di fontane che si trascrive sulla superficie del materiale.”

Helena Hladilova?,   Recycling,   2016,   bronze,   copper,   variable dimensions
Helena Hladilova?, Recycling, 2016, bronze, copper, variable dimensions

Giuseppe Borgia (Palermo 1978)

Nuova Natura

Ci siamo persi il sentiero seguito fin qui non è quello giusto non ci porta a casa ne al punto di partenza, siamo lontani e tutto attorno adesso è diverso dal solito. la natura amica o nemica che sia, mi pare come nuova la vedo per la prima volta. c’è nell’aria una palpabile incertezza nelle tinte e nelle fughe solitarie dei sentieri che si perdono in pepite di buio. c’è un brusio di sottofondo fra le frasche e le forme poco nitide che si stagliano sul fondo. Non ci sono direzioni auspicabili soltanto la visione di posti sconosciuti di crinali ed alberi lontani. All’orizzonte nessun presidio umano nessuna traccia , soltanto qualche creatura che appare per poi tornare nel nulla. Ed eccola l’insidia selvaggia dell’ignoto che si impossessa di noi, che fa fremere e scuotere i muscoli. Il Panico, adesso siamo interamente presenti e tra un po’ l’ultima lama di luce calerà lentamente fino alla notte. La prima o l’ultima notte?

Quando verrà il buio sarà inesorabile mi dico, saremo più soli saremo noi stessi ad incarnare finalmente questo ignoto che ci turba e ci rende instabili che ci allerta.Adesso tutto e più nitido, i tronchi cangianti degli alberi, i mulinelli d’insetti nell’ultima luce le sterpaglie che schiaccio e scandiscono il mio passo. Meglio cercare di accendere un fuoco ed accantonare il pensiero, tutto inizia a mutare e ci stiamo attardando. Le foglie hanno già lo stesso colore dei rami cosi come le cime delle montagne lontane che virano cambiando di tinta. Si sa il cielo prima di precipitare verso la notte, torna sempre all’azzurro è la storia di ogni giorno che si ripete. e la grande legge immutabile.é palese mi dico che dobbiamo lasciare questo posto, il pianeta non ci è ostile non fa altro che seguire le sue leggi e noi con tutte le sue creature siamo i suoi figli prediletti. Ma adesso che osservo l’ultima noce di luce spegnersi in lontananza mi é chiaro. il grande sole che brucia prima di finire si porterà con sè questo ” tutto” un gran finale degno di questa avventurosa storia .adesso cala il buio ed il grande teatro del reale muta ancora. C’è stato un momento in cui ogni notte era la grande notte, in cui il tempo scorreva in simbiosi con il cuore pulsante dei primi uomini i maghi e i guardiani del grande respiro perpetuo.

Giuseppe Borgia,   Dal Fiume 100 x 120 cm,   olio su tela 2016
Giuseppe Borgia, Dal Fiume 100 x 120 cm, olio su tela 2016

Namsal Siedlecki (Greenfield, U.S.A. 1986)

“Dissecai una rana, la preparai e la collocai sopra una tavola sulla quale c’era una macchina elettrica, dal cui conduttore era completamente separata e collocata a non breve distanza; mentre uno dei miei assistenti toccava per caso leggermente con la punta di uno scalpello gli interni nervi crurali di questa rana, a un tratto furono visti contrarsi tutti i muscoli degli arti come se fossero stati presi dalle più veementi convulsioni tossiche. A un altro dei miei assistenti che mi era più vicino, mentre stavo tentando altre nuove esperienze elettriche, parve dì avvertire che il fenomeno succedesse proprio quando si faceva scoccare una scintilla dal conduttore della macchina. Ammirato dalle novità della cosa, subito avvertì me che ero completamente assorto e meco stesso d’altre cose ragionavo. Mi accese subito un incredibile desiderio di ripetere l’esperienza e di portare in luce ciò che di occulto c’era ancora nel fenomeno”.

Luigi Galvani

Namsal Siedlecki,   Squash(5),   2016. Nichel. 15 x 10 x 15 cm
Namsal Siedlecki, Squash(5), 2016. Nichel. 15 x 10 x 15 cm
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