40° sopra La Performance | Palazzo Magnani, Bologna

Cristian Chironi, Francesca Grilli, Jacopo Miliani, Davide Savorani e Sissi sono i cinque artisti invitati a commemorare i 40 anni della "Settimana Internazionale della Performance" alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna svoltasi nel 1977
13 Ottobre 2017

Nelle giornate di venerdì 13 e sabato 14 ottobre, nel cinquecentesco Palazzo Magnani di Bologna si svolgerà 40° sopra La Performance: un progetto ideato da Fabiola Naldi e Maura Pozzati, che commemora, a 40 anni di distanza, la celebre Settimana Internazionale della Performance alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna. Gli artisti invitati – Cristian Chironi, Francesca Grilli, Jacopo Miliani, Davide Savorani e Sissi – sono stati invitati a interagire con degli ambienti raramente aperti al pubblico. Ogni artista ha scelto uno spazio preciso del palazzo, per consentire così ai visitatori di confrontarsi non solo con le attuali ricerche nell’ambito della performance contemporanea, ma anche di scoprire capolavori senza tempo come il fregio affrescato con le Storie della fondazione di Roma (1590) di Ludovico Carracci e la rappresentazione dei Ludi lupercali di Annibale Carracci.
“Oralità, sicità, suono, installazione, ambiti comuni delle produzioni artistiche internazionali attuali si affiancheranno in due giorni di azioni nelle quali potere indagare il corpo ma anche le possibili interazioni sinestetiche in una reciproca complicità fra pubblico e artisti.”

Seguono alcune domande alle curatrici Fabiola Naldi e Maura Pozzati —

ATP: 40° sopra La Performance nasce come commemorazione della Settimana Internazionale della Performance alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna. In che modo avete deciso di ricordare quell’importante appuntamento?

Fabiola Naldi e Maura Pozzati: Abbiamo pensato fosse doveroso ricordare la Settimana Internazionale della Performance a 40 anni di distanza progettando una due giorni di azioni in un luogo diverso ma molto importante e significativo per la città di Bologna come Palazzo Magnani, chiamando degli artisti della nostra generazione che potessero dialogare integralmente con il luogo producendo un lavoro nuovo, inedito e pensato apposta per l’occasione. La Settimana Internazionale della Performance fu portata a termine grazie a un lavoro collettivo del comitato, di cui facevano parte Renato Barilli, Roberto Daolio e Francesca Alinovi e per la capacità organizzativa del museo stesso, che non accolse solo performance ma “fece fare performance” e questa è una notevole differenza. Inoltre la settimana fu divisa in varie sezioni: il corpo, i sensi, l’iperestesia, la musica, la parola, la ricerca di identità e la ricerca sul sociale e tutti questi aspetti sono indagati anche in 40° gradi sopra la performance.

Cristian Chironi, Rubik, in Premio Internazionale della performance, Teatro Sociale, Trento, 2008

Cristian Chironi, Rubik, in Premio Internazionale della performance, Teatro Sociale, Trento, 2008

ATP: Gli artisti scelti, diversi ed eterogenei per modalità espressive, presentano un panorama molto ampio di ciò che è la performance oggi. Ci raccontate su quali basi li avete scelti?

FN / MP: Abbiamo selezionato Cristian Chironi, Francesca Grilli, Jacopo Miliani, Davide Savorani e Sissi perché capaci, ognuno a proprio modo, di produrre un lavoro performativo fisico, concreto, senza effetti speciali o legato all’utilizzo delle tecnologie. Anche in questo senso volevamo sottolineare il ritorno alla “performance stessa”, quella che necessita di una vera interazione sinestetica e di una complicità con il pubblico presente. Chironi e Sissi per esempio faranno fatica anche fisicamente e si mostreranno al pubblico in prima persona cercando il contatto uno attraverso la voce e l’altra attraverso una “circonvolazione” del corpo; Francesca Grilli ricorderà il ’77 grazie a una canzone e la tensione di allora attraverso la presenza di due falchi, Jacopo Miliani si servirà di un importante performer come Jacopo Jenna per un’azione molto lunga e dilatata nel tempo, mentre Davide Savorani metterà insieme molti aspetti come il recitato, il disegno, la scrittura in una volontà “comulativa” di differenti aspetti.

ATP: Cosa indica quel ‘sopra’ che troviamo nel titolo del progetto?

FN / MP: Se da un lato volevamo ricordare la settimana della performance del ’77, il titolo in realtà rimanda a un preciso momento della storia dell’arte, alla mostra alla Galleria J del 1962 e al secondo manifesto del Nouveau Realisme, quando Pierre Restany formò un gruppo eterogeneo di artisti come Yves Klein, Arman, Cesar, Spoerri, Christo, Rotella ecc..per affermare un nuovo approccio percettivo nei confronti del reale, indicando una filiazione del movimento del Dada zurighese a quarant’anni di distanza. Il titolo originale è “A 40° au dessous de Dada”, noi lo abbiamo trasformato ma il senso è quello di indicare un atteggiamento estetico, espanso nello spazio e nel tempo, che ritroviamo in questa manifestazione, di un’arte spontanea, immediata, fisica e concreta e di una vera azione collettiva e di gruppo.

ATP: In merito al luogo dove saranno presentate le performance, la Quadreria di Palazzo Magnani: quanto gli artisti hanno interagito e si sono lasciati influenzare da questo ambiente dalla lunga e rinomata importanza storica?

FN / MP: Palazzo Magnani è un noto edificio bolognese, sede di Unicredit Bologna e quindi non visitabile se non per appuntamento in un solo giorno della settimana, pieno di bellezze architettoniche e di quadri importanti, ma soprattutto celebre per la sala affrescata dai Carracci al primo piano. In questi luoghi, e quindi non nella Quadreria, i performer hanno lavorato, provato, studiato i loro movimenti e accoglieranno il pubblico venerdì 13 e sabato 14: Francesca Grilli e Davide Savorani nella Sala del Gigante, Cristian Chironi nel cortile, Jacopo Miliani in giro tra corridoi e scale e Sissi nella Sala dei Carracci. Un bello stimolo anche per loro, che si sono confrontati con la storia del palazzo e con opere di grande importanza culturale. Ci piaceva mettere in dialogo antico e contemporaneo in modo non pretestuoso ma creare davvero un cortocircuito e un’appropriazione dello spazio da parte dell’artista ma soprattutto da parte del pubblico che verrà a vedere le performance.

Davide Savorani, Notes (detail with a guest), 2017, digital drawing, 42x21,7cm

Davide Savorani, Notes (detail with a guest), 2017, digital drawing, 42×21,7cm

Jacopo Miliani, A slow dance without name, 2016 - Performance and show at Kunsthalle Lissabon, Lisbon - Performer Antonio Torres - Photo Bruno Lopes - Courtesy the artist, Kunsthalle Lissabon (Lisbon), Frutta (Rome), Studio Dabbeni (Lugano)

Jacopo Miliani, A slow dance without name, 2016 – Performance and show at Kunsthalle Lissabon, Lisbon – Performer Antonio Torres – Photo Bruno Lopes – Courtesy the artist, Kunsthalle Lissabon (Lisbon), Frutta (Rome), Studio Dabbeni (Lugano)

Sissi, Diario di un ventre scavato (Diary of a hallow abdomen), foto della performance in occasione di Par Tibi Roma Nihil, Foro romano e Palatino, Roma, 2016, Photo: Ela Bialkowska, Courtesy Galleria Tiziana Di Caro, Napoli, Galleria d'Arte Maggiore, Bologna

Sissi, Diario di un ventre scavato (Diary of a hallow abdomen), foto della performance in occasione di Par Tibi Roma Nihil, Foro romano e Palatino, Roma, 2016, Photo: Ela Bialkowska, Courtesy Galleria Tiziana Di Caro, Napoli, Galleria d’Arte Maggiore, Bologna

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