I (never) explain #2 – Cleo Fariselli

"La scultura ha una gemella: l’altra metà della testa. Inizialmente le guardavo sempre in coppia, come fossero unite da un invisibile filo. Poi le ho separate e ho capito che questo era il loro destino."
22 Dicembre 2018
Cleo Fariselli, 2018, Senza titolo, ceramica raku, cm 32 x 20 x 14, courtesy l'artista

Cleo Fariselli, 2018, Senza titolo, ceramica raku, cm 32 x 20 x 14, courtesy l’artista

Cleo Fariselli

Chiudi gli occhi e respira.
Immagina l’interno del tuo corpo come uno spazio vuoto.
Guardati intorno, senza fretta.
Osservalo, come se fossi dentro a un’architettura.
Immagina di emettere un suono, una parola, un canto, un fischio, uno schiocco di labbra, un battito di mani.
Fallo risuonare in ogni tuo meandro.
Nella cupola del cranio.
Nei tunnel delle braccia, in quelli delle gambe.
Immagina il suono rimbalzare sempre più fittamente sino alle strettoie delle dita.
Riverberare nelle volute delle orecchie.
Resta in ascolto.
Ora muoviti, cammina senza fretta.
Avvicinati alla testa, scopri una fioca luce trapelare dalla fessura della bocca.
Dai pozzi delle narici.
Dalle membrane delle orecchie.
Raggi che modellano le superfici morbide del tuo corpo interno.
La volta del cranio è lucida, riflettente.
Ne corrisponde una limpidezza del pensiero.
La luce si accentra negli occhi, intensificandosi e catalizzando il tuo sguardo, che lentamente ne viene attratto.
Ne vieni assorbito.
Passando da dentro a fuori.
Apri gli occhi.

Cleo Fariselli, 2018, Senza titolo, ceramica raku, cm 32 x 20 x 14, courtesy l'artista_IMG_4325

Cleo Fariselli, 2018, Senza titolo, ceramica raku, cm 32 x 20 x 14, courtesy l’artista_IMG_4325

Era sera quando ho estratto la scultura dal forno e già nel buio mi colpì la lucentezza dello smalto color oro freddo. Alla luce del giorno successivo ne apprezzai le sfumature verdi, ruggine, cobalto. Circa all’altezza del cervello si era generata una macchia tra il violetto, il grigio e il blu, dalle volute cangianti e i contorni iridati: fucsia, azzurro, arancio.

Il nero è il lato buio, fertile, misterioso della scultura; la promessa che presto conoscerete qualcosa che vi era ignoto, il preludio alla rivelazione dell’interno. È irruvidito da una texture irregolare che ho modellato immaginandola “non toccata da mano umana”, una prospettiva che mi reca una calma arcana.

Il volto che emerge risale al 1999, quando avevo 17 anni. Cristallizza un momento molto significativo nella mia vita: un atto di forza e di auto-affermazione nel quale ho intimamente scelto di diventare artista. La glassa metallica dello smalto ne addolcisce i tratti, come farebbe un’ostrica che pazientemente smussa il proprio interno essudando lucente sostanza. Una forma che contiene l’informe.

La scultura ha una gemella: l’altra metà della testa. Inizialmente le guardavo sempre in coppia, come fossero unite da un invisibile filo. Poi le ho separate e ho capito che questo era il loro destino.

Se fossi nata in un’altra epoca, o in una zona del mondo meno fortunata, o se avessi avuto dei genitori meno attenti, sarei stata zoppa e cieca da un occhio, il sinistro. Fortunatamente me la sono cavata con un occhio pigro e una modesta scoliosi. Si dice che il sinistro sia il lato femminile, per me è sempre stato il lato dell’ignoto: sede dei piccoli scompensi che mi formano e, in qualche modo, mi informano. La convivenza con l’ignoto non è semplice ma, negli anni, ho imparato a trarne una personalissima forza. Ieri leggevo un libro, “La ferita e il Re. Gli archetipi femminili della cultura maschile”, di Tilde Giani Gallino. C’è un passaggio che dice: “Nelle varie religioni anche gli dèi che hanno particolari prerogative (magiciens), che conoscono “i segreti” sono quasi sempre zoppi, ciechi, monchi, storpi. Il messaggio che queste figure divine trasmettono sembra essere che non si ottiene un potere soprannaturale rimanendo indenni”.

Non mi è ancora ben chiaro quali poteri mi abbiano infuso le mie piccole mancanze, certo è che mi hanno indotto a frequentare assiduamente la soglia.

Cleo Fariselli

Cleo Fariselli, 2018, Senza titolo, ceramica raku, cm 32 x 20 x 14, courtesy l'artista_IMG_4325

Cleo Fariselli, 2018, Senza titolo, ceramica raku, cm 32 x 20 x 14, courtesy l’artista_IMG_4325

Cleo Fariselli, 2018, Senza titolo, ceramica raku, cm 32 x 20 x 14, courtesy l'artista_IMG_4325

Cleo Fariselli, 2018, Senza titolo, ceramica raku, cm 32 x 20 x 14, courtesy l’artista_IMG_4325

Cleo Fariselli, 2018, Senza titolo, ceramica raku, cm 32 x 20 x 14, courtesy l'artista_IMG_4325

Cleo Fariselli, 2018, Senza titolo, ceramica raku, cm 32 x 20 x 14, courtesy l’artista

Ha collaborato Irene Sofia Comi
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I (never) explain – ideato da Elena Bordignon – è uno spazio che ATPdiary dedica ai racconti più o meno lunghi degli artisti e nasce con l’intento di chiedere loro di scegliere una sola opera – recente o molto indietro del tempo – da raccontare. Una rubrica pensata per dare risalto a tutti gli aspetti di un singolo lavoro, dalla sua origine al processo creativo, alla sua realizzazione.

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