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Mary Zygouri e Mao Tongquiang alla Prometeogallery

In una fase socio politica contraddittoria, così confusa da diventare asfissiante, dove le informazioni sono infinite, incongrue e quindi inattendibili, l’arte torna ad essere possibile strumento di decodificazione della realtà. Artisti di tutto il mondo impegnati politicamente si offrono come tramiti per tradurre il quotidiano, resistere, non essere spettatori, ma attori (più) consapevoli e non […]

Mary Zygouri, The Round UP Project - Ph. Angelos Giotopoulos - Courtesy Prometeogallery
Mary Zygouri, The Round UP Project – Ph. Angelos Giotopoulos – Courtesy Prometeogallery

In una fase socio politica contraddittoria, così confusa da diventare asfissiante, dove le informazioni sono infinite, incongrue e quindi inattendibili, l’arte torna ad essere possibile strumento di decodificazione della realtà. Artisti di tutto il mondo impegnati politicamente si offrono come tramiti per tradurre il quotidiano, resistere, non essere spettatori, ma attori (più) consapevoli e non in balia degli strumenti di comunicazione.

Attraverso video, fotografia, ricamo, installazione e performance, queste ultime svolte principalmente nel luogo pubblico, spazio in cui si esperisce e in cui si coinvolge, il lavoro dell’artista greca Mary Zygouri si colloca in quest’area combattente e di denuncia della crisi che impregna la società e la cultura contemporanea, dimostrando tangenze con la ricerca di Marinella Senatore e Fatma Bucak.
Suggestivo il titolo della sua mostra alla Prometeo Gallery di Milano: La Répétition de l’Impossibile, che pare alludere al reiterarsi di questa situazione di connivenza e favoreggiamento in cui cade ciclicamente la società.
Impossibile deve essere per gli artisti e gli intellettuali essere complici, anche perché, come cantava De André, “provate pure a credervi assolti, siete lo stesso coinvolti”.

Mary Zygouri - The Round Up Project - Courtesy Prometeogallery
Mary Zygouri – The Round Up Project – Courtesy Prometeogallery

Fortissima l’immagine di “The round Up Project” in cui l’artista sembra essere una sentinella vicino alla scritta “L’impossibile” ed emblematica l’installazione “Movimento in Semi Libertà”: una serie di manichini, gli stessi usati per la performance svoltasi all’ex carcere di Putignano, ricordano l’enorme magazzino in cui sono stipati gli hosts del telefilm “Westworld”, androidi-replicanti indistinguibili dagli esseri umani in questo caso spettatori delle loro stesse azioni.

La mostra di Mary Zygouri è associata ad una stanza dedicata a Mao Tongqiang, intitolata “Archivio Privato”, connessa a “La Grande Mensa” installata presso l’ex Chiesa di San Matteo a Lucca, entrambe a cura di Marco Scotini.
A Milano sono in mostra decine di documenti raccolti dall’artista nel corso del tempo, fissati alle pareti fino a saturare l’intero ambiente, una tappezzeria di ideogrammi. L’indecifrabilità di questi segni, guardabili ma non leggibili dalla maggior parte dei fruitori, sembra connettersi alla poesia politica e visiva proposta da Zygouri, un’altra voce contro i sistemi di potere.

Mary Zygouri
La Répétition de l’Impossibile
Prometeo Gallery

Mao Tongqiang
La grande mensa (Lucca); Archivio Privato (Prometeo Gallery)
a cura di Marco Scotini

Mary Zygouri, La Repetition de l'Impossible, 2018. Installation views at Prometeogallery di Ida Pisani, Milan, 2018-10
Mary Zygouri, La Repetition de l’Impossible, 2018. Installation views at Prometeogallery di Ida Pisani, Milan, 2018-10
Mao Tongqiang, Da Shi Tang
Mao Tongqiang, Da Shi Tang
Mao Tongqiang, The Archive, 2018, Milan Courtesy Prometeogallery
Mao Tongqiang, The Archive, 2018, Milan Courtesy Prometeogallery