Il kitsch imperversa a C-CUT, la mostra di Francesco Vezzoli alla Galleria Franco Noero, sede di Piazza Carignano.
La galleria si trova al secondo piano di un edificio nobiliare torinese: entrando, si susseguono una serie di eleganti stanze sgombre, fiocamente illuminate da una striscia di led che perimetra ogni ambiente, dipanando una luce rossastra.
Attraversarle aumenta la curiosità rispetto a quello che si incontrerà nella successiva, in un crescendo vagamente horror di attesa e aspettativa.
Pian piano si amplifica una musica di sottofondo che, si scopre in ultimo, scaturisce da una sorta di abnorme carillon: una narcisistica scultura da giardino roteante dalla cui schiena fuoriesce una colata dorata, al cui interno è incastonata una testa in marmo. (sic!)
La scultura, che piroettando si riflette in uno specchio, gioca su una forzatura dell’esteriorità, diventando un compendio di linguaggi, modalità e materiali contenuti in un’unica immagine-forziere: lo squarcio materico, in bilico tra un Concetto Spaziale e un organo genitale, si accoppia con un prezioso innesto classico solcato da una lacrima sanguinolenta – in linea con la temperatura horror-glam generale.
La colonna sonora, composta da Wendy Carlos, e il passaggio tra le varie stanze vuote sono la premessa seducente della mostra che, forse scientemente, gioca a disattendersi nell’incontro straniante con C-CUT.
Galleria Franco Noero
1 novembre 2018 – 12 gennaio 2019