Testo di Leonardo Ostuni —
“L’artista-profeta abita il luogo intermedio dell’utopia, il mondo-miraggio dello svelamento, dove officiare la congiunzione dei contrari, dei sincretismi bizzarri tra forme, ideologie e tempi diversi. Libera il passato oppresso dall’oblio e dalla retorica, attraversandolo e riformandolo con energie irridenti, dissonanti, dissacratorie”.
In questa citazione di Mimma Pisani (1936-2021), tratta dal suo testo nel catalogo della mostra Living Theatre, labirinti dell’immaginario (2003), è riassunto tutto il senso dell’opera di suo marito Vettor Pisani (1934-2011). Quest’ultimo è attualmente oggetto di un’ampia retrospettiva, dal titolo Vettor Pisani. L’enigma e il segreto e curata da Giovanna Dalla Chiesa e Carmelo Cipriani, allestita in sette sale della Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare (Bari). La mostra è inserita nel programma “Confluenze”, dedicato ad artisti che durante la loro carriera hanno intrecciato relazioni (personali o artistiche) con Pino Pascali. Vettor Pisani nasce a Bari come Pascali, qui fonda nel 1963 la Galleria La Metopa e nel 1965 la compagnia teatrale La Gironda, ma il suo rapporto con la città si interrompe nel 1970, anno in cui Pisani tiene presso la Galleria La Salita di Roma la sua prima personale: Maschile, femminile e androgino. Incesto e cannibalismo in Marcel Duchamp. Quella mostra permette a Vettor Pisani di vincere la seconda edizione del Premio Pino Pascali (1970), motivo per il quale espone (per l’ultima volta) a Bari le sue opere, presso il Castello Svevo.
Vettor Pisani. L’enigma e il segreto presenta sessantadue opere (sculture, collage, installazioni, disegni, progetti e stampe in pvc) appartenenti a tutte le fasi artistiche di Vettor Pisani. Marcel Duchamp, Joseph Beuys e Arnold Böcklin sono gli artisti maggiormente citati dalle opere di Vettor Pisani in mostra. In una stessa stanza e a distanza ravvicinata tre opere, risalenti alla giovinezza barese di Pisani, rivisitano Duchamp: cavo e peso in acciaio di Cinque kg di carne d’arte Duchamp (1965), la testa in gesso rivestita di cioccolata della Venere di Milo in Suzanne Duchamp in uno stampo di cioccolato (1965), Targa funebre (1969) che affronta il tema dell’incesto mostrando i nomi di Marcel e Suzanne Duchamp. L’erotismo, sempre con echi duchampiani, attraversa le vicine opere La poupée machine (1991), stampa su materiale plastico in doppia versione rossa e azzurra, e Chaise Longue Animanimale (2007), che si inserisce in una dimensione onirica.
Il coniglio non ama Joseph Beuys (1975) rovescia ironicamente il senso della nota performance Come spiegare la pittura a una lepre morta (1965) di Joseph Beuys; l’opera di Pisani, originariamente una performance presentata alla Biennale di Venezia del 1976, occupa fisicamente il centro della mostra di Polignano ed è costituita da una doppia semi croce in ferro che rimanda al concetto di dualità, pilastro del pensiero di Joseph Beuys. La doppia semi croce è anche la forma del Theatrum – R.C. Theatrum = Teatro Rosacroce, una struttura architettonica ideale e labirintica che comprende tutte le espressioni del mondo fenomenico (e quindi l’intera produzione di Vettor Pisani) e dove ognuno di noi è invitato a trovare la propria chiave interpretativa. La Germania di Joseph Beuys rivive in una sala i suoi momenti storici più tragici, attraverso opere come Germania Dance (2008) e German Love Sinfonietta (2008), entrambe tele emulsionate con aggiunta di pittura.
La tela più importante e simbolica di Arnold Böcklin, L’isola dei morti (1880-1886), è rivisitata attraverso tre opere. Vettor Pisani: isola dei morti di Arnold Böcklin (2007) è una stampa digitale su pvc che riporta anche lo stesso titolo citato e il ritratto di Böcklin, con giustapposto un elemento di silicone; Donna con pelliccia sull’isola dei morti (2007) è una stampa digitale su pvc in cui la donna impellicciata rimanda a Rrose Sélavy, l’alter ego femminile di Duchamp; L’isola azzurra (2007), realizzata con una tecnica mista in chiave esoterica, parte dall’opera di Böcklin per ricordare l’isola di Ischia, omaggiata anche in Isola d’Ischia con grano (1975) e utilizzata da Vettor Pisani per rinnegare le sue origini baresi.
A parte la provocazione caratterizzante capolavori di Vettor Pisani come Il ventre della Gioconda (2007) e Concerto invisibile di Gino De Dominicis (2007), l’enigma e il segreto sono le costanti della mostra, per questo il visitatore è invitato ad osservare attentamente le opere mentre si orienta con la mappa delle varie sale. È necessario, infatti, prestare attenzione ai singoli lavori per poter ricostruire mentalmente il percorso artistico e il pensiero di Vettor Pisani. Un artista abbastanza sottovalutato ma tra i pochi a mettere in discussione la storia dell’arte, e quindi a farla rivivere grazie alle sue attuali ed enigmatiche interpretazioni.
Vettor Pisani. L’enigma e il segreto
Fino a 25 febbraio 2024
Fondazione Pino Pascali, Polignano a Mare