ATP DIARY

I primi vent’anni di School for Curatorial Studies Venice | Intervista ad Aurora Fonda

Un percorso di formazione sperimentale e internazionale per aspiranti curatori e professionisti del settore, raccontato dalla direttrice della scuola e responsabile del programma curatoriale.

Un progetto ambizioso e interdisciplinare: queste sono le caratteristiche che guidano Aurora Fonda, dottore di ricerca in arte contemporanea e gallerista della A plus A Gallery di Venezia, alla fondazione della School for Curatorial Studies Venice, nel lontano 2004. Un percorso formativo dinamico, internazionale, che alterna teoria e pratica, formando aspiranti curatori e professionisti del settore dell’arte e della cultura. Venezia e il suo vivace panorama culturale, con le sue contraddizioni di città sovraffollata da turismo mordi e fuggi, diviene cornice di una scuola che invita i propri studenti a riflettere sul mondo dell’arte e sulla società che li circonda. Aurora Fonda ci racconta School for Curatorial Studies Venice, la sua storia e il suo futuro. 

Fino al 15 novembre è possibile iscriversi al corso ONLINE in Critical Writing: per operare nel mondo dell’arte è indispensabile saper scrivere un testo critico. Il corso è tenuto da Elena Boridgnon, direttore di ATPdiary.

Veronica Pillon: School for Curatorial Studies Venice festeggia i suoi primi vent’anni di attività: quali sono i principi e gli obiettivi che caratterizzano la scuola e la sua offerta formativa?

Aurora Fonda: School for Curatorial Studies Venice è caratterizzata da una serie di principi e obiettivi che riflettono la sua missione di formare curatori e professionisti dell’arte contemporanea, promuovendo una metodologia sperimentale e di respiro internazionale. Un approccio multidisciplinare che integra diversi ambiti del sapere, come l’arte, la filosofia, la sociologia e la comunicazione. Una delle specificità della scuola è sicuramente la combinazione di teoria e pratica nella formazione curatoriale: gli studenti non solo acquisiscono competenze teoriche solide, confrontandosi con la storia della curatela, la critica d’arte, gli studi museali ma partecipano anche a progetti pratici, sviluppando al termine del loro percorso una mostra che viene aperta al pubblico in concomitanza dell’apertura della Biennale d’Arte di Venezia. Questo contesto favorisce una visione ampia del ruolo del curatore, considerato non solo come mediatore tra artista e pubblico, ma come un attore in grado di comprendere e contestualizzare le opere d’arte in un contesto culturale e sociale più ampio. Gli studenti sono incoraggiati a esplorare temi attuali, come la sostenibilità, le questioni identitarie, il digitale e la globalizzazione, cercando di riflettere sui cambiamenti del mondo attraverso le arti visive. Nel corso dei suoi vent’anni di attività, la School for Curatorial Studies Venice si è affermata come una delle scuole di settore più riconosciute nel panorama globale, continuando a formare professionisti capaci di affrontare le sfide dell’arte contemporanea. Uno degli obiettivi principali della scuola è fornire agli studenti gli strumenti per imparare a sviluppare una consapevolezza critica del proprio lavoro, andando oltre la semplice organizzazione di mostre e interrogarsi sul loro impatto culturale. Attraverso tirocini, collaborazioni con istituzioni culturali e progetti espositivi, la scuola offre inoltre opportunità concrete per sviluppare competenze e ottenere esperienze lavorative rilevanti. 
Una volta che il programma è terminato restiamo in contatto con gli ex-studenti seguendoli anche in progetti futuri e collaborando insieme in alcune occasioni. A fine novembre, ad esempio, apriremo in galleria A plus A un progetto curato da una ex studentessa, Paola Lavra. Il progetto prevede un periodo di residenza a Venezia per 3 artisti della Martinica, Flavio Désir, Shamika Germain, Samuel Gelas e una masterclass con Julien Creuzet con il patrocinio del Campus Caribéen des Arts e dell’Institut français de culture.

A plus A hotel International. Students and artists visiting the show

VP: La scuola in pratiche curatoriali offre un corso in italiano e un corso estivo in inglese: come si sviluppano i corsi e a chi sono rivolti?

AF: La struttura di entrambi i programmi è la stessa: le lezioni del mattino sono dedicate a lezioni teoriche che presentano le diverse professioni legate all’arte contemporanea: come la storia della pratica curatoriale e la scrittura critica, mentre i pomeriggi a visite di mostre e studi di artisti. Contemporaneamente si inizia a lavorare alla mostra finale. Il gruppo si trasforma quindi in un vero e proprio ufficio mostre: insieme agli studenti lavoriamo sul concetto, selezioniamo gli artisti e organizziamo tutti gli aspetti pratici. Se è impegnativo allestire una mostra, lo è certamente di più se a farlo è un gruppo di persone con background e idee diverse. Ma nel corso degli anni abbiamo visto come quello che inizialmente gli studenti percepiscono come un ostacolo si trasforma in un momento di scambio, di crescita personale e professionale. Infatti, i gruppi di studenti sono molto eterogenei. Nel corso degli anni, abbiamo avuto studenti con una formazione in storia dell’arte ma anche in design, filosofia, economia, diritto, sociologia, architettura. 

Un altro aspetto che accomuna i corsi è la scelta dei docenti: cerchiamo di invitare sempre i migliori professionisti del settore, sia italiani e sia internazionali, in modo che possano offrire ai nostri studenti una panoramica e una visione accurata delle varie professioni che gravitano attorno alla costruzione di un evento. Infine, durante entrambi i programmi viene organizzato un viaggio studio. La scuola offre anche dei workshop brevi, sia online che in presenza, in cui vengono invece trattate degli argomenti più specifici. Al termine di ogni programma formativo viene rilasciato un attestato.

VP: Peculiarità della scuola è la capacità di alternare lezioni frontali ad attività a carattere laboratoriale, che culminano nella realizzazione di un progetto espositivo finale: nel corso di questi vent’anni di attività come si sono sviluppati i progetti degli studenti, quali sono state le tematiche affrontate e i principali artisti coinvolti?

AF: Questi progetti rappresentano un momento fondamentale del percorso formativo, poiché consentono ai partecipanti di mettere in pratica le conoscenze acquisite e di confrontarsi direttamente con il mondo dell’arte contemporanea. Le tematiche affrontate e gli artisti coinvolti nei progetti espositivi degli studenti cambiano ogni anno, rispecchiando le urgenze socio-culturali del momento. Gli artisti vengono selezionati dopo un confronto con tutto il gruppo e a seconda della loro capacità di rispecchiare e dialogare con i temi trattati nelle mostre curate dagli studenti. 
Per esempio, durante il Covid, la necessità di ritornare a fare comunità si è espressa nel progetto What ever it takes, che privilegiava lo scambio delle opere con azioni o oggetti socialmente utili bandendo l’uso del denaro. Oppure la più recente Double Take, che affrontava il delicato e cruciale tema della censura.  Nel corso degli anni, la scuola ha collaborato con una vasta gamma di artisti, sia emergenti che affermati, provenienti da tutto il mondo, come Jesse Darling, Olaf Nicolai, Nicole Wermers, Ahmet Ögüt, Simon Denny, Eva e Franco Mattes, Allora & Calzadilla, Giorgio Andreotta Calò, Apparatus 22, Anne Sophie Berger. Un’attenzione particolare è rivolta anche alla promozione di artisti emergenti del territorio che cerchiamo di includere in ogni progetto.
Un altro degli aspetti interessanti dei progetti finali è la collaborazione con spazi espositivi sia a Venezia che a livello internazionale. Oltre alla A Plus A Gallery, gli studenti hanno avuto l’opportunità di lavorare in collaborazione con altri luoghi d’arte di rilievo, tra cui spazi indipendenti, gallerie e musei, permettendo ai partecipanti di confrontarsi con ambienti professionali diversi. In particolare, nel programma in Italiano, gli studenti imparano a strutturare un progetto e a presentarsi in modo professionale a artisti e eventuali sedi che potrebbero ospitare una loro mostra.

Paul Kneale, installation view, Thetis garden 2018

VP: Venezia è la sede in cui si svolgono i corsi e tutte le attività formative: che impatto ha la città -dal punto di vista culturale, ambientale – sugli studenti, sul percorso didattico e sul progetto espositivo finale?

AF:Grazie alla sua sede a Venezia, uno dei centri più importanti per l’arte contemporanea e sede della Biennale e di numerose fondazioni, la scuola offre agli studenti un accesso privilegiato al circuito artistico internazionale. La presenza di docenti e artisti di fama mondiale e la partecipazione a progetti espositivi globali forniscono opportunità di networking e visibilità internazionale. Questa apertura permette agli studenti di confrontarsi con diverse prospettive e di costruire una rete di contatti indispensabile per la carriera curatoriale. Inoltre la Scuola è molto attiva sul territorio, con un’accurata conoscenza del fermento creativo in città e della comunità artistica locale.

VP: Vent’anni di attività sono trascorsi: cosa riserva il futuro per The School for Curatorial Studies Venice?

AF: Dopo vent’anni di attività, School for Curatorial Studies Venice ha consolidato la sua posizione come uno dei centri più importanti in Europa per la formazione di curatori, grazie alla sua sede a Venezia e alla sua rete internazionale di artisti, curatori e professionisti del settore. La scuola sta implementando diverse collaborazioni con istituzioni e musei internazionali, così da offrire ai suoi studenti maggiori opportunità di stage e lavoro sul campo in contesti prestigiosi.
Recentemente abbiamo collaborato con istituzioni come Boston University, Misk institute, Asia Forum, Fondazione Querini Stampalia, Akademie der bildenden Künste Wien, Nida Art Colony of Vilnius Academy of Arts, Abu Dhabi Music & Arts Foundation solo per citarne alcuni, con i quali abbiamo sviluppato dei progetti specifici. Siamo Educational Partner del simposio Thick Atmospheres organizzato da Fondazine In Between Art Film che si svolgerà al teatrino di Palazzo Grassi il 17 e 18 ottobre che coinvolgerà artisti e professionisti legati alla mostra Nebula curata da Alessandro Rabottini e Leonardo Bigazzi.
La scuola sta inoltre lavorando a una serie di iniziative rivolte agli ex studenti. Nel corso degli anni più di 1000 studenti provenienti da oltre 40 paesi di tutto il mondo hanno partecipato alle attività proposte dalla scuola  dalla scuola creando a loro volta una rete straordinaria di ex studenti internazionali impegnati a livello professionale in diversi paesi e istituzioni. Infine al momento siamo impegnati nelle preselezioni dei partecipanti del prossimo corso in partenza a gennaio.

The School for Curatorial Studies Venice
San Marco 3073, 30124 Venezia

Cover: The breakfast pavilion, A plus A Gallery 2017, photo Claudia Zalla