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Una trilogia di mostre all’insegna della diversità | Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

Il 5 novembre 2021 la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo inaugura la propria rassegna invernale con tre progetti espositivi all’insegna del femminile e dell’inclusività. Ciò che vive ai margini, l’accettazione di una visione del mondo diversa dalla propria, il modo in...

Martine Syms Neural Swamp, 2021 Credit: © Martine Syms, courtesy Sadie Coles HQ, London. Jointly commissioned and owned by the Philadelphia Museum of Art and the Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Funding is made possible for the Philadelphia Museum of Art through the Contemporary Art Revolving Fund.
Portrait Martine Symes

Il 5 novembre 2021 la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo inaugura la propria rassegna invernale con tre progetti espositivi all’insegna del femminile e dell’inclusività. Ciò che vive ai margini, l’accettazione di una visione del mondo diversa dalla propria, il modo in cui un corpo occupa lo spazio e viene percepito, sono solo alcune delle tematiche che vengono affrontate dagli artisti – in particolar modo donne – coinvolti nei singoli eventi. 

Martine Syms – artista visuale, insegnante, direttrice dello spazio progetto Golden Age di Chicago e fondatrice della casa editrice indipendente Dominica – è assegnataria della seconda edizione di Future Fields Commission in Time-Based Media, in cui un’artista viene selezionato su proposta di una rosa di creativi internazionali e invitato ad esporre un proprio lavoro a Torino, alla Fondazione Sandretto, e a Philadelphia, presso il Philadelphia Museum of Art. Neural Swamp è il titolo dell’installazione presentata dall’artista, opera che racchiude i caratteri fondamentali della ricerca e della pratica di Syms: lavorando tra film, performance, progetti editoriali e installazioni, l’artista indaga la rappresentazione del corpo nero femminile nel mondo digitale e il carattere performativo della cultura del web e dei social. Il progetto – a cura di Irene Calderoni e Amanda Sroka – propone al pubblico un’esperienza immersiva: gli schermi, allestiti in uno spazio ambiguo, che richiama la struttura dei campi sportivi, proiettano le immagini e le voci di tre figure, Athena, Dee e la narratrice. Basandosi sulla propria voce e sulle voci di artiste famose e servendosi dell’intelligenza artificiale e software appositi, il testo e la sceneggiatura che i tre personaggi vanno ad interpretare si delinea progressivamente, stabilendo un contatto con il pubblico che è più di distanza che relazione. Le voci artificiali creano una sensazione straniante nel visitatore, sospeso tra uno spazio reale e artificiale, umano e non. 

Mujinga Sandra – Safe House, exhibition – Sandretto Re Rebaudengo, Torino 2021
Sharon Hayes – Safe House, exhibition – Sandretto Re Rebaudengo, Torino 2021

Corpo, voci e relazioni sono tematiche esplorate anche nella mostra collettiva Safe House, esposizione d’apertura della seconda stagione di Verso, programma realizzato dalla Fondazione in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Giovanili della Regione Piemonte, nell’ambito del Fondo nazionale per le politiche giovanili. Gli artisti coinvolti – Arthur Jafa, Sharon Hayes, Sandra Mujinga, Muna Mussie, Ho Tzu Nyen, Samson Young, Tobias Zielony – riflettono sul concetto di “safe house”, un luogo sicuro che viene utilizzato come rifugio o nascondiglio in caso di pericolo. Rendersi invisibili, mimetizzarsi e sparire: queste sono le prerogative di alcuni gruppi o minoranze che temono per la propria incolumità. Per sfuggire al controllo esasperato – fisico, attraverso le videocamere in ogni angolo delle metropoli contemporanee, o digitale, attraverso l’appropriamento di dati – diviene efficace adottare delle strategie di nascondimento. La collettiva rende le voci dominanti un brusio di sottofondo e crea uno spazio clandestino in cui poter individuare nuove modalità di ragionamento politico, di cospirazione e resistenza contro ogni forma di controllo, categorizzazione e violenza.  

Il corpo – in particolare quello femminile – e la sua rappresentazione delinea il filo conduttore della mostra Stretching the Body. Dodici artiste di diversa generazione e provenienza geografica – Giulia Andreani, Louise Bonnet, Jaclyn Conley, Celeste Dupuy-Spencer, Jana Euler, Mernet Larsen, Wangari Mathenge, Jill Mulleady, Christina Quarles, Avery Singer, Anj Smith, Ambera Wellmann e Rose Wylie – prendono le distanze dalla canonica rappresentazione del corpo, sia nel genere del ritratto che nel medium pittorico. 

Tobias Zielony, Andrej – Safe House, exhibition – Sandretto Re Rebaudengo, Torino 2021

Figure sproporzionate e grottesche, corpi non finiti o semplici silhouette contraddistinguono i lavori di Louise Bonnet e Christina Quarles. Numerose le citazioni a generi o movimenti artistici: Jaclyn Conley dà vita a figure monumentali a partire da modelli di pittura storica, Ambera Wellmann recupera il nudo nella storia dell’arte in una prospettiva femminista, Anj Smith unisce numerose fonti e generi – dal ritratto alla natura morta – così come Rose Wylie e i suoi dipinti contrassegnati da una pennellata stratificata e materica. Figure allegoriche e popolari e un disegno geometrico, che richiama le avanguardie storiche come il Costruttivismo russo, popolano i lavori di Mernet Larsen, Avery Singer e Jill Mulleady. 

Il corpo femminile viene indagato, anche e soprattutto, nel suo valore politico e simbolico. Giulia Andreani si concentra sulla condizione femminile nella società, recuperando figure femminili dimenticate e riflettendo sul valore delle immagini. Il rapporto con lo spazio che ci circonda si evidenzia sia nei lavori di Jana Euler che di Wangari Mathenge, con particolare attenzione al tema della migrazione. Storia personale e collettiva, immagini fotografiche e immaginazione, unite alla memoria e alle esperienze personali dell’artista contraddistinguono, infine, le opere di Celeste Dupuy Spencer. 

Martine Syms: Neural Swamp
A cura di Irene Calderoni e Amanda Sroka 

Safe House 
A cura di Irene Calderoni e Bernardo Follini 

Stretching the Body 

Fondazione Sandretto Re Rebaudengo
Via Modane 16, 10141 Torino
Dal 05 novembre 2021 al 30 gennaio 2022 

Christina Quarles
Jana Euler – Cabinet